Sud, tutto ok (o quasi) Le amnesie del prof

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Conti ok senza tesoretto ma per il Mezzogiorno il governo faccia di più”. Parola del professore Alberto Quadrio Curzio, economista di chiara fama e numerosissimi incarichi distribuiti in ogni angolo del mondo. In verità, per quanto mi riguarda preferisco sorvolare sui contenuti dell’intervista, apparsa su “Il Mattino” lunedì scorso, che – a leggerla con attenzione – sembra una sorta di elogio al premier Matteo Renzi, che “ha messo a posto i conti” (ma allora come mai il nostro debito pubblico continua a crescere, da quando ha messo piede a palazzo Chigi siamo già a +65 mld?); “ha fatto bene”, e risposto nella maniera adeguata alla sentenza della Consulta circa la rivalutazione delle pensioni, assicurando ad una parte degli aventi diritto, un “una tantum” oscillante fra i 278 e 750 euro a seconda del reddito (restituirà complessivamente, insomma, soltanto 2,2mld, “offrendo” ad ognuno, sulla base del lordo pensionistico, tra l’83 ed il 91% in meno di quanto gli è stato prelevato); ed, infine, ha rassicurato tutti sul fatto che l’Unione europea, “non ci è ostile” (ma allora come mai insiste, nel minacciare ritorsioni se non accettiamo i suoi diktat e ci chiede sacrifici, impoverendoci e costringendoci a svendere per pochi spiccioli tutti i nostri “gioielli di famiglia”?). e “con le riforme ci permetterebbe il pareggio del bilancio nel 2018” (quelle che cancellando la democrazia, abrogano gli Stati sovrani e riducono tutti alla mercé delle lobby finanziarie, dell’Ue e della Germania di Angela Markel?). Credetemi, mentre leggevo l’intervista, mi è prepotentemente esploso nelle trombe di Eustacchio quel motivetto reso famoso da una vecchia canzone francese che narra di un servitore che al telefono, cerca di rincuorare la marchesa per la quale presta servizio, assicurandole che “tutto va bene” anche se il suo palazzo è andato a fuoco ed il cavallo è morto fra le fiamme della stalla, in seguito al suicidio del marito. A dire il vero, però, il motivetto da cabaret si è trasformato in un’arietta stridula da opera buffa, leggendo che alla domanda circa il Mezzogiorno, il professore ha sottolineato l’esigenza di “un intervento specifico” (senza, ovviamente, dire quale), sostenendo che “le raccomandazioni Ue a proposito del decollo dell’Agenzia per la coesione lo dimostrano specie sul versante della spesa dei fondi comunitari” e che “il governo deve delineare una linea d’intervento chiaro: partendo, ad esempio, da porti e logistica anch’essi (guarda caso ndr) sollecitati dall’Ue”. Il che, a suo dire, “Per il Mezzogiorno sarebbe un buon ricostituente”. Insomma, le solite affermazioni di principio, con le quali si dice tutto ed il suo contrario,, ma dalle quali, cancellando la realtà, non si evince alcunché, evitando, così, che qualcuno s’arrabbi. Con l’aggiunta di un conclusione in chiave farmaco-sanitaria. Insomma, “basta un poco di zucchero e la pillola va giù”. Di più, sul “Corriere del Mezzogiorno”, dopo aver sostenuto che “il governo ha una forte attenzione verso il Sud” (già, talmente forte, che – come ha certificato l’Istat – il divario fra Nord e Sud, continua a crescere a ritmo vertiginoso) ha proposto “di utilizzare il piano Juncker per avviare massicci investimenti nel meridione”. Bene, bravo, bis. Peccato, però, che, evidentemente, non sa – o forse finge di non saperlo – che i progetti presentati dall’Italia per questo piano sono 83 per un totale di 7mld e 9mln e che di questi soltanto 3 per soli 4mln, riguardano il Mezzogiorno. A questo punto, una domanda è d’obbligo, era proprio necessario che “Il Mattino”, prima ed il “Corriere”, solo due giorni dopo, scomodassero un professore Emerito dell’Università del Sacro Cuore di Milano, vicepresidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, già presidente della Società Italiana degli economisti, come Alberto Quadrio Curzio, per sentirsi dire che, in fondo, grazie a Renzi, anche per il Mezzogiorno , “tutto va bene madama la marchesa”, ma…? Personalmente, sono convinto di no.