Sudafrica, Ramaphosa: inizia ora nuova fase percorso democratico

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Roma, 3 giu. (askanews) – Il voto espresso da 16 milioni di cittadini dimostra che la democrazia sudafricana è “forte e robusta”, ma il Paese si trova ora alle prese con una “nuova fase del suo percorso democratico” in cui “i partiti politici dovranno impegnarsi seriamente per trovare un terreno comune” e dare vita a un governo di coalizione. E’ quanto ha rimarcato il presidente Cyril Ramaphosa nella sua newsletter del lunedì, all’indomani della proclamazione dell’esito delle elezioni, le prime che hanno visto l’African National Congress (Anc) scendere sotto il 50% da quando ha assunto la guida del Paese, nel 1994, con Nelson Mandela.

L’Anc ha infatti conquistato il 40,18% dei consensi, contro il 57,5% del 2019, mentre il principale partito di opposizione, Alleanza democratica, ritenuto espressione dei bianchi, ha ottenuto il 21,81% dei consensi. A imporsi alle elezioni di mercoledì scorso è stato di fatto l’ex presidente Jacob Zuma, espulso sei anni fa dall’Anc e sostituito da Ramaphosa, tornato con forza sulla scena politica lo scorso dicembre con il partito, uMkhonto weSizwe (Mkp), che alle urne ha ottenuto il 14,58% dei consensi. Nelle scorse settimane, la Corte costituzionale ha vietato a Zuma di candidarsi a causa di una condanna a 15 mesi di carcere oltraggio alla corte, escludendolo di fatto dalla corsa per rivendicare la presidenza, ma eserciterà comunque una forte influenza attraverso il Mkp, soprattutto nella provincia di KwaZulu-Natal, la seconda più popolosa del Paese, dove ha ottenuto quasi la metà dei voti. L’altro partito guidato da un altro ex membro dell’Anc, Economic Freedom Fighters (Eff) di Julius Malema, ha ottenuto il 9,52% dei voti.

“Sebbene ogni partito politico abbia un mandato basato sugli impegni assunti con l’elettorato, tutti i partiti condividono il mandato generale di costruire un Paese che sia inclusivo, unito e prospero – ha rimarcato Ramaphosa – questo momento nel nostro Paese richiede una leadership responsabile e un impegno costruttivo”. A fronte della necessità dei partiti di arrivare a un accordo di coalizione, il presidente ha quindi sottolineato la necessità “ora più che mai di mettere da parte le nostre differenze e di lavorare insieme per il bene comune”.

Le elezioni di mercoledì scorso hanno fatto registrare anche il tasso di affluenza più basso degli ultimi 30 anni, pari al 58,64%. Nel 2019 l’affluenza era stata del 66%. Ora il nuovo parlamento dovrà essere convocato entro 14 giorni dalla proclamazione dei risultati elettorali e spetterà ai 400 membri dell’Assemblea nazionale eleggere il nuovo presidente. L’Anc, che ora conta 159 rappresentanti, dovrà ottenere il sostegno di circa 40 parlamentari per garantire un altro mandato di cinque anni al suo candidato, il presidente Ramaphosa, su cui il partito di Zuma ha già espresso la propria indisponibilità.

Se l’assemblea non riuscisse a trovare un accordo su un nuovo presidente, il presidente della Corte Suprema può aggiornare i lavori per non più di sette giorni e poi riprendere le votazioni.