Superlega, la guerra di potere tra i 12 secessionisti e la burocrazia Uefa: ecco che cosa c’è davvero in gioco

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Ci voleva la Superlega Europea per togliere la prima pagina di giornali e media al Covid e farci tornare ad un abbozzo di normalità.
Nel merito: se liberiamo la mente dagli aspetti etici e ideologici, la Superlega Europea dei 12 Secessionisti è legale.
Le società di calcio sono società private che operano con fini di lucro e devono rispettare obblighi di bilancio e perché alcune sono quotate in borsa e perché la Uefa ha imposto il divieto di ricorrere al finanziamento soci per finanziarie le attività, con conseguenze terribili.
La verità è che è in corso una guerra di potere tra i 12 Secessionisti e la burocrazia Uefa e ha per oggetto la gestione dei proventi generati, direttamente ed indirettamente, dal calcio.
Fino ad oggi i soldi, tutti i soldi e in particolare i proventi da pubblicità e media, arrivavano all’Uefa che li distribuiva secondo regole decise da lei.
Dopo anni di trattative i Top Club, che valgono il 90% degli incassi, hanno detto basta ai rinvii perché strozzate dai debiti contratti per fare quegli incassi. Pensano di poter fare da soli.
Di certo possono: sono dei privati che hanno deciso di organizzare un torneo tra di loro ma non si sono mai chiamati fuori dalle Federazioni Nazionali, nè da Uefa e Fifa. Rivendicano solo la libertà di organizzare quel torneo ma non hanno mai detto che non parteciperanno alla Champions League o alla Europa League dell’Uefa, tanto meno vogliono rinunciare a disputare i campionati nazionali di Federazione e lega.
E’ l’Uefa che fa la prepotente.
E’ stata l’Uefa a minacciare l’esclusione, da tutti i tornei federali, delle squadre che parteciperanno quel torneo, ammonendo i giocatori che se giocheranno coi team che pagano il loro stipendio, non potranno giocare nelle nazionali dei loro Paesi.
Probabile che l’Uefa tema che le loro competizioni perderebbero appeals e i proventi di pubblicità e media cambierebbero Iban.
La Superlega insidia infatti il monopolio Uefa (non la Fifa e solo in parte le Leghe nazionali) come le Tv private insidiarono, e distrussero, il monopolio pubblico della TV.
La disponibilità di JP Morgan la dice lunga e tutto il resto sono etica e retorica non sport.
Cosa faranno TV pubbliche e private, Sky, Dazn, e le piattaforme, se il torneo Superlega dovesse partire, declinerebbero per non inflazionare l’offerta e annoiare i tifosi?
Se è così quale è il problema?
Li si lasci fare, andranno a sbattere contro il muro di un vicolo cieco e faranno ammenda.
Ma forse non è così.
Il calcio vale miliardi di euro e l’establishment Uefa non vuole rinunciare a gestirli, tanto meno lo vogliono le Federazioni e Leghe, in mano a burocrati cooptati.
Quanto ai giornalisti, stanno gareggiando a fare i Catone, sarà interessante vedere quando la competizione di Perez, Agnelli, Van der Sar & Co partirà..

Due post scriptum
Le squadre tedesche assenti dalla Superlega: non è per caso che Bayern & Co hanno un azionariato diffuso pari al 51% per cui nessuno comanda veramente?
I comuni italiani: rinunceranno ai proventi che arrivano dall’affitto dei loro stadi pubblici alle squadre della Superlega?