Summit nazionale: edilizia e dissesto le priorità

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Ripartire dall’edilizia. Per gli Ordini degli Ingegneri di Italia, riuniti a Caserta per il Congresso nazionale, è la strada da seguire per rilanciare economia e competitività. Il Ripartire dall’edilizia. Per gli Ordini degli Ingegneri di Italia, riuniti a Caserta per il Congresso nazionale, è la strada da seguire per rilanciare economia e competitività. Il decreto Sblocca-Italia, però, sembra disattendere le aspettative, rimandando il momento dell’azione. È quanto emerge dalle parole di Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli Ingegneri (Cni), che si sofferma su numerosi temi: economia, edilizia scolastica e dissesto idrogeologico, aspetti chiave del confronto tra ingegneri e istituzioni, partito con i giusti presupposti e per ora in buona parte arenato. In tema di semplificazione il dato da sottolineare è uno: l’Italia è confinata al 103° posto nel confronto con 185 paesi sulle pratiche dell’ottenimento di un permesso per costruire. La concorrenza europea viaggia su ben altri livelli, la Germania al 12° posto, la Francia al 52°, la Spagna al 38°. “La semplificazione amministrativa – dichiara Zambrano – è da un ventennio nell’agenda dei governi, nei programmi elettorali dei partiti ma non sembra poi trovare posto nelle realizzazioni legislative. Eppure siamo ancora in tempo a fare riforme a costo zero”. A Caserta il tradizionale appuntamento del Cni batte il record di presenze, con tutti i 106 Ordini italiani presenti e circa 2.000 partecipanti. Un risultato importante anche per l’economia e il turismo locali. Per Vittorio Severino, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Caserta, è forse questo il risultato più importante della tre giorni. “Abbiamo portato in città un appuntamento di rilievo nazionale, che ha visto una partecipazione da record – spiega –. È un evento straordinario per un territorio troppo spesso additato come regno dell’illegalità e del disastro ambientale. Caserta è molto altro e abbiamo avuto modo di dimostrarlo. La nostra provincia è parte di quella Campania Felix ricca di risorse che hanno rappresentato e rappresentano per il nostro Paese una importante opportunità di crescita e prosperità”. Alla tre giorni prende parte anche Cosimo Maria Ferri, sottosegretario di Stato alla Giustizia, che indica la sinergia con il Governo come l’unica strada da percorrere per ottenere risultati concreti. Tanti gli argomenti affrontati alla 59° edizione del Congresso, tornato a Caserta dopo ben 36 anni: città intelligenti, aggiornamento professionale, questione ambientale, competitività internazionale. Spunti di riflessioni arrivano, poi, dal centro studi del Cni con la ricerca: “Analisi del sistema ordinistico nella prospettiva internazionale: ipotesi di lavoro e confronti”. Dallo studio emerge che i nuovi scenari economici e professionali impongono la revisione dei modelli organizzativi degli ingegneri e un nuovo ruolo per gli Ordini. Tra le priorità: contribuire al miglioramento della programmazione e dello sfruttamento dei fondi europei. I dati sul lavoro autonomo in Europa dimostrano che, tra il 2008 e il 2012, il numero dei professionisti è aumentato da 4,6 a 5,2 milioni. Di questi, circa un quinto opera in Italia. Il nostro paese, infatti, fa registrare oltre un milione di occupati nelle libere professioni, primato assoluto a livello continentale. Questo determina, in una fase di persistente crisi economica, la necessità di sfruttare al massimo il sistema dei fondi europei e di varcare i confini nazionali alla ricerca di nuove opportunità. Questa realtà pone inoltre questioni legate alla struttura degli studi professionali e al ruolo di supporto che possono svolgere gli Ordini. “In molti Paesi d’Europa – dice Luigi Ronsivalle, presidente del Centro Studi del Cni – all’accresciuto interesse per il sistema delle libere professioni e al ruolo sempre più importante dei servizi professionali nella difesa dell’occupazione e nell’innovazione ha corrisposto l’adozione di misure che prevedono modelli societari adeguati per l’esercizio della libera professione e una maggiore attenzione nel creare un clima imprenditoriale più favorevole”. “Nel nostro Paese – continua – non pare vi siano ancora le condizioni per un effettivo coinvolgimento del sistema professionale sia nelle procedure di programmazione, sia nel partenariato. Né pare vi sia la volontà dei decisori di coinvolgere le professioni come beneficiari o destinatari delle varie iniziative”.