Lo Studio Legale Associato Vizzino degli avvocati Riccardo Vizzino, Antonella D’Alto e Emma Vizzino scrive una lettera ai presidenti delle Regioni Basilicata e Campania per chiedere l’istituzione della figura del Garante per il monitoraggio delle truffe. Ecco il testo completo della comunicazione:
Le scrivo in qualità di legale assicurativo che svolge la propria attività principalmente in aree speciali antifrode e che ha sempre permeato la sua professione di impegno sociale, per sottoporre alla Sua attenzione una delle maggiori problematiche che attaglia la comunità che rappresenta e rispetto alla quale, si è certi, mostrerà la sensibilità che la questione merita.
Il tema concerne il dilagante fenomeno delle truffe che merita estrema attenzione perché rappresenta un grave danno patrimoniale ed all’immagine della intera collettività.
E’ purtroppo ben noto che, negli ultimi anni, la crisi economica che grava sul nostro Paese abbia fatto diventare il malcostume delle frodi un vero e proprio ammortizzatore sociale. Si è potuto notare, in particolare, che vi è un numero sempre maggiore di cittadini che anche in modo occasionale commettono reati contro il patrimonio a volte anche per indennizzi di piccolo ammontare.
In tale contesto, destano particolare preoccupazione le “truffe” a soggetti deboli, in particolar modo anziani o ammalati, vittime di illeciti o sotterfugi che avvengono prevalentemente all’interno delle mura domestiche e che portano gli autori della truffa a far credere alla “vittima” di detenere qualche particolare qualifica di pubblica utilità (addetto a servizi essenziali, quali elettricità, telefonia o riscaldamento) ovvero proponendo qualche fantomatica operazione commerciale, così inducendo la persona a corrispondere una somma di denaro, più o meno ingente, per una prestazione in realtà mai eseguita.
O, anche, in particolare con il caro energia, sono aumentati i casi di raggiro da parte di call/Center “poco professionali”, che con metodi “aggressivi” e “poco chiari” adottano tecniche per trovare nuovi clienti.
Le truffe ai danni delle persone anziane sono da sempre un grave problema che, purtroppo, anche per il maggior uso delle nuove tecnologie e le difficoltà di padroneggiarle da parte di questa fascia di popolazione, si sta diffondendo sempre più
In una vita sempre più digitale anche le truffe si consumano online: frodi negli acquisti, truffe romantiche e finte lotterie; donazioni fraudolente, oppure frodi che si realizzano mediante tecniche di phishing, vishing, smishing e accessi abusivi a banche dati. Le ultime delle ipotesi elencate sono le più sofisticate, richiedono acquisizione di informazioni attraverso accessi abusivi a banche dati, tecniche di phishing (utilizzano un messaggio che, riferendo problemi di registrazione o sicurezza, invita a fornire i propri dati di accesso al servizio riservati, di solito rimandando, con un link, ad un sito web solo apparentemente dell’istituto bancario), vishing (attraverso il telefono: voice phishing) o smishing (in questo caso sono utilizzati SMS). Altro “trucco” utilizzato dai truffatori è lo spoofing che consiste in un attacco informatico basato sulla falsificazione dell’identità.
Estremamente incidenti sono le truffe finanziarie online, che si caratterizzano essenzialmente con le seguenti condotte: intermediazione illegale e offerta di prodotti senza prospetto informativo.
Poiché l’Italia è un popolo di risparmiatori, non infrequentemente si rintracciano vittime di azioni non legali che propongono facili e veloci guadagni. Trattasi, il più delle volte di ipotesi di abusivismo finanziario dal quale è necessario difendersi informandosi ed essere difesi da istituzioni più presenti.
Nel corso dell’ultimo anno le autorità di vigilanza, Consob e Ivass, hanno oscurato centinaia di siti web pirata che operavano in Italia senza autorizzazione e in maniera fraudolenta. Sono questi i principali casi di risparmio tradito, ma non solo. Persone e aziende spesso cadono vittime di frodi che utilizzano varie tecniche di social engineering, raccogliendo “personalmente” le informazioni necessarie per la truffa o introducendosi nei sistemi informatici per rubarle. Queste truffe sono esempi tipici di come gli hacker possono facilmente giocare sulla psicologia e le percezioni della vittima.
