Test sui fondi Ue, cosa chiedono le micro imprese

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Come impiegare in maniera produttiva i fondi europei del settennio 2014/2020? E quali priorità affrontare per rendere lo small business act uno strumento in grado di Come impiegare in maniera produttiva i fondi europei del settennio 2014/2020? E quali priorità affrontare per rendere lo small business act uno strumento in grado di generare sviluppo per le micro e piccole imprese? Lo chiede Federcasse, con l’ausilio di Confaritigiano e Confcooperative, ai diretti interessati attraverso una consultazione online che coinvolge sia i soci delle banche di credito cooperativo sia aziende che vogliono offrire il loro contributo. I risultati saranno poi trasmessi alla Commissione europea che ne terrà conto in sede di definizione delle varie misure. Dai primi risultati, a cui si può avere accesso effettuando il questionario online all’indirizzo www.creditocooperativo. it/questionario (Il Denaro lo ha fatto), emerge che i soldi non sono la priorità. In cima all’elenco di richieste figurano la possibilità di costituire una società in tre giorni al massimo e con costi non superiori a 100 euro, la riduzione degli adempimenti burocratici a carico delle micro e piccole aziende, il ridimensionamento di oneri fiscali e amministrativi e dei costi per l’accesso alla proprietà industriale. Inoltre alla Commissione europea le imprese chiedono nuove forme di finanziamento, come il crowdfunding che però in Italia è ancora poco applicato a causa di ostacoli legislativi e fiscali. Rientra in questo ambito pure il potenziamento del capitale di rischio, con un coinvolgimento sempre maggiore dei privati nelle operazioni di finanziamento delle micro imprese o delle start-up. Più che sui soldi, in definitiva, si insiste sulle regole.