Tassi e, in Italia, tasse. Notizie interessanti per i risparmiatori e per la finanza italiani

in. foto Jerome Powell, Federal Reserve

Alfred Hitchcock non avrebbe saputo creare un thriller con una suspence più alta di quella che la Fed e la Bce hanno alimentato nei primi 5 mesi dell’anno in corso. Ciò che alimenta la palpitazione attualmente nei vari mercati finanziari, tenendoli in tensione in ogni parte del mondo, è l’attesa: sono le aspettative che hanno creato già dall’inizio del secondo trimestre le due banche centrali e, al loro seguito, gli altri istituti dello stesso genere che orientano e condizionano la finanza internazionale. Nell’attuale frangente è forte la convinzione che, da una parte e dall’altra dell’ Oceano Atlantic o, le premesse che influiscono sulle decisioni dei due Istituti centrali sono di genere diverso. Esse determinano la circolazione e il costo di quelle valute. Di conseguenza hanno effetto anche sulle realtà economiche sottostanti a quelle currency. Stando alle loro valutazioni, esse sono divergenti per alcuni fenomeni analoghi che condizionano con modalità diverse le due realtà geopolitiche. Dal vecchio continente arrivano notizie contrastanti di rinvii (alla prima metà di giugno?) della manovra tanto attesa e, in queste ore, anche del senso della variazione. Esse aggiungono particolari sulla direzione della procedura, che, fino a ora, si era ritenuta sicuramente in calo. Certo è che saranno decimali di punto, in che numero si potranno contare e non è possibile nemmeno ipotizzarlo. È invece credibile, ragionando “di conseguenza”, come si dice nel villaggio, che la scelta dell’equipe che collabora con la Presidente Lagarde ha cercato di fiutare il vento proveniente da oltreoceano e di attendere prima di sbilanciarsi. Riducendo il tutto all’osso, i motivi dell’ adozione del comportamento appena citato e la conclusione che se ne può trarre è quella che segue. Al fine di ridurre il tasso di inflazione, i due istituti, dal periodo della pandemia avevano apportato notevoli tagli ai tassi ufficiali, arrivando a zero, in diversi casi anche sotto. C’era già da allora più di una scuola di pensiero economico non in linea con le decisioni di quegli istituti centrali, in quanto i due fenomeni (inflazionistici) erano originati da motivi diversi. Dopodichè la corsa al rialzo, in maniera più che rapida, ha portato il tasso di entrambe le monete intorno al 5%. Basterà ricordare che oggi, mentre Bruxelles deve fare i conti ogni giorno con le pretese dell’OPEC, sempre più pressanti, Washington riesce bene a rifornirsi di idrocarburi all’interno nel perimetro della Nazione. L’inflazione in corso negli USA sta scendendo meno velocemente che nella UE. In queste ultime ore stanno prendendo forma incubi che già tenevano in ansia quanti operano con il biglietto verde: il tasso di quella valuta potrebbe ricominciare a salire da giugno. Finito quel mese, sarà trascorsa metà dell’anno. Senza rimanere nello specifico, non solo non si sono verificati eventi significativi di segno positivo, quanto la macchia di quelli distruttivi ha superato ogni livello ipotizzabile. Sono i danni che stanno arrecando i vari conflitti che bruciano nel senso più completo del termine su varie e vaste aree del pianeta. Stringendo l’area di osservazione all’interno dei confini del Paese emergono altri tipi di problemi che non permettono di sottoporre il bilancio con i conti in ordine agli organismi di valutazione e controllo della UE. Al momento il Governo è alle prese con il varo di uno strumento che dovrebbe aiutare a contenere l’evasione fiscale: il redditometro. Per buona sorte sembra che la maggioranza al Governo per il momento voglia soprassedere, in attesa di chi o di cosa non è dato sapere. Tra i tanti slalom che alimentano la suspance del mondo in genere, nel Paese si fa sentire con tutta la sua potenza una virtù che è tipica degli italiani: la propensione al risparmio. È talmente radicata nella popolazione da non essere stata scossa più di tanto dai diversi eventi negativi, tra di essi quelli sopravvenuti dalla esplosione della pandemia fino a oggi. Mercoledì la FeBAF, l’associazione che riunisce istituti di credito ordinario e finanziari, accessibili anche alla clientela retail, ha organizzato un’ incontro a Roma tra gli associati. Argomento più che dibattuto è stato come veicolare il risparmio verso gli investimenti, facendo percorrere alla stesso la strada più libera da ostacoli.Più relatori hanno affrontato il tema del risparmio che non è giá confluito nelle casse del Tesoro che, nella migliore delle ipotesi, è parcheggiato, libero, su conti correnti o libretti senza vincoli. In tal modo dà origine a una specie di Giano bifronte, che non genera ricchezza per i suoi investitori, nè è di aiuto a chi ne va in cerca (imprenditori), per finanziare opere che produrranno altro reddito. Il volume di tale massa finanziaria, negli ultimi anni, in Italia, ha raggiunto livelli più che ragguardevoli, caso unico in Europa. Con soddisfazione per gli italiani è possibile affermare che buona parte dei problemi di crescita del PIL potrebbero diminuire sostanzialmente se quel fiume di denaro potesse incontrare il minor numero di ostacoli possibile fino a confluire nel grande mare dell’ imprenditoria. Da aggiungere che di veramente ostante a quella ipotesi non c’è altro che miopia del Governo. Non è poco, si badi bene.