Tante probabilità, nessuna certezza. Intanto il tempo vola

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Potrà sembrare anche una ripetizione, ma per prudenza va ricordato che, preferibilmente a intervalli brevi, quanti preposti da ciascuno dei paesi coinvolti nei conflitti in essere, diano notizie quanto più possibile attendibili. Oltre quelle sulle vittime, sarebbe interessante conoscere su quali ordini di grandezza viaggino le distruzioni e i danni in genere del proprio paese. Quanto appena scritto ha lo scopo di introdurre il problema dei problemi: la ricostruzione, prima quella civile e la ricostituzione delle scorte. Entrambe, allo stato solo abbozzate perchè l’origine è ancora attiva, hanno raggiunto livelli più che considerevoli. Senza omettere che bisognerà aggiungere gli altri costi comunque riferibili alle guerre. Tra di essi quelli che occorreranno per colmare i vuoti lasciati da quadri, dirigenti e personale specializzato, chi per una causa, chi per un’ altra, sia militari che civili. Tanto al fine di iniziare il recupero dell’efficienza produttiva di ciascuno dei sistemi economici che sono stati parte in causa in quella bolgia infernale. Senza contare che i risultati non potranno essere attendibili da subito a causa delle frizioni che si creeranno sicuramente tra il progettare e il mettere in opera quanto è necessario a ciascuno dei paesi belligeranti, dando precedenza alla soddisfazione dei bisogni primari. A tanto bisognerà aggiungere che i costi storici in buona parte non potranno servire come punti di riferimento: la ricerca, quindi l’innovazione, in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante e non si è mai fermata. Al più ha rallentato il passo a causa dei problemi esposti. Basta citare una sola delle ricerche che sta subendo ritardi, quella sulla AI, per avere un’ idea dei danni, compresi quelli che gli economisti d’azienda definiscono “lucro cessante”, conseguenza del “danno emergente” Si potrebbe così avere una chiave di lettura almeno in parte efficace. Più precisamente, quanta ricchezza aggiuntiva si sarebbe potuta produrre se il frutto di quelle ricerche fosse stato immesso per tempo, stabilmente e non per sola sperimentazione, nei vari circuiti di produzione giá funzionanti. Come quelli per la AI, sono molti gli istituti di ricerca che mordono il freno per non poter essere presenti da subito sul mercato con le loro novità appena rodate. Non esistono rimedi razionali che abbiano prevalenza su alcuni tipi di forte miopia che ogni tanto bussano alle tempie del genere umano, si legga la guerra. Nè si può sperare in un “ravvedimento operoso”, volendo utilizzare una definizione più comune per la casalinga di Voghera e il pescatore di Cefalù. Come e quando finiranno le guerre in corso, non è possibile stabilirlo.
È certo solo che finiranno con l’esaurirsi. Lo stesso non si può dire per il dopo, cioè se si verificheranno oppure no, ancora fatti del genere. È importante a tal punto, non perdere la speranza. “Spes” continua a essere”ultima dea”.