Le ultime stime Svimez focalizzate sul Sud Italia, sia riguardo la scelta dell’università che sull’occupazione dei neo laureati, mostrano un quadro poco roseo nel Meridione. Stoà Business School, l’Istituto di Studi per la Direzione e Gestione di Imprese con sede a Ercolano, replica snocciolando dati in controtendenza, che fotografano una realtà differente rispetto al report dell’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno.
“Per i 2.500 laureati che hanno conseguito un master presso Stoà il placement supera l’85%”, dice il direttore generale dell’Istituto, Enrico Cardillo, commentando i dati Svimez secondo i quali al Sud solo il 43% dei laureati, a tre anni dal titolo, trova occupazione. “Le nostre strutture di eccellenza – prosegue Cardillo – nel campo della formazione del capitale umano svolgono un’azione efficace e straordinaria portando i nostri giovani a livelli formativi che non hanno nulla da invidiare alle migliori scuole, università e business school nazionali e internazionali”
A queste statistiche va aggiunto che, sempre secondo lo studio Svimez, nell’anno accademico 2016/2017, 157mila giovani hanno scelto il Centro-Nord per laurearsi, con il picco della Basilicata che vede un esodo del 43,7%. Va meglio alla Campania, anche se il 14,2% dei suoi giovani sceglie comunque di studiare nel settentrione d’Italia.
“Non va fatta cadere nel vuoto la denuncia di Svimez sul drammatico costo sociale – oltre che economico – rappresentato dai giovani del Mezzogiorno che scelgono di studiare al Nord – conclude il direttore generale di Stoà -, o che vi si trasferiscono da diplomati o laureati per inserirsi nel mercato del lavoro. Il Mezzogiorno deve dunque ritornare ad essere l’opportunità per far ripartire l’Italia e trattenere i nostri giovani migliorando le condizioni di contesto locale ed orientando in questo senso investimenti e convenienza di impresa”.