Superbonus: quando lo sblocco della cessione dei crediti?

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In seguito alla conversione in legge del DL 115/2022 e dopo la pubblicazione della circolare dell’Agenzia delle Entrate n.23/e del 23 giugno 2022 le banche e gli altri istituto di credito, complice anche il riempimento del plafond dei crediti acquistabili, hanno  bloccato le procedure di acquisto dei crediti derivanti dai bonus edilizi.

La questione della responsabilità solidale dei cessionari, i maggiori adempimenti procedurali da sostenere, unite alle continue modifiche delle norme legate ai bonus edilizi sono state mal recepite dagli Istituti di credito che, in un clima di assoluta incertezza hanno preferito bloccare l’acquisto dei crediti mettendo in difficoltà numerosi privati e imprese.

La circolare 33/E del 06 ottobre 2022 ha ben chiarito la questione della responsabilità solidale dei cessionari  in merito alla cessione dei crediti dei bonus edilizi.

Molti dubbi sono stati sciolti e riguardano in primis il tema della responsabilità solidale dei cessionari i quali sono chiamati a rispondere solidalmente con i committenti solamente nei casi di Dolo (es. cessionario consapevole dell’inesistenza del credito che acquista) e Colpa grave (es. cessionario che non richiede la documentazione necessaria o non si accorge di palesi anomalie).

L’Agenzia delle Entrare chiarisce infine anche gli aspetti legati alla possibilità delle banche di poter cedere i crediti acquistati ai propri correntisti titolari di partita iva.

Quest’ultima possibilità, lo snellimento degli adempimenti e le responsabilità ridimensionate dovrebbero portare gli istituti bancari ad aprire di nuovo alle acquisizioni dei crediti sbloccando un settore ormai in piena emergenza.

La crisi energetica ed il forte aumento delle materie prime hanno enormemente appesantito una situazione già fortemente compromessa per un settore che da circa un anno si ritrova a vivere una crisi di liquidità che non conosce precedenti.

Ad un mese circa dalla pubblicazione della circolare nulla però è ancora cambiato e sia le imprese che i privati devono tenere pronte eventuali alternative.

Gli stessi dovrebbero riconsiderare l’ipotesi, laddove ci sia capienza fiscale, di portare in detrazione i propri crediti o di eventualmente cedere gli stessi ad altre imprese, cercando di spuntare magari un tasso migliore di quelli offerti dagli istituti bancari.

Il privato incapiente, ad esempio, potrebbe cedere il proprio credito anche ad un parente che abbia una maggiore capienza fiscale tale da permettergli la piena detrazione degli importi dei crediti ceduti.

Catello D’Auria
Dottore Commercialista
www.dauriacommercialisti.it
dott.catellodauria@gmail.com