Sul mercato dei cambi irrompono le presidenziali Usa

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Il punto della mattinata. Borsa italiana poco mossa questa mattina. Al momento il Ftse Italia All-Share segna -0.10%, Ftse All-Share Capped +0.08%, Ftse Mib +0.17%, Ftse Italia Mid Cap -0.45%, Ftse Italia Small Cap +0.55%, Ftse Italia Star -0.22%, Ftse Aim Italia -0.11%. 
Sopra la parità invece i mercati azionari europei. Il DAX segna +0,2%, CAC 40 +0,3%, FTSE 100 +0,2%, IBEX 35 +0,4%.

Euro poco sotto il massimo dal 15 settembre contro dollaro toccato ieri a 1,1279. EUR/USD al momento viene scambiato a 1,1260 circa. Obbligazionario eurozona in lieve rialzo. Il rendimento del decennale tedesco scende di 1 bp a -0,11%, anche quello del BTP cede 1 bp all’1,18%. Lo spread è stabile a 129 bp.
L’Ufficio Federale di Statistica Destatis ha reso noto che i prezzi alle importazioni in Germania nel mese di agosto sono scesi dello 0,2% su base mensile e sono diminuiti del 2,6% su base annuale.

Le attese degli analisti erano fissate su un calo mensile pari allo 0,1% e di un decremento annuo del 2,4%.
Sul mercato azionario, gli indici asiatici si sono ripresi dall’ondata di vendite di ieri, cancellando parzialmente le perdite. In Giappone, il Nikkei ha guadagnato lo 0,84%, il più ampio indice Topix ha guadagnato l’1%. Nella Cina continentale, gli indici compositi di Shanghai e Shenzhen hanno guadagnato rispettivamente lo 0,30% e lo 0,42%. Sul mercato offshore, l’Hang Seng di Hong Kong è salito dell’1,35%. Infine, in Europa i future sui listini azionari si sono mossi tutti in territorio positivo, suggerendo un’apertura in rialzo. Anche i future sui listini USA sono positivi, quelli sull’S&P 500 sono in rialzo dello 0,62%.

Da stanotte gli occhi degli operatori sono puntati sulle elezioni presidenziali degli States. La notte scorsa c’è stato il primo dibattito pubblico tra i due candidati alla Casa Bianca. Secondo gli esperti Hillary Clinton ha vinto il primo round su Donald Trump. E stando ai ragionamenti degli analisti il mercato dei cambi ha reagito bruscamente. Le valute dei mercati emergenti hanno infatti trovato richieste diffuse, soprattutto il peso messicano e il dollaro canadese, mettendo a segno i guadagni maggiori.

Il peso messicano è salito dell’1,70% contro il biglietto verde, la coppia USD/MXN è scesa fino a un minimo pari a 19,4848 per poi stabilizzarsi intorno a 19,55. Il peso è considerato un indicatore del sentiment del mercato rispetto al possibile esito delle elezioni negli USA, perché una vittoria di Trump si tradurrebbe sicuramente in accordi commerciali più duri per il Messico.

Anche il dollaro canadese ha trovato richieste dopo il dibattito, l’USD/CAD è sceso di nuovo sotto la soglia a 1,32, in calo a 1,3166.

Le valute legate alle materie prime di elevata qualità hanno incontrato una domanda solida durante la seduta asiatica, il dollaro australiano e neozelandese hanno guadagnato rispettivamente lo 0,47% e lo 0,38%, la corona norvegese si è apprezzata dello 0,12%, intanto ieri si è aperto il Forum Internazionale sull’Energia. 
I prezzi del greggio sono sull’ottovolante da venerdì, quando hanno iniziato a diffondersi voci su un potenziale congelamento della produzione da parte dell’OPEC. Venerdì il greggio West Texas Intermediate ha ceduto il 5%, ma poi ieri è rimbalzato a 46 USD al barile. Le speculazioni intorno ai colloqui per un congelamento della produzione rimarranno il catalizzatore principale, finché il mercato non si concentrerà sulle scorte di greggio negli USA, che saranno pubblicate domani.

Borse asiatiche

Decisa inversione di rotta per Tokyo, anche se i titoli finanziari hanno continuato a perdere significativamente. Il Nikkei 225 aveva aperto con una flessione superiore all’1% ma ha guadagnato lo 0,84% in chiusura. Appena peggio ha fatto l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,73% (mettendo però fine a una striscia di sette sedute consecutive, la più lunga dal maggio del 2014, in cui aveva sovraperformato l’indice delle blue chip nipponiche). A Seoul il Kospi ha registrato un progresso dello 0,66% al termine delle contrattazioni.

Sul fronte macroeconomico, da segnalare che in Cina i profitti del settore industriale, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica di Pechino, sono balzati in agosto del 19,3% annuo contro il progresso dell’11% registrato in luglio (5,1% in giugno) ai massimi dal settembre 2013.
In vista della chiusura, però, lo Shanghai Composite è in declino di circa lo 0,20% mentre lo Shanghai Shenzhen Csi 300 si muove sulla parità e in positivo.

Perde invece intorno allo 0,30% lo Shenzhen Composite. L’Hang Seng di Hong Kong guadagna circa l’1% (e la performance è sostanzialmente uguale per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China). 
Ancora in controtendenza Sydney, unico tra i principali indici della regione a sfuggire al declino di lunedì, con l’S&P ASX 200 che ha perso lo 0,47% in chiusura.

Borsa Usa

La Borsa di New York ha chiuso la prima seduta della settimana in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,91%, l’S&P 500 lo 0,86% e il Nasdaq Composite lo 0,91%. 
Sui mercati ha dominato il nervosismo in vista del dibattito Clinton-Trump, che si è svolto nella notte. Ma la preoccupazione maggiore, forse, è per lo stato di salute del colosso bancario tedesco Deutsche Bank.
Le vendite di nuove abitazioni sono diminuite ad agosto del 7,6% rispetto al mese precedente, attestandosi a 609 mila unità (consensus 600 mila), in calo rispetto alle 659 mila unità della rilevazione precedente.

I dati macro attesi oggi
Martedì 27 Settembre 2016

01:50 GIA Verbali BoJ;

08:00 GER Indice prezzi importazioni ago;

10:00 ITA Fatturato industriale lug;

10:00 ITA Ordini all’industria lug;

10:00 EUR M3 dest. ago;

10:30 GB Indice CBI distribuzione set;

15:00 USA Indice S&P-Case/Shiller (prezzi abitazioni) lug;

15:45 USA Indice Markit PMI servizi preliminare set;

16:00 USA Indice fiducia consumatori (Conference Board) set.