Più nello specifico, sin dallo scoppio della pandemia, si è registrato un innegabile aumento dei tentativi di frodi bancarie online il che fa parte di una tendenza a lungo termine su scala internazionale, osservata in tutti i settori dell’economia. Secondo un’indagine condotta da PwC, il 47% delle aziende di tutto il mondo è stata vittima di frodi negli ultimi 24 mesi.
Ancora, e soprattutto in tempo di crisi, deve essere prestata estrema attenzione alla grande truffa del gioco d’azzardo che viene veicolato con messaggi pubblicitari non sempre corretti nella misura in cui sono tesi a far credere ai giocatori che la vincita sia a portata di mano, che sia facile vincere. Possiamo dire, a buon diritto, che la propensione alla pratica del gioco d’azzardo sia soprattutto mossa dal sotteso spirito truffaldino che lo contraddistingue. Il consumatore finale, sub specie giocatore d’azzardo, va incontro agli elusi meccanismi di conoscenza delle possibilità reali di perdita. Le uniche rappresentazioni, a colori accesi e in lontananza, si riferiscono esclusivamente alle vincite del negoziante e/o alla quota che potrà inverosimilmente vincere. L’aspetto pubblicitario è senza dubbio quello più rilevante in tal senso. Nel settore che qui interessa, la pubblicità, infatti, è una forma di comunicazione invadente, persuasiva, ripetitiva, generalmente imposta ai destinatari. Dunque, l’aspetto poco trasparente induce ad un convincimento acritico simile ad una imposizione su base inconscia e impulsiva. Sottrarsi alla pubblicità del gioco d’azzardo è spesso impossibile! Tale aspetto incontrovertibilmente penetrante della pubblicità assurge ad elemento fortemente incidente nel fenomeno del gioco d’azzardo, finendo per divenire pubblicità di un’attività pericolosa e socialmente negativa. Nella realtà sociale odierna, a causa soprattutto del moltiplicarsi delle formule offerte dal mercato e delle pressioni per incentivarlo presso il pubblico più vasto possibile, il gioco d’azzardo trova una diffusione enorme manifestandosi come un fenomeno altamente rischioso e criticabile, economicamente e socialmente. Ancor di più, se si considera il mancato controllo da parte degli Enti comunali sulla frequenza, modalità, contenuto veritiero del prodotto!
In realtà, oltre alla normativa generale (Es: Codice del Cosumatore), le “misure di prevenzione per contrastare la “ludopatia” sono state emanate con il c.d. Decreto Balduzzi del 2012 (D.L. 13 settembre 2012, n. 158, convertito nella Legge n. 189/12), riguardante “disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute”.
Tuttavia le disposizioni del Decreto Balduzzi si presentano come misure molto deboli. Tra l’altro, a tutt’oggi, nonostante il Decreto Balduzzi abbia prescritto precise disposizioni in merito, la dimensione o tutto quanto relativo al foglio di gioco manca di chiarezza informativa ed espositiva.
La Regione Campania ha approvato una legge per la prevenzione e la cura del disturbo da gioco d’azzardo e per la tutela sanitaria, sociale ed economica delle persone affette e dei loro familiari (L.R. 2/2020), modificata poi dalla L.R. 13/2020 che ha previsto in primo luogo, l’istituzione di un osservatorio regionale e di un fondo dedicato alle vittime del gioco d’azzardo.
Ciò nonostante, le misure adottate non hanno ancora consentito di valutarne la idoneità a contrastare sia la diffusione del gioco d’azzardo che la dipendenza a suddetti giochi.
Sempre incidenti, nonostante le azioni tese a debellarle, sono le frodi assicurative, specie nel settore della rca che, come è noto, si realizzano mediante un comportamento contrario alla legge per ottenere dall’assicurazione qualcosa che non spetterebbe. Il bene tutelato in via diretta è il patrimonio delle compagnie, mentre in modo indiretto quello degli assicurati e della collettività.
