Svolta alla Mercatone Uno
Piano per salvare i siti locali

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C’è una speranza di salvezza per gli store della Mercatone Uno in Campania. Il gruppo che fa capo alla società M.Business di Pierluigi Bernasconi è sottoposto in questi giorni ad amministrazione C’è una speranza di salvezza per gli store della Mercatone Uno in Campania. Il gruppo che fa capo alla società M.Business di Pierluigi Bernasconi è sottoposto in questi giorni ad amministrazione straordinaria. I commissari nominati sono Stefano Coen, Ermanno Sgravato e Vincenzo Tassinari. In Campania gli insediamenti di Mercatone Uno sono da tempo in crisi. Quello di Caserta chiude nel 2014 mentre a Mirabella Eclano (Avellino) si lotta per evitare la stessa sorte. In difficoltà anche lo store di Arzano (Napoli) mentre a Salerno, dove però si tratta di una sorta di franchising, non sono segnalati problemi. Compito dei commissari è quello di provvedere alla gestione ordinaria e individuare delle aziende interessate a rilevare l’attività della Mercatone Uno, che in Italia possiede 79 punti vendita.


Arechi Multiservice. La società partecipata dalla Provincia di Salerno che si occupa di manutenzione delle strade e altre attività complementari potrebbe essere messa sul mercato. Le difficoltà finanziarie dell’ente impongono una seria valutazione sia sul futuro della struttura che sulla posizione dei suoi 120 dipendenti. Interpellati sulla vicenda i vertici della Provincia di Salerno fanno sapere che fino a giugno nulla si muove e che solo dopo la pausa estiva verrà adottata una decisione. Ma si va verso la dismissione dell’azienda.


Cooper Standard. La multinazionale americana che produce componenti in gomma per l’industria automobilistica, e che in Italia ha laFiat come unico cliente, annuncia la possibile chiusura dello stabilimento di Battipaglia (Salerno). I vertici dell’azienda, che in passato lavora molto per l’indotto Iveco, in una comunicazione rivolta ai sindacati dicono che “senza un consistente aumento delle commesse siamo costretti a dismettere l’insediamento nella Piana del Sele”. A rischio 335 dipendenti.


Firema. L’accordo per cedere l’azienda di costruzioni ferroviarie alla Blutec non è ancora chiuso. Resta da decidere il destino di 30 addetti ancora in esubero, il totale è 70 ma 40 di loro già hanno aderito a formule di uscita incentivata e prepensionamento, prima di mettere nero su bianco la cessione del gruppo casertano. Il commissario straordinario Ernesto Stajano fissa alla conclusione della settimana in corso il termine ultimo per mettere la parola fine alle trattative, dopo di che si procede con la mobilità e i licenziamenti.


Gesema. Mancano all’appello gli stipendi di febbraio e marzo. Così i lavoratori rallentano l’attività della municipalizzata del Comune di Mercato San Severino (Salerno) e scrivono al sindaco Giovanni Romano per chiedere un immediato intervento e lo stanziamento dei fondi necessari al pagamento delle spettanze. Gesema è una holding di servizi che opera attraverso tre società partecipate: Gesema Card, Rota Gas e Sanseverino Energia. Dal Comune dicono però che “lo stipendio di febbraio è stato pagato il giorno 3 aprile mediante accredito via home banking”.


Interporto Sud Europa. Il mancato completamento di alcune opere del complesso logistico casertano determina il quasi sicuro licenziamento di 82 operai. Gli intoppi burocratici che bloccano i finanziamenti regionali impediscono ai cantieri dell’area riservata alle direzioni commerciale e residenziale di portare a termine i lavori. Stesso discorso per lo svincolo autostradale della A30 al servizio dell’Interporto, bloccato a causa della mancanza di fondi.


Malzoni. Partono le lettere di licenziamento per 15 dei 30 medici della struttura ospedaliera privata di Avellino. L’azione rientra negli effetti del concordato preventivo che la proprietà ha sottoscritto al fine di evitare il fallimento e la conseguente chiusura.


Terme di Stabia. Si cerca un accordo per salvare il complesso dalla chiusura dopo il fallimento dichiarato dal tribunale di Torre Annunziata. Il presidente dellaSint, la Società Immobiliare Nuove Terme che gestisce di fatto la struttura per conto del Comune di Castellammare di Stabia (Napoli), Biagio Vanacore, tratta con l’imprenditore turistico Carlo Trevisan. Quest’ultimo, insieme ad altri sette investitori locali, è promotore del progetto denominato “Ars Nova”, grazie al quale da tempo è stato sottoposto all’amministrazione comunale un piano di salvataggio e rilancio delle Terme. Il sindaco di Castellammare di Stabia, Nicola Cuomo, non sembra però voler optare per questa soluzione. I tempi, però, stringono e 200 dipendenti rischiano il licenziamento.