Teatro, TV, pittura. Marisa Laurito: la mia arte di “impastare”

“La Campania incontra il resto d’Italia” con Marisa Laurito, insignita tra le Eccellenze Campane con il Premio Internazionale Doc Italy IV edizione, in occasione di un Gala svoltosi a Roma alla “Casa delle Regioni”

Marisa Laurito, cosa rappresentano per lei Napoli e la Campania?
La mia terra, un luogo meraviglioso che trasuda di creatività, di storia, di cultura, ricca di grande tradizione culinaria, una fucina di talenti, probabilmente anche a causa della radioattività vulcanica del Vesuvio che incide sul carattere, sul temperamento dei suoi abitanti, che, nonostante i problemi, la complessità del viver quotidiano ostentano una vivacità ed una capacità reattiva fuori dal comune. Non a caso i Romani definivano questa regione d’Italia con il termine “Campania Felix”

Oggi ha ricevuto un nuovo, prestigioso riconoscimento alla sua carriera. 
Sono molto grata a chi mi ha premiata ma ci tengo a precisare che per me sono fondamentali il plauso ed il consenso del pubblico ed anche ciò che io personalmente riesco a realizzare. Amo definirmi “un lavoratore dello spettacolo” mettendo a servizio la mia inventiva ed il mio estro anche in altre espressioni d’arte quali la pittura e la scultura

Quando ha scoperto questa sua vena artistica?
Ad appena 17 anni; dipingevo per mantenermi agli studi di recitazione, poiché i miei genitori erano assolutamente contrari che intraprendessi questo tipo di carriera. Nella mia vita non ho mai cessato di coltivare questa mia passione anche se mi dedicavo in privato. Un giorno venne a trovarmi a casa una critica d’arte e per quanto sostenessi che i quadri esposti alle pareti non erano miei ma di una pittrice araba, scoprì la verità e mi indusse a fare un vernissage pubblico. Io lavoro essenzialmente con l’acrilico ed il silicone e realizzo anche sculture. In genere prediligo soggetti di donne in quanto sono convinta che la rotondità, il cerchio femminile, sia il fulcro dell’universo; non amo il mondo maschile, lo trovo poco elettrizzante.

Artista a 360 gradi; il suo debutto sul palcoscenico?
Io nasco con Eduardo De Filippo; feci con lui un provino il giorno che compii 21 anni, quindi ero maggiorenne. Lui mi prese in compagnia ed io potei firmare da sola il contratto senza alcun consenso dei miei genitori che erano ostili. Il primo lavoro fu la commedia “Le bugie hanno le gambe lunghe “ in cui facevo la parte della balia, dicendo appena tre battute. Con Eduardo rimasi in Compagnia per sei anni; fu un’esperienza fantastica, altamente formativa; lui era un vero genio, un grandissimo attore; bastava solo osservarlo per imparare il mestiere e poi era uno di quei registi che dava l’intonazione che indicava agli attori come si dovevano muovere in scena. Tutto si svolgeva con la massima disciplina, si prova tutti i giorni prima di andare in scena a dispetto di oggi in cui regnano l’anarchia e l’approssimazione più assolute.

Conosceva Luca De Filippo?
Entrammo in Compagnia con il suo papà lo stesso giorno; eravamo legatissimi e quando Eduardo decise di ritirarsi dal palcoscenico per dare spazio alla “Compagnia dei Giovani” Luca ebbe la nomina come primo attore mentre io ricoprivo il ruolo femminile. La sua morte repentina è stata una vera tragedia, non me l’aspettavo, la sua scomparsa lascia in me un grande vuoto.

La TV?
Devo tutta la mia popolarità all’amico fraterno Renzo Arbore. Ricordo che dopo anni di gavetta avevo conquistato il ruolo di protagonista in uno spettacolo al “Bagaglino” di Roma, e quando Renzo mi propose una particina in “Quelli della notte”, non esitai un istante ad accettare; lo stimavo tanto, avevo fiducia in lui ed ho avuto ragione. Tutte le mie scelte lavorative sono sempre state dettate dal cuore e dall’intuito.

Lei è nota anche come grande esperta di cucina,
È vero, la cucina è un hobby che coltivo da sempre. Ricordo che all’inizio della mia carriera, presi una casa di due camere in affitto a Roma con l’amica collega Marina Confalone; tutti i giorni il nostro appartamento era pieno di gente, giovani attori squattrinati, poi divenuti famosi, da Castellitto ad Eleonora Giorgi a Benigni a Ranieri. Non avendo grandi possibilità economiche il menu fisso era pasta con un legume o un ortaggi; ma riuscivamo comunque a saziarci ed a divertirci insieme.

Insegue la tradizione culinaria napoletana?
Non proprio, amo la contaminazione dei sapori, per l’Italia, prediligo la cucina di tre regioni, Campania, Emilia Romagna, Sicilia, non disdegnando il risotto e la polenta. Ho un grande talento in cucina, ho scritto molti libri ed ho fatto tante trasmissioni sul tema. Tra i volumi più interessanti, mi piace segnalare “La cucina del grande Sud” che raccoglie le ricette di tutti i paesi del Mediterraneo, dalla Siria alla Tunisia, come anche il volume in cui tratto del riciclo del cibo poichè è mio costume non buttare mai nulla. Tra i miei progetti futuri c’è quello di realizzare un programma di cucina italiana in una TV estera, per erudire gli stranieri sulla nostra tradizione enogastronomica 

Signora Laurito; lei è una donna eclettica; il segreto del suo successo?
Per usare una simpatica terminologia il segreto sta nell’impastare, nell’assemblare tutti gli elementi con grande amore credendo in ciò che si fa, così da raggiungere un equilibrio perfetto, sia nella pittura, in cucina che in teatro.

Un ricordo simpatico della sua brillante carriera?
La vittoria del primo Scudetto del “Napoli”; io ero sul campo e quando l’arbitro fischiò la fine della partita che assegnava la vittoria del Campionato di Calcio alla squadra azzurra, i tifosi impazziti dalla gioia, mi presero in braccio e mi fecero fare il giro di tutto il campo tra le grida e l’entusiasmo del pubblico che intonava un ritornello, scandendo il mio nome e lanciandomi garofani azzurri. Dopo qualche ora fui protagonista con Arbore, De Piscopo, Senese e tanti altri artisti partenopei ad un memorabile live show in diretta Rai, orchestrato ad hoc da Gianni Minà all’Auditorium Rai di Napoli con uno special guest d’eccezione: Diego Armando Maradona. 

Marisa Laurito; cosa farà da grande?
Sono nata attrice, ce l’ho nel sangue, desidero continuare questo mestiere ed esprimere la mia creatività in nuove stimolanti esperienze d’arte.