Terzo settore in crisi Le ragioni di un insuccesso

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Tutto quello che sta succedendo in questi giorni a Roma Mafia Capitale mi ha fatto riflettere e comprendere ancora meglio le ragioni di un insuccesso, di un fallimento. Si, perchè da quando è stata costituita nel Pubblico, in un Dipartimento di Salute Mentale nel lontano 1995, omologata nel 1996, la nostra cooperativa sociale, oggi impresa sociale: www.insiemesviluppo.org , a parte una operatività di volontariato, non è mai stata produttiva, cioè al Registro delle Imprese abbiamo presentato regolarmente ogni anno i bilanci in rosso. E l’anno scorso, durante la nona ispezione da parte del Ministero, abbiamo dovuto vivere la mortificazione da parte di un Ispettore del lavoro che ha suggerito di adottare il provvedimento di scioglimento della cooperativa per l’impossibilità di raggiungere gli scopi sociali. Naturalmente abbiamo fatto ricorso contro questo provvedimento. Ma io ora mi chiedo alla luce di quando sta succedendo e di quanto è successo anche in passato: che cosa deve fare una cooperativa sociale che vuole integrare la Pubblica Amministrazione, come gliene dà la possibilità la legge, (ma non a Napoli, perchè la Regione Campania da 23 anni non ha ancora recepito l’art.9 della L. 381/91) per essere produttiva e raggiungere i propri scopi sociali? La risposta è tragica: entrare in un sistema che Matteo Renzi ha definito “schifoso”. Ed è appunto quello che è successo a noi, che partendo dai meriti, dalle competenze, da una filosofia di vita, non ci siamo sentiti di scegliere questa strada. Ora Renzi a marzo prossimo vuole fare la Riforma del Terzo Settore e formulando le Linee Guida per la Riforma, ha chiesto un contributo da inviare tra il 13 maggio e il 13 giugno U.S. Noi lo abbiamo fatto intitolandolo: “Partecipazione di una impresa napoletana scoraggiata” e si esprimeva in questo modo: “….Vi contatto per comunicarvi che mi ha fatto bene leggere le Linee Guida sopratutto quando ho letto “far decollare l’impresa sociale”. Questo decollo non è mai avvenuto per “insieme”, una realtà napoletana che un po’ per mancanza di disponibilità economica non ha potuto avere una propria sede operativa e soprattutto per un peccato originale di presunzione: avendo le competenze, i famosi meriti, abbiamo scelto di essere liberi e non ci siamo fatti etichettare come cooperativa sociale “rossa” o “bianca” e perciò non siamo mai decollati. Può darsi che questa Riforma sia la “volta buona”. Me lo auguro non solo per me e i miei soci, ma sopratutto per i più di 200 giovani che continuano a mandarci i loro C.V. per una collaborazione”. In un paese corrotto come l’Italia non ci vogliono disegni o decreti Legge per combattere la corruzione, ma serve un cambiamento di mentalità, come diciamo noi psicologi “un processo trasformativo”. Serve che ogni cittadino diventi attivo, voglia mettere a frutto l’intelligenza e non la furberia, perseguire il Denaro possibilmente coniugato all’Etica e non il Dio Denaro, avere voglia di studiare (anche la filosofia che non serve solo per gli esami, ma anche per la vita), per procurarsi competenze che non vengano frustrate o che siano utilizzabili solo all’estero, e sopratutto sappia scegliere un sistema politico che gli permetta la realizzazione di tutto questo e non gli favorisca invece ill suicidio. In questi giorni sto sentendo ripetere spesso queste frasi: l’onestà tornerà di moda. Ed io mi chiedo: ma quando?

Elda Percoco Rocco