Strano ma vero

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La settimana che si è chiusa ieri può essere considerata la cartina di tornasole che dà l’ illustrazione a tutto tondo di quale orbita si sia avviata a percorrere la Terra. Per gli italiani sono stati vari e di diverso genere gli episodi che hanno turbato il loro intento, quello di trascorrere un fine settimana con un pizzico di serenità. Il crollo a Firenze dell’ edificio in costruzione che avrebbe dovuto ospitare un supermercato, è stato un evento fuori di ogni  categoria di fatti tragici da poter prevedere e prevenire. Per usare un’ espressione tipica degli ingegneri, quanto è accaduto l’ altroieri nel capoluogo toscano, dovrebbe essere escluso “per ipotesi” dagli eventi da prendere in considerazione. Potendo così metterlo in conto quando si realizza una qualsiasi opera dell’ingegno. Decisamente quanto appena è stato accennato non solo offende e addolora gli italiani ma chiunque ne sia venuto a conoscenza, anche oltre i confini di stato. Ancora una volta si piangerà per il latte versato ma, se non ci sarà un cambio di comportamento radicale di chi dovrebbe normare la sicurezza sul lavoro, le stesse lacrime saranno paragonabili a quelle dei coccodrilli. Ogni altro commento sarebbe paragonabile a quelli degli appassionati di calcio il lunedì mattina, per cui è meglio passare oltre, anche se non a piè pari. Si passa così all’ approccio, fra le tante possibili, di un’ altra notizia, questa volta proveniente d’ oltre confine e d’oltrecortina, doloroso almeno quanto quello di Firenze. È stato la morte, meglio l’assassinio, di Aleksey Navalny, il dissidente russo che da qualche anno sfidava lo zar Putin a volto scoperto. Lo stesso era stato da non molto confinato oltre il circolo polare artico e ivi carcerato in un gulag. Lo stesso tipo di quelli che illustrò lo scrittore Solgenitzin, intitolato appunto all’insieme di quelle costruzioni di pena. Per il fatto stesso che dal Cremlino sia stato dato l’ordine di carcerazione a quella latitudine, era come una sentenza di condanna a morte. Lo stesso genere di punizione climatica, anche se del tipo opposto, che viene inflitta ai reclusi nella prigione di Guantanamo. Aggiungendo anche che quel dissidente l’anno scorso era sfuggito per un niente all’ assassinio per avvelenamento. Probabilmente la sua condanna da scontare in Siberia sarà considerata da ora in poi come La cronaca di una morte annunciata, come quella descritta nel romanzo omonimo da Marquez. Solo perché non c’e due senza tre, come vuole la vulgata, e anche nel tentativo (inutile) di alleggerire gli animi dopo aver accennato quelle due disgrazie, trattenendo con la forza ogni forma di