Torna il San Gennaro di Alexandre Dumas (tradotto da Angelo Petrella): domenica 16 la presentazione

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Dal 12 aprile è in libreria “San Gennaro. Vita – Morte – Miracoli” di Alexandre Dumas. La vera novità di questa nuova edizione italiana (a cura di Edgar Colonnese) dei quattro capitoli dedicati al santo patrono, tratti da Impressions de voyage – Le Corricolo di Alexandre Dumas, è nella traduzione di Angelo Petrella.  La traduzione del libro, pubblicato la prima volta nel 1843, è stata condotta sull’edizione Paris, Calmann-Lévy, 1886. Angelo Petrella, ha provveduto a riattualizzarla e ripulirla dalle infiocchettature barocche spesso utilizzate nelle precedenti traduzioni, che non rendevano merito alla scorrevole, meravigliata e spesso ironica prosa di Dumas.

Il libro sarà presentato domenica 16 aprile a NapoliCittàLibro (Centro Congressi della Stazione Marittima) il libro “San Gennaro. Vita – Morte – Miracoli” di Alexandre Dumas, presenti Colonnese e Petrella, da Maurizio de Giovanni, René Maury (già docente di Geografia umana all’Orientale) e Susanna Parlato (ReMade Community Lab). Letture di Lalla Esposito.

Oltre alla tiratura ordinaria, fa sapere l’editore, saranno stampate 449 copie numerate e firmate dal traduttore.  

Grazie alla collaborazione con ReMade Community Lab, in copertina i lettori troveranno una mitra  in tre varianti realizzata e prodotta attraverso un processo di stampa 3D con filamenti in plastica  riciclata. Un modo per rendere il libro un oggetto che si carica di istanze ecologiche per  sensibilizzare al riciclo dei rifiuti in plastica. L’edizione a tiratura numerata sancisce una modalità  innovativa di fruizione del libro, creando un’ibridazione tra stampa in offset e stampa digitale in  3D, per materializzare immagini visive presenti nel testo che, nella loro declinazione  tridimensionale, amplificano la percezione anche attraverso il tatto. 

In copertina dell’edizione ordinaria è presente l’immagine più antica di san Gennaro. Un dettaglio  dell’affresco della seconda metà del V secolo, presente nelle Catacombe di san Gennaro a Napoli.  Una raffigurazione inedita del patrono, dove sono evidenti i tratti africani. Mentre Alexandre  Dumas, nelle sue memorie, si definiva “negro, dai capelli crespi e dall’accento creolo”.

Alexandre Dumas giunse nel regno delle Due Sicilie nell’agosto del 1835. Viaggiò sotto falso nome, in quanto persona non gradita, e attraversò il regno eludendo continuamente i sistemi di sicurezza della polizia borbonica. Un viaggio da clandestino, che fu ben presto costretto a interrompere per rientrare in patria, visto che la polizia segreta borbonica era ormai sulle sue tracce. Durante questo rapido e fugace soggiorno, tuttavia, raccolse moltissimi appunti e spunti letterari che si ritroveranno in tanti dei suoi titoli pubblicati tra gli anni ’40 e ’50 dell’800. Nel maggio del 1860 fece ritorno a Napoli accompagnando il trionfante Giuseppe Garibaldi. L’anno successivo, il Generalissimo lo nominò “Direttore degli scavi e dei musei”, carica che mantenne per tre anni sino a quando, a causa dei malumori dei napoletani, che mal digerivano (come ancora oggi…) che uno straniero occupasse un tale incarico, preferì dimettersi e rientrare a Parigi.

Insomma: un migrante Gennaro, un viaggiatore sotto mentite spoglie lo stesso Dumas, nel suo primo viaggio  a Napoli e nel meridione. Entrambi clandestini. L’uno per salvarsi dalle persecuzioni di Diocleziano,  l’altro per sfuggire alla polizia borbonica. Come tanti migranti hanno incontrato il popolo napoletano, accogliente e disponibile. Due personaggi che hanno fatto grande la Chiesa e grande la letteratura. Entrambi legati  indissolubilmente alla nostra città. Una città fin dalle origini tollerante e aperta che non ha “paura”  di confrontarsi con lo straniero.