Tokyo allunga la striscia positiva

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A cura di Antonio Arricale La corsa al rialzo della borsa nipponica prosegue senza soste. Il Nikkei questa mattina ha chiuso le contrattazioni in rialzo dell’1,14% sostenuto dall’indebolimento dello yen nei confronti A cura di Antonio Arricale La corsa al rialzo della borsa nipponica prosegue senza soste. Il Nikkei questa mattina ha chiuso le contrattazioni in rialzo dell’1,14% sostenuto dall’indebolimento dello yen nei confronti delle altre principali valute e dalla decisione del premier Shinzo Abe di andare alle elezioni a breve (metà dicembre. Sul fronte macroeconomico da segnalare che a settembre, gli ordinativi di macchinari core (escludendo cioè quelli per la generazione elettrica e quelli navali) sono cresciuti in Giappone per il quarto mese consecutivo, segnando un progresso del 2,9% contro attese degli economisti per una flessione dell’1,0% ma sotto l’incremento del 4,7% di agosto. Il dato, secondo quanto comunica il governo nipponico, rappresenta una crescita del 7,3% su base annua contro il declino dello 0,3% del consensus. Secondo i dati diffusi dal ministero nipponico di Economia, Commercio e Industria, la produzione industriale del Giappone in settembre è cresciuta più del previsto. Il dato finale segna infatti un incremento del 2,9% contro il 2,7% stimato in precedenza e a fronte del declino dell’1,9% in agosto (+0,4% in luglio). Su base annuale la produzione industriale del Sol Levante è cresciuta dello 0,8% contro lo 0,6% della lettura preliminare e la flessione del 3,3% registrata in agosto. Le consegne sono cresciute del 4,4% su base mensile (-2,1% in agosto) mentre gli stock di magazzino sono calati dello 0,7% (dopo il progresso dello 0,9% registrato sia in agosto che in luglio). La capacità di utilizzo degli impianti è migliorata del 3,6% in settembre dopo l’1,7% di declino di agosto. La Bank of Japan (BoJ) potrà avviare le discussioni in merito alla fine delle sue politiche monetarie di alleggerimento nella seconda metà del 2015, quando il target d’inflazione al 2% dovrebbe essere raggiunto, ha dichiarato Ryuzo Miyao, uno dei nove membri del Policy Board dell’istituto centrale nipponico e tra quanti hanno votato a favore dell’incremento a 80.000 miliardi di yen l’anno (574 miliardi di euro) dai 60-70.000 miliardi (430-500 miliardi di euro) annunciati in aprile per il programma di quantitative easing (decisione su cui il consiglio si è spaccato con cinque a favore e quattro contro). Secondo Miyao proprio l’incremento del riacquisto di titoli dalle banche contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo d’inflazione. In Cina invece le vendite al dettaglio nel mese di ottobre sono cresciute dell’11,5% su base annua. Dato che si confronta con l’11,6% atteso dagli economisti che avrebbe segnato una lettura invariata rispetto a settembre. Su base mensile il progresso è stato dello 0,98% dopo lo 0,86% di settembre. La produzione industriale cinese nel mese di ottobre, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, è cresciuta del 7,7% dall’8% di settembre (+6,9% in agosto, livello più basso dal 2008). La lettura si è rivelata inferiore alle attese degli economisti per un progresso dell’8%. Su base mensile la produzione industriale è aumentata dello 0,52% in ottobre dopo il progresso dello 0,91% segnato in settembre. Tra gli altri principali indici asiatici Hong Kong guadagna lo 0,2%, Seul ha chiuso in calo dello 0,34% ed anche Shanghai arretra dello 0,3%. Borse asiatiche Giornata mista in Asia dove ha spiccato la performance della Borsa di Tokyo salita ai nuovi massimi da sette anni. L’indice Nikkei ha chiuso in progresso dell’1,15% a 17.392,79 punti mentre il Topix si è attestato a 1.389,51 punti in salita dello 0,9%. Borsa Usa Wall Street ha archiviato la seduta in modo contrastato rispetto ai massimi segnati nei giorni scorsi. In chiusura il Dow Jones ha perso lo 0,02% a 17.612,20 punti, l’S&P500 ha ceduto lo 0,07% a 2.038,25 punti mentre il Nasdaq si è attestato a 4.675,14 punti in rialzo dello 0,31%. