Toma, un giornalista cittadino
dà voce al silenzio dei giusti

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Durante il secondo conflitto mondiale il coraggioso silenzio degli abitanti del piccolo paese campano di Tora e Piccilli salvò miracolosamente la vita ad Durante il secondo conflitto mondiale il coraggioso silenzio degli abitanti del piccolo paese campano di Tora e Piccilli salvò miracolosamente la vita ad un gruppo di ebrei napoletani, ospiti, tra il 1942 e il 1943, del comune nella provincia di Caserta. Di fronte alle richieste delle truppe tedesche, intente a cercare tra viuzze e palazzine gli ebrei nascosti da deportare, i residenti del paesino restarono muti, riuscendo di fatto a strappare alla morte e ai campi di sterminio nazisti diverse persone. Un’impresa, valsa al borgo di poco più di mille residenti la medaglia d’argento al merito civile, raccontata con toccante partecipazione tra le pagine del libro “Il silenzio dei giusti” del giornalista Piero Antonio Toma. L’autore del volume in occasione della Giornata della Memoria, martedì 27 gennaio, riceverà la cittadinanza onoraria di Tora e Piccilli. La consegna avverrà nell’ambito del convegno organizzato per commemorare le vittime dell’Olocausto. Un riconoscimento che va a Toma per aver saputo esaltare la coraggiosa solidarietà della popolazione locale, testimoniando con episodi e protagonisti avvincenti, che la “banalità del male” può essere sconfitta dalla generosa e intelligente parola d’ordine di un’intera comunità. “Nel settembre del 1942 – si legge nel libro, edito da Grimaldi – trenta giovani ebrei napoletani, cui dalle famigerate leggi razziali del 1938 era perfino vietato di andare in guerra, vennero prelevati e confinati in un paesino del casertano, Tora e Piccilli, per essere impiegati nei lavori agricoli (di braccia nell’agricoltura e in altri settori produttivi ce ne erano sempre di meno a causa della guerra). Nonostante i divieti ufficiali che imponevano di tenerli a distanza, la popolazione locale non se ne diede per inteso accogliendoli e rifocillandoli. Agli inizi del 1943, per sottrarsi ai bombardamenti che stavano riducendo Napoli ad un terrificante colabrodo, alcune famiglie ebree, parenti ed amici dei confinati, si rifugiarono aTora e Piccilli. Furono tutti bene accolti. E l’accoglienza non diminuì nemmeno in settembre con l’arrivo dei tedeschi in rotta incalzati dalle truppe angloamericane che, nel frattempo, dopo aver espugnato Napoli grazie anche ai napoletani, stavano risalendo la Penisola”. E nel paese cominciarono ad accadere episodi da “Schindler’s List”. Tutta la storia è cosparsa di particolari romanzeschi, a cominciare dal comportamento solidale della popolazione, dal podestà al parroco, dalle famiglie più cospicue del paese (De Falco e de Simone) alle più umili, tutti a non fiatare sulla presenza degli ebrei. Compresi alcuni di quegli stessi fascisti locali che vennero confinati in Germania. Su invito dell’Istituto Italiano di Cultura di Israele il libro è stato presentato a Tel Aviv, Haifa e Gerusalemme, riscuotendo un notevole successo specialmente presso la numerosa comunità di ebrei che durante la guerra viveva in Italia e in Campania. Introdurrà il convegno, Natascia Valentino, sindaco di Tora e Piccilli; parteciperanno, tra gli altri, Felicio Corvese dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza.