Solare termodinamico, geotermia, biomasse e ora anche idrogeno verde. Graded, azienda napoletana che fa capo a Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria nazionale, attiva come Gruppo sia sul mercato nazionale che internazionale (Usa, Gran Bretagna, Germania, Portogallo, Spagna, Romania, Emirati Arabi), raccoglie la sfida che porterà l’idrogeno ad essere un tassello fondamentale nel raggiungimento del target delle emissioni zero entro il 2050. In pista ci sono due impianti pilota per la produzione di questa fonte rinnovabile da sviluppare all’interno di altrettanti progetti di ricerca: uno avviato in Campania a Castel Volturno, in collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II; l’altro a Dubai insieme ai ricercatori della Sharjah University.
Il sistema utilizzato per entrambi i progetti prevede la produzione di idrogeno verde impiegando un elettrolizzatore alimentato da fonte rinnovabile, l’accumulo di idrogeno a bassa pressione attraverso un serbatoio ad idruri metallici e la produzione di energia elettrica e termica mediante una cella a combustibile.
L’obiettivo è utilizzare questi impianti pilota di micro-cogenerazione, studiarne i benefici ambientali e replicare la tecnologia su larga scala, affinché si possano raggiungere i target di carbon neutrality in linea con i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite (SDGs)
“Per fare dell’Italia un ‘centro’ dell’idrogeno occorre una strategia energetica nazionale che abbia caratteristiche di flessibilità e adattabilità e che superi approcci ideologici basati sui diversi ‘colori’ del vettore, puntando piuttosto sulla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra – spiega l’ad di Graded Vito Grassi – Incentivare solo l’idrogeno verde, che realisticamente richiederà ancora anni per le applicazioni su scala commerciale, rischia di spingere l’industria italiana in una direzione difficile, dove partiamo senza grandi vantaggi competitivi”, aggiunge Grassi, che è anche numero due a Viale dell’Astronomia e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale. “La decarbonizzazione – conclude – è una missione complessa che deve mobilitare ogni capacità innovativa. Sarebbe del tutto incomprensibile sbarrare proprio quei sentieri nei quali possiamo far leva su un preesistente vantaggio competitivo”.