Sui marmi del Partenone gelo diplomatico fra Londra e Atene

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Il premier greco lascia Londra senza aver visto il collega Rishi Sunak

Roma, 28 nov. (askanews) – Gelo diplomatico fra Grecia e Gran Bretagna, un’altra volta, e sempre per i marmi del frontone del Partenone, le meravigliose statue scolpite da Fidia 2500 anni fa. Riposano al British Museum di Londra, ma la Grecia le rivuole.E così, in visita a Londra, il premier greco Kyriakos Mitsotakis in una intervista alla BBC ha spiegato una volta di più che la Grecia è legittima proprietaria di questo capolavoro dell’umanità, rifiutando l’ipotesi di una suddivisione. Irritato, anzi molto irritato il premier britannico Rishi Sunak ha annullato l’incontro previsto col collega greco offrendo un downgrade, un colloquio col vicepremier Oliver Dowden.Mitsotakis non ha accettato ed è ripartito per la Grecia.La posizione ufficiale di Londra è che i marmi furono acquistati legalmente da Thomas Bruce, Lord Elgin, all’inizio dell’Ottocento, e poi acquisiti dal British. La Grecia ribatte che a venderli furono gli occupanti dell’impero ottomano, che non avevano alcun diritto di disporre del patrimonio nazionale; e che rifiutarne il rimpatrio è anche una forma di razzismo, come se Atene non fosse in grado di occuparsi delle statue. Mentre il Museo dell’Acropoli, una bellissima recente struttura, è stato costruito appositamente per conservare tutta la storia dei templi ateniesi, e il posto d’onore dei capolavori di Fidia all’ultimo piano è tristemente occupato da copie.Anni fa, il parlamento britannico aveva persino approvato una legge per vietare la restituzione dei cosiddetti marmi di Elgin. D’altronde sono fra i pezzi più famosi della collezione del British Museum, attirano milioni di turisti e di conseguenza, soldi. E pensare che Mitsotakis e Sunak avrebbero dovuto discutere di conflitti in Ucraina e in Medio Oriente.