Think Thanks, sette anni per i “fenicotteri”
Iaccarino: Napoli? Questione di marketing

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Grazie del pensiero” o, meglio, “Think Thanks”, la creatura di Lucio Iaccarino festeggia sette anni di attività. Un lungo percorso nel marketing e nella ricerca che “Grazie del pensiero” o, meglio, “Think Thanks”, la creatura di Lucio Iaccarino festeggia sette anni di attività. Un lungo percorso nel marketing e nella ricerca che costituisce una sfida da vincere ogni giorno in un mercato che lo stesso Iaccarino descrive come “un gioco competitivo e spietato soprattutto per chi produce cultura”. Nata alla fine del 2007, “Think Thanks” punta ancora oggi su due valori: “Il metodo delle scienze sociali ma soprattutto l’ottimismo e la voglia di scoprire il mondo e interpretarlo con gli strumenti della ricerca”. Iaccarino, come iniziò l’avventura? In quel periodo tenni l’ultimo corso di politiche pubbliche all’Orientale e ebbi anche la grande opportunità di lavorare con gli editori storici napoletani Mario e Diego Guida come responsabile programmazione culturale. Imparai tantissimo per un anno e la fine di quell’esperienza mi indusse a entrare nel mercato come imprenditore/ricercatore, sebbene all’analisi e alla valutazione delle politiche pubbliche si affiancò presto lo studio dei mercati e del marketing, come settore di ricerca fino a diventare core business. Vi chiamano fenicotteri, simbolo dell’azienda, perché? Il fenicottero ha la capacità di guardare dall’alto e in forma panoramica il mondo, mentre la sua stilizzazione grafica nel nostro marchio enfatizza le lunghe zampe per esprimere equilibrio e decisione. Il claim del brand è “l’impresa di fare ricerca, quando la ricerca si fa impresa” e testimonia l’importanza delle indagini e delle ricerche di mercato nelle nostre scelte di marketing e comunicazione. Un compleanno speciale… Per l’occasione abbiamo aperto gli archivi fotografici finendo per accorgerci dell’incredibile quantità di materiali accumulati nel tempo. Abbiamo fatto delle scelte lasciando fuori una miriade di ricordi della “prima fase bagnolese”, le foto dell’elegante sede operativa, nel cuore del quartiere operaio ma anche le tante “Plenarie”, eventi di settore che organizzavamo per stimolare la domanda di ricerca e comunicazione. Investire a Napoli, quali gli aspetti negativi e positivi? Ci sono delle difficoltà specifiche legate al contesto, come fare i conti con una quantità molto ampia di concorrenti e con prezzi spesso bassissimi che rispecchiano la frammentazione eccessiva che caratterizza l’offerta di marketing e comunicazione in Campania. Molti però gli aspetti positivi, quelli che mi hanno persuaso a restare, legati alle possibilità di operare in una città straordinaria, alla ricchezza culturale e architettonica e al grande bacino di intelligenze che ogni anno si laureano nelle tante università della nostra regione. Un bacino da intercettare prima che si tramuti in fuga di cervelli. In questi sette anni come si è evoluta la comunicazione aziendale? La comunicazione di Think Thanks è un libro senza fine. Emblematiche di questa continua evoluzione le trasformazioni attraversate dalla nostra piattaforma web che in sette anni ha visto 4 diversi template per il sito istituzionale, strategie social differenti per i diversi canali che nel tempo si sono aggiunti (facebook, linkedin, twitter). Quali le soddisfazioni più grandi? Un grande successo di qualche anno fa è legato all’organizzazione della convention nazionale di Italia Futura del 2010, l’associazione legata a Luca Cordero di Montezemolo. Da cinque anni seguiamo con indagini di mercato e campagne, Optima Italia, giovane azienda napoletana del settore multi-utility che ha già raggiunto i 100 milioni di fatturato annui. Con Optima siamo stati persino al Parlamento europeo.