Teatro: al Tram “Open Mic Farm”, la Fattoria degli Animali di Orwell riscritta da Gianluca Ariemma

52

Il mese di dicembre al Teatro Tram di Napoli si apre con George Orwell e la sua Fattoria degli animali, o meglio, con una sua riscrittura: “Open Mic Farm”, una versione di Animal Farm riadattata da Gianluca Ariemma, che ne cura anche la regia, in scena dall’1 al 3 dicembre nella sala di via Port’Alba 30.

Spettacolo vincitore del premio di regia della XXIII Edizione di Fantasio Festival e appena selezionato per la prossima edizione del Festival di Avignon Le Off 2024, “Open Mic Farm” mette in scena due maiali, colti e astuti politici, che si affrontano nella lotta al potere per il controllo della fattoria. Tre attori (insieme all’autore e regista Gianluca Ariemma, anche Salvo Pappalardo e Giulia Messina, vincitrice del Premio Hystrio alla vocazione) che interpretano tutti i personaggi della favola, una scenografia minimalista che all’occasione si trasforma secondo le necessità; un concentrato esplosivo di satira che pone agli spettatori una domanda chiara: chi è davvero il nostro nemico?

Gli animali della fattoria di Orwell, con un microfono in mano, ci mettono di fronte alla crudeltà degli esseri umani attraverso il satirico linguaggio della stand up comedy. In scena, tre attori con il fiato per reggere la corsa dai ritmi serrati, per raccontare le due facce di chi governa mentre parla a viso aperto al popolo, come Bruto con le mani ancora sporche del sangue di Cesare.

“Quando ho incontrato Animal Farm per la prima volta – spiega Ariemma -, ho immaginato una lettura a strati che arrivasse in modo diverso ai lettori più giovani che empatizzano con gli animali ed in modo più profondo agli storici che conoscono il flusso degli eventi. Entrambe le letture passavano per la spietata crudeltà dei maiali nella loro lenta, inevitabile, trasformazione in feroci tiranni. Ho distrutto il castello distopico costruito da Orwell ed ho usato quei mattoni per ricostruire la mia struttura. Non ho dimenticato nessun pezzo ed alcuni li ho levigati per farli funzionare ancora. Ho decontestualizzato, ho epurato i riferimenti storici per renderlo eterno, ho liberato il testo dai vincoli che lo tenevano ancorato ad un secolo abbondantemente finito. Volevo, in questo modo, mostrare le due facce di chi governa; che di notte ruba il latte dalle riserve comuni e di giorno parla apertamente al popolo con grandi proprietà di linguaggio, come Bruto ai romani con le mani ancora sporche del sangue di Cesare. Due volti che, gli animali della fattoria, non sanno distinguere più da quello del padrone”.