Superbonus, il Governo pensa ad una stretta: misura solo per redditi bassi

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(Imagoeconomica)

“Una stretta ulteriore sulla cessione dei crediti e lo sconto in fattura, dopo quella che a febbraio scorso aveva, pur con molte eccezioni, provato a fermare all’improvviso la giostra della monetizzazione di bonus. È questo l’intervento del quale si discute con più frequenza in questi giorni sui tavoli di Governo nei quali si stanno preparando la Nota di aggiornamento al Def di fine mese e la prossima manovra, da presentare per metà ottobre”. È quanto scrive Il Sole 24 Ore di oggi. “A guardare gli ultimi numeri, ancora riservati, dell’agenzia delle Entrate, non è un caso che proprio questa mossa stia prendendo forma. Le misure varate tra l’autunno e l’inverno scorsi (il decreto Aiuti quater di novembre, la legge di Bilancio 2023 di dicembre e il decreto Cessioni di febbraio), di fatto, non stanno avendo l’effetto sperato: a fine agosto sono state registrate nel corso dell’anno quasi 20,7 miliardi di prime cessioni e sconti in fattura tra superbonus e altri bonus casa. Con questa progressione a fine anno sarà superata la soglia dei 30 miliardi”. “(…) Una traccia della direzione che l’esecutivo vuole percorrere viene fornita dal sottosegretario all’Economia, Federico Freni: ‘Una tutela per i redditi più bassi vuol dire circoscrivere ulteriormente l’applicazione non tanto del superbonus quanto della cessione’. Il superbonus, per Freni, ‘deve tutelare chi i lavori non se li potrebbe permettere, non chi se li può permettere e magari così non li paga’. Il richiamo è al quoziente familiare, già introdotto per le villette nel 2023: quest’anno, infatti, per accedere alla maxiagevolazione al 90% è necessario rientrare nel tetto di reddito massimo di 15mila euro, calcolato in base al numero dei componenti del nucleo”, prosegue il quotidiano di Confindustria. “(…) In questa strategia potrebbe rientrare anche una forte limitazione alle molte eccezioni previste, in fase di conversione del Dl n. 11/2023, allo stop alle cessioni. Sono diversi i casi nei quali lo strumento del trasferimento di bonus è rimasto in vita: ad esempio, per il bonus barriere architettoniche (applicabile a un ampio ventaglio di lavori) e per gli interventi con un titolo edilizio presentato entro il 16 febbraio. (…) Per riequilibrare la forte riduzione del perimetro delle cessioni, l’idea è quella di rimettere le detrazioni al centro del sistema dei bonus. Per farlo bisogna evitare che, in alcune situazioni, gli sconti fiscali siano strutturalmente troppo pesanti per un reddito medio. La risposta potrebbe passare dalla riproposizione della misura che consente di spalmare i crediti 2022 in dieci annualità. Questo allungamento potrebbe andare anche oltre, fino alle quindici rate. Aumentano, infine, le chance della proroga della maxi agevolazione per i cantieri condominiali di superbonus attualmente aperti (quasi 12 miliardi, si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Secondo quanto circola in ambienti della maggioranza, il termine di fine dicembre per completare i lavori al 90 o al 110% potrebbe arrivare al 31 marzo 2024, ma vincolandolo a un Sal che potrebbe oscillare intorno al 60 o 70 per cento”, conclude il quotidiano.