“I maggiori operatori italiani di telecomunicazione obbligano gli utenti ad acquistare l’apparecchio modem/router scelto da loro stessi in violazione della normativa europea”, è la denuncia di Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider, associazione indipendente di aziende che svolgono attività di Internet Service Provider. Il presidente sottolinea il mancato rispetto del Regolamento CE 2015-2020 del Parlamento Europeo che stabilisce il diritto dell’utente di scegliere in piena libertà il router con il quale connettersi alla Rete.
Assoprovider spiega, inoltre, che non esistono motivi tecnici per la limitazione posta ai consumatori dai grandi operatori. “Le tecnologie delle reti Internet e VoIP corrispondono a standard ben precisi, emanati da organismi o associazioni come la IETF, ITU-T, 3GPP e DSL-Forum. I servizi Internet e VoIP che i grandi operatori erogano ai clienti sono regolati dagli stessi standard tecnici adottati dalla stragrande maggioranza degli operatori nazionali e non”. La violazione della normativa comporta degli svantaggi finali per l’utente che “qualora decida di cambiare operatore sarà costretto ad acquistare un nuovo apparato”. Inoltre, il mancato rispetto della legge, causa anche gravi problemi di sicurezza e di tutela della privacy degli utenti: “Imponendo uno specifico apparato, l’operatore non solo ha modo di controllare completamente una parte della rete del cliente, ma di fatto espone l’utente a possibili conseguenze disastrose che sono frutto della scelta e dell’interesse dell’Operatore di Telecomunicazioni”.
“Si pensi – prosegue Bortolotto – al recente disservizio che i clienti di un grande operatore stanno subendo a causa del fatto che il modem router imposto è stato manomesso da un attacco informatico; non potendo cambiare il modem router per policy, tali utenti si vedono privati del servizio di accesso ad Internet”.
A rischio c’è la neutralità del web, “esistono servizi a valore aggiunto, magari di IPTV (sistema di trasmissione di segnali televisivi su reti informatiche), che potrebbero risultare ottimizzati solo per determinati fornitori di contenuti, magari quelli in partnership con l’operatore di TLC in questione, e non con gli altri disponibili sul mercato”. L’esperienza del cliente potrebbe essere così tanto penalizzata da farlo desistere nel fruire econtrattualizzare servizi di altri operatori.«Le aziende associate ad Assoprovider hanno sempre operato nel rispetto delle normative di settore e dei principi etici che le caratterizzano, mentre gli operatori maggiori, di fatto, si permettono di operare senza rispettare la normativa né tantomeno i predetti principi etici», conclude Bortolotto.