Limitando le osservazioni ai soli rami danni più rappresentativi in termini di sinistri denunciati (almeno il 35% del totale del ramo specifico) e che registrano contemporaneamente un’incidenza dei sinistri oggetto di approfondimento per finalità antifrode superiore all’1%, Ania ha rilevato che quelli maggiormente colpiti dalle frodi risultano essere infortuni, malattia, corpi veicoli marittimi, merci trasportate, incendio ed elementi naturali, altri danni ai beni ed infine r.c. generale.
Sono le regioni del Sud Italia a contraddistinguersi per un’incidenza delle frodi pari al doppio rispetto a quelle del Nord e del Centro. In particolare, nel 2020 la Campania si è confermata la regione con il valore più elevato (9,8%), anche se in miglioramento rispetto al precedente biennio.
Gli illeciti registrati sono molteplici: sottoscrizione di Polizze Assicurative Auto emesse con furto identità e sostituzione di persona finalizzati alla denuncia di falsi eventi dannosi; attivazione di polizze intestate ad utenti non verificati ne verificabili con la produzione, all’atto della stipula, di documenti di identità e libretto di circolazione, non corretti; finti sinistri elaborati e denunciati con il supporto dall’operato di professionisti del calibro di avvocati, medici, periti e altre professionalità cercano di “guadagnare” un po’ di denaro simulando incidenti stradali, incendi, rapine e eventi di questo genere.
Segno della recessione e della disoccupazione di questo periodo di estrema difficoltà, si ritiene che la truffa sia una sorta di rivalsa per il mancato impiego, sia un guadagno “dovuto”, un onere che lo Stato deve pagare per non aver provveduto al benessere di tutti.
Si mostra, dunque, una ingiustificata indulgenza nei confronti della frode perchè si è portati a credere che essa sia un reato senza vittime o, nella peggiore delle ipotesi, che le vittime siano “i ricchi”.
Non è così!
Le implicazioni sociali delle frodi non devono essere sottovalutate: in realtà esse rappresentano un business da milioni di euro ed in particolare quelle assicurative contribuiscono a fare dell’Italia il paese in Europa con i costi assicurativi più alti, i quali vengono ripartiti su tutti i cittadini, danneggiando chi vive ogni giorno di sacrifici e lavoro.
E’, dunque evidente che il fenomeno ha conseguenze devastanti, così come determinato dalle stesse compagnie d’assicurazione nel settore di loro interesse: polizze più care (con ovvie ricadute sul sistema economico generale, ad es. sui costi di produzione, sulle tariffe dei servizi gestiti dalle aziende e sui prezzi al consumo); tempi di risarcimento più lunghi (con impiego di mezzi altrimenti distraibili per altre attività e con un notevole ricorso al contenzioso); alterazione della certezza del rapporto assicurativo (resistenza ad assicurare); diffidenza nei confronti delle Imprese (problemi di immagine, di fidelizzazione, ecc..); aumento esponenziale del fenomeno (della contraffazione della documentazione assicurativa, mancata copertura e aumento del fenomeno collegato alla pirateria stradale); differenziazione degli utilizzatori (il fenomeno non è più circoscritto a determinate categorie, ma si presenta allargato a tutti gli strati sociali).
Il fenomeno delle truffe deve perciò essere considerato come un grave problema culturale e sociale, dunque, una manifestazione del malcostume e della mancanza di senso civico sul quale bisogna intervenire: le istituzioni stanno prendendo sempre più coscienza del problema e si stanno attivando affinché si possano contenere i danni, ma sullo sfondo dei vari cantieri continua a costantemente regnare quella cartina geografica, conosciuta attraverso la produzione di analisi, cifre e proiezioni, che suddivide le regioni italiane in zone più o meno fraudolente, riconoscendo il primato alla regione Campania.
