Tassi invariati, ma la Bce non esclude il ricorso all’helicopter money

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Il punto. Il Ftse Mib segna +0,05%, il Ftse Italia All-Share +0,05%, il Ftse Italia Mid Cap +0,20%, il Ftse Italia Star +0,21%.

Mercati azionari europei in ordine sparso. DAX -0,2%, CAC 40 -0,1%, FTSE 100 -0,1%, IBEX 35 +0,1%. 
Mercati obbligazionari eurozona in verde. Il rendimento del Bund decennale scende di 2 bp a -0,01%, anche quello del BTP cede 2 bp all’1,24%. Lo spread è stabile a 125 bp.

Ieri è stata la giornata della Bce, che ha confermato i tassi di riferimento ai minimi storici. E sono almeno 15 gli istituti centrali nel mondo che avranno meeting nei prossimi giorni, dopo peraltro la riunione del board di Bank of England, che all’indomani del referendum ha lasciato i tassi invariati. Tra gli altri, in calendario, a seguire, saranno l’incontro del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Federal Reserve che si occupa di politiche monetarie) che si terrà il 26-27 luglio, mentre il 29 luglio toccherà alla Bank of Japan.

La Bce, si diceva, ha mantenuto i tassi di riferimento ai minimi storici dello zero e il tasso sui depositi al -0,4% nella prima riunione successiva alla decisione del Regno Unito di abbandonare l’Unione Europea. Al contrario dell’istituto di Londra, quella della banca centrale europea non è una decisione che sorprende e i mercati non hanno reagito. La Bce ha lasciato invariato anche il piano di Quantitative Easing, ma l’impressione generale è che debba fare qualcosa in più.

Gli investitori mettono infatti pressione su Draghi, perché si impegni ad apportare presto, possibilmente dalla prossima riunione di politica monetaria di settembre, cambiamenti al suo programma di acquisto di titoli già potenziato nella scorsa riunione per includere anche i bond societari e allungarne la durata, fino a marzo 2017, e portata. 
Mercati e osservatori sono dell’opinione che, dal momento che economia e inflazione continuano a essere deludenti nell’area euro, la Bce deve intervenire con altri stimoli monetari e magari tagliando ancora i tassi sui depositi, magari a fine anno. Il 65% dei Bund tedeschi non sono acquistabili perché rendono sotto la soglia prefissata da Draghi, quindi ci potrebbe essere bisogno di misure estreme.

I funzionari dell’istituto centrale di Francoforte non hanno escluso il ricorso all’helicopter money. Kuroda della Banca del Giappone ha detto di essere contrario a un piano del genere, che prevede la distribuzione di soldi direttamente a cittadini e imprese, per poter avere un impatto sull’economia reale. Nonostante i tassi zero ai minimi di sempre, i prestiti delle banche a famiglie e aziende languono, i risparmi salgono e gli investimenti sono deludenti. Deludenti, secondo la Bce, sono anche le misure intraprese dai governi per alimentare la ripresa dopo la crisi finanziaria più grave dai tempi della Grande Recessione. Oggi si conosceranno i dati macroPmi dell’Eurozona.

Borse asiatiche

Vendite sui mercati asiatici al traino di Tokyo, ma prima ancora in scia alla frenata di Wall Street. In un’intervista alla Bbc, registrata a metà giugno ma trasmessa giovedì, il governatore della Bank of Japan (BoJ) Haruhiko Kuroda ha escluso l’ipotesi di usare “denaro dall’elicottero”, sottoscrivendo direttamente il deficit di bilancio, per combattere la deflazione. Dichiarazioni che sono state una doccia fredda per i mercati che proprio su nuovi interventi da parte della BoJ, e della stessa Banca centrale europea (che invece giovedì ha rinviato ogni possibile intervento ai prossimi mesi), avevano alimentato il recente rally. Anche se c’è chi sostiene che nelle ultime settimane Kuroda possa avere cambiato opinione il risultato per Tokyo è stato un deciso arretramento. A fine seduta il Nikkei 225 ha segnato una perdita dell’1,09% (più limitato il declino dell’indice più ampio Topix, deprezzatosi comunque dello 0,89%). 
Sul fronte macroeconomico, la lettura preliminare dell’indice Pmi stilato da Markit/Nikkei segna in luglio un progresso a 49,0 punti dai 48,1 punti della lettura finale di giugno (rivista al rialzo dai 47,8 preliminari) e dai 47,7 punti di maggio, che era stato il livello più basso dal dicembre 2012. Il dato, per il quinto mese sotto alla soglia di 50 punti che separa crescita da recessione, è comunque migliore rispetto ai 48,3 punti del consensus.

Complessivamente la seduta è stata negativa per la regione, con l’indice Msci Asia Pacific, Giappone escluso, in declino dello 0,40% pur restando intorno ai massimi di nove mesi e avviandosi comunque verso un guadagno, anche se marginale, nell’ottava. In vista della chiusura degli scambi, Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi sono visti in flessione di poco più di mezzo punto percentuale. Leggermente inferiore il declino dello Shenzhen Composite che scambia in arretramento dello 0,30% circa.

Anche l’S&P/ASX 200 di Sydney chiude in negativo, ma riduce allo 0,26% il suo declino in chiusura, mentre a Seoul, il Kospi, dopo avere scambiato per gran parte della giornata intorno alla parità, vira in negativo (anche se il calo si limita allo 0,09%). 
A Hong Kong, l’Hang Seng perde circa lo 0,40% (performance simile anche per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

Borsa Usa

Si ferma la corsa di Wall Street. Ieri il Dow Jones Industrial Average ha messo fine alla striscia di nove rialzi successivi (la prima dal 2013) chiudendo in declino dello 0,42% (77,80 i punti persi) a quota 18.517,23 punti. Simile la performance dell’S&P 500, in calo dello 0,36% (7,85 punti) a 2.165,17 punti, a fronte di perdite dell’1% e dello 0,9% rispettivamente per i settori industriale ed energia. Scivola anche il Nasdaq Composite Index, nonostante il balzo del 7,36% di Qualcomm e addirittura del 10,89% di eBay su risultati trimestrali migliori rispetto alle attese.
A fine seduta l’indice ha perso lo 0,31% (16,03% punti) a quota 5.073,90 punti. Flessioni che comunque non impediscono ai tre indici di avviarsi verso la migliore performance mensile dallo scorso marzo: il Nasdaq Composite punta a un guadagno di quasi il 5% nel mese, mentre è superiore al 3% quello di S&P 500 e Dow.

I dati macro attesi oggi
Venerdì 22 Luglio 2016
04:00 GIA Indice PMI manifatturiero preliminare lug;

09:00 FRA Indice PMI manifatturiero preliminare lug;
09:00 FRA Indice PMI servizi preliminare lug;
09:30 GER Indice PMI manifatturiero preliminare lug;
09:30 GER Indice PMI servizi preliminare lug;
10:00 EUR Indice PMI manifatturiero preliminare lug;
10:00 EUR Indice PMI servizi preliminare lug;
10:00 EUR Indice PMI composito preliminare lug;
10:00 ITA Fatturato industriale mag;
10:00 ITA Ordini all’industria mag;
10:30 GB Indice PMI manifatturiero lug;
10:30 GB Indice PMI servizi lug;
10:30 GB Indice PMI costruzioni lug;
11:00 ITA Vendite al dettaglio mag;
12:00 ITA Bilancia commerciale (non EU) giu;
15:45 USA Indice PMI manifatturiero preliminare lug.