Teatro, da venerdì al Tram “Signora Odissea”: rivivono i miti ribaltati di Circe e Penelope

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L’Odissea raccontata dal punto di vista femminile: dal 19 al 21 gennaio 2024 al Teatro TRAM va in scena “Signora Odissea”di e con Roberta Misticone e Titti Nuzzolese, elaborazione musicale e musica dal vivo di Francesco Santagata. Un racconto che tutto il mondo conosce, una storia che racchiude tante storie: due donne, un tempo che non esiste.
Penelope e Circe vivono, respirano, combattono, coinvolgendoci nella loro vita, troppo spesso immaginata all’ombra di un uomo che le ha profondamente cambiate. Eppure il loro controverso percorso, la loro forza, il coraggio, l’intelligenza hanno cambiato le sorti della storia. Ci sembra di sapere tutto di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Ci sembra di sapere tutto di Penelope e della sua tela, la moglie paziente, destinata all’attesa e spesso, per questo, derisa.

Eppure esistono un prima e u
n dopo della loro storia, che ne fanno tra i personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica, ancora oggi e, per sempre, necessari, per comprendere l’importanza delle donne in ogni epoca e società. Vivono ancora in altri corpi, con altre voci, in altre storie che non smetteremo mai di ascoltare.
“Im/Perfetta teatro nasce durante il periodo del covid, abbiamo voluto fortemente rispondere allo stop forzato con un progetto che ci rappresentasse e ci permettesse di esprimerci totalmente  spiegano Nuzzolese e Misticone -. Il nome della nostra compagnia vuole essere un monito per noi donne, per produrre, raccontare e creare stando sempre più in sintonia e in ascolto tra noi. “Signora Odissea” è la nostra prima produzione. L’Odissea che tutti conoscono ha una narrazione maschile che rilega queste due donne quasi a due immagini, due stereotipi riconosciute per le loro caratteristiche più note: la magia per Circe, la fedeltà per Penelope. Il punto di vista femminile che abbiamo dato al racconto allarga la prospettiva delle loro personalità. La loro storia è ricca di momenti, di cambiamenti e, seppure nate in contesti diversi e vissute esperienze e vite molto lontane tra loro, si ritrovano spesso a vivere gli stessi processi interiori. Abbiamo lavorato cercando di esprimere il passaggio dalla leggerezza della gioventù alla consapevolezza della maturità. Di spogliarle dell’epicità delle loro figure e di vestirle di una forza selvaggia, più vicine a delle guerriere, quasi da videogame. Sono due ‘eroine’ volitive. Non solo vittime delle proprie storie e degli uomini ma capaci di rinascere potenti dalle proprie sofferenze. Sono due donne”.