Il consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro di San Carlo, riunito oggi, ha approvato il Bilancio di esercizio 2022 con l’unico voto contrario della Regione Campania. Il Presidente della Fondazione Gaetano Manfredi ha inoltre illustrato al consiglio di indirizzo il decreto del 10 maggio scorso con cui è stato posto a 70 anni il limite di età per i sovrintendenti, una misura che dovrebbe portare al ‘pensionamento’ di Stephan Lissner,attualmente alla guida del San Carlo di Napoli, che ha compiuto 70 anni lo sorso gennaio. Il sindaco Manfredi ha incontrato, prima della riunione le organizzazioni sindacali per ascoltare le loro istanze assicurando il massimo impegno.
“Alla luce dei documenti e del fascicolo che accompagna il bilancio non mi è stato assolutamente possibile approvare il consuntivo 2022” spiega al termine del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro di San Carlo Riccardo Realfonzo, nominato nel dicembre scorso rappresentante della Regione Campania in Consiglio. “Emergono infatti rilevanti costi extra – sottolinea Realfonzo – che vanno oltre i limiti previsti dalla legge. In primo luogo, l’emolumento del sovrintendente Stéphane Lissner. Secondo la legge, chiunque riceva a vario titolo retribuzioni dallo Stato non può essere pagato più del primo Presidente della Corte di Cassazione, ovvero 240mila euro totali, comprensive di ogni eventuale benefit. Viceversa, sino al 31 ottobre 2022 il sovrintendente del San Carlo riceveva 240mila euro ed anche l’utilizzo di una abitazione, che a quanto pare costava al Teatro 36mila euro all’anno”. Realfonzo, a questo riguardo, invita “ad agire per ottenere il ristoro dei costi inopportunamente sostenuti”.
Il rappresentante della Regione critica anche “il costo extra per l’incarico di direttore generale attribuito alla dottoressa Emmanuela Spedaliere, con solo nel 2022 una spesa aggiuntiva per il Teatro di 50mila euro, visto che lo Statuto del San Carlo chiarisce che il Sovrintendente è l’organo di gestione del Teatro, specificando che può avvalersi del direttore amministrativo, ma non di un direttore generale”.