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,5%, il Cac40 di Parigi lo 0,7%, il Ftse100 di Londra lo 0,12% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,68%. K+S +2%. Il produttore di fertilizzanti ha migliorato le stime per l’esercizio 2014. London Stock Exchange Group +1,3%. Il gestore delle Borse di Londra e Milano ha chiuso il primo semestre con un utile di 286,1 milioni di sterline, in crescita del 13% rispetto ad un anno prima. La società ha aumentato il dividendo intermedio del 4,3% a 9,7 pence per azione. Ieri, invece, è stato il comparto bancario a penalizzare i listini europei. Fiaccato dalle multe comminate dalle autorità statunitensi e inglesi nell’ambito dell’indagine per la manipolazione del mercato forex il comparto bancario ha spinto al ribasso i listini del vecchio continente. A Parigi il Cac40 ha terminato in calo dell’1,51% a 4.179,88 punti, in rosso anche il Dax, sceso dell’1,69% a 9.210,96 e -1,76% dell’Ibex che si è fermato a 10.157,3. Limita le perdite Londra dove il Ftse100 ha terminato in calo di un quarto di punto percentuale a 6.611,04 punti. In agenda macro l’aggiornamento relativo il tasso di disoccupazione britannico, confermatosi a settembre al 6%, la produzione industriale europea, salita dello 0,6% mensile, e il +0,3% messo a segno dalle scorte all’ingrosso statunitensi. Italia Stamane il Ftse Mib segna +0,55%, il Ftse Italia All-Share +0,56%, il Ftse Italia Mid Cap +0,51%, il Ftse Italia Star +0,38%. Ieri Piazza Affari ha chiuso in deciso ribasso appesantita dalle forti vendite che hanno colpito i titoli bancari e dal tonfo di Enel all’indomani dei conti. L’indice Ftse Mib ha così chiuso con un ribasso del 2,87% a 18.702 punti. Pesanti vendite sui titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 4,22% a 9,865 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 6,02% a 5,07 euro, Popolare di Milano il 7,27% a 0,509 euro, Intesa SanPaolo il 3,66% a 2,158 euro, Unicredit il 5,63% a 5,105 euro, Mediobanca il 3,43% a 6,605 euro. Tonfo di Enel (-5,85% a 3,698 euro) che ha fatto sapere che quest’anno non verrà centrato il target di debito indicato nel piano industriale. Male anche gli altri due colosso pubblici del Ftse Mib. Finmeccanica ha perso il 3,16% a 7,195 euro dopo le indiscrezioni de Il Corriere della Sera secondo cui la cordata cinese Cnr-Insigma si sarebbe defilata dalla gara per rilevare la divisione trasporti del colosso pubblico. Eni ha lasciato sul parterre il 2,59% a 16,14 euro in scia alle indiscrezioni sui nuovi problemi di produzione in Libia. Mediaset è volata con un balzo del 6,06% a 2,87 euro. Il gruppo di Cologno Monzese ha chiuso i primi nove mesi del 2014 con una perdita di 46,8 milioni di euro, in peggioramento rispetto al rossi di 27,3 milioni di un anno fa. Il mercato ha apprezzato però la promessa di un 2014 in utile grazie al recupero della raccolta pubblicitaria in Spagna e al piano di contenimento dei costi. Brillante anche Moncler (+4,16% a 11,01 euro) che nei primi nove mesi del 2014 ha visto l’utile netto balzare di oltre l’81% a 70,5 milioni di euro contro i 38,8 milioni dell’analogo periodo nel 2013.


I dati macro attesi oggi Giovedì 13 novembre 2014 00:50 GIA Ordinativi di macchinari set; 00:50 GIA Indice prezzi alla produzione ott; 05:30 GIA Produzione industriale set; 06:30 CINA Produzione industriale ott; 06:30 CINA Vendite al dettaglio ott; 08:00 GER Inflazione ott; 08:45 FRA Inflazione ott; 09:00 SPA Inflazione ott; 10:00 ITA Inflazione ott; 10:00 EUR BCE Bollettino mensile nov; 14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione; 17:00 USA Scorte settimanali petrolio e derivati; 18:45 USA Intervento Yellen (Fed).