Trapianto di testa
scommessa italiana

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A cura di Roberto Paura I tempi potrebbero essere maturi per realizzare il primo trapianto di testa al mondo, sostiene il neurochirurgo italiano Sergio Canavero dell’Ospedale Molinette di Torino. La nuova tecnica, A cura di Roberto Paura I tempi potrebbero essere maturi per realizzare il primo trapianto di testa al mondo, sostiene il neurochirurgo italiano Sergio Canavero dell’Ospedale Molinette di Torino. La nuova tecnica, su cui il suo team lavora da alcuni anni, sarà presentata a giugno alla conferenza annuale dell’Accademia americana di chirurgia neurologica e ortopedica ad Annapolis negli Usa. L’obiettivo è trapiantare la testa di un paziente, il cui corpo è gravemente affetto da malattie degenerative o da metastasi agli organi vitali, sul corpo di un’altra persona. Per funzionare sarà necessario trovare il modo di fondere le due estremità del midollo spinale del donatore e del ricevente, così da consentire al cervello del paziente di poter controllare il nuovo corpo attraverso il sistema nervoso periferico. Canavero ritiene possibile riuscirci utilizzando iniezioni di glicole polietilenico, già impiegato inmedicina per indurre la fusione di cellule. Sarà poi necessario mantenere il paziente in coma farmacologico per tre-quattro settimane, allo scopo di impedire movimenti della testa. Durante questo periodo, elettrodi invierebbero segnali elettrici al midollo spinale, favorendo la crescita di nuove connessioni nervose. La fisioterapia dovrebbe permettere al paziente di riprendere a camminare entro un anno. La comunità scientifica si è divisa sul progetto, tra entusiasti (pochi) e scettici (i più). A sciogliere il nodo saranno i primi test, previsti nei prossimi mesi in vitro in Italia e su topi e scimmie in Cina.