In questa regione, in particolare, il fenomeno delle truffe assicurative ha suscitato diverse inchieste della competenti Procure, all’esito delle quali sono stati contestati reati associativi finalizzati alle truffe partecipati da finti danneggiati, finti danneggianti, falsi testimoni, ma anche da cosiddetti “colletti bianchi”, periti e purtroppo anche legali e operatori impiegati al servizio della giustizia.
Ci troviamo, pertanto, di fronte ad una piaga sociale, illustrata dai numeri, che non può essere sanata da una parte del mondo politico con annunci approssimativi e promesse agli italiani di non specificati interventi legislativi per contenere i costi indecenti delle polizze in alcune aree del nostro Paese.
La soluzione al problema non può che partire dalla capacità di valutare le cause, il peso sociale ed economico di ingiustificati livelli di azioni fraudolente in determinate aree ed particolari settori. Aumentare il livello di comprensione del fenomeno, evitando proclami dannosi per tutti, è il punto di svolta nella questione del caro tariffe: per risolverla servono, oltre alle azioni delle compagnie, adeguate norme che favoriscano il monitoraggio del fenomeno e la certezza della repressione, la certezza della pena, tutelando così anche i cittadini virtuosi e l’intera collettività.
Occorre, inoltre, un’operazione culturale di recupero della legalità a tutti i livelli, che faccia percepire i costi sociali dell’attività illecita.
Ed in tal senso si rende auspicabile, o meglio, opportuno provocare il necessario coinvolgimento degli enti territoriali nella lotta alle frodi. L’interesse della p.a. a contrastare il fenomeno dovrebbe essere più che evidente: da un lato allorché gli enti vengano considerati nella loro figura di istituzione rappresentativa della comunità residente, dall’altro se si considera che le inchieste della Guardia di Finanza e di Pubblici Ministeri hanno portato alle contestazione di reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa delle assicurazioni e connessi reati contro la fede pubblica e la pubblica amministrazione. Dal che ne è derivato anche un danno all’immagine della intera collettività.
Sotto altro profilo, occorre anche considerare che le gravi violazioni e/o i fenomeni di corruzione che si verificano in alcuni uffici giudiziari, sono tali da determinare un danno diretto all’erario (del che sarebbero chiamati a rispondere i magistrati ed i funzionari amministrativi che siano incorsi, con le loro disposizioni in errori ed irregolarità, secondo la disciplina generale in tema di responsabilità amministrativa), ma anche un danno indiretto rappresentato dal pregiudizio patrimoniale arrecato ad un privato che l’amministrazione potrebbe essere chiamata a risarcire, così sopportandone il relativo onere.
E’, perciò, con la consapevolezza e la ferma convinzione che in un momento socio-economico difficile come quello contingente si debba necessariamente operare per il bene comune, portando avanti proposte e soluzioni concrete, che si invitano le forze politiche ad una più approfondita conoscenza delle problematiche, provocando dibattiti e confronti tesi ad elaborare mirate azioni a tutela dei cittadini.
Nell’ottica di dare effettiva tutela alla collettività e offrire un forte segnale di disapprovazione di comportamenti illeciti, sarebbe opportuno che le pubbliche amministrazioni valutassero anche l’opportunità di costituirsi parte civile nei procedimenti penali in quanto rappresentanti della comunità lesa ed in relazione al danno all’immagine conseguente alla contestazione dei reati di associazione, nonché in relazione al danno economico/ erariale conseguente alla instaurazione e celebrazione di processi viziati da comportamenti dell’organo giudicante e funzionari amministrativi esorbitanti.
Altresì, considerato che il malcostume della truffa dilaga ormai in diversi settori, diventando sempre più “intelligente” ed al passo con i tempi, e creando spesso ripercussioni di carattere psicologico nelle vittime, sarebbe auspicabile anche la istituzione di un’Autorità di garanzia per i cittadini, cui segnalare le ipotesi di truffe, con il compito di vigliare sul fenomeno, contrastarne la diffusione, fornire tutela ai cittadini che ne siano pregiudicati.
E’ nostro auspicio che le problematiche esposte possano essere oggetto di attenta valutazione e sollecitare l’elaborazione di opportune misure di intervento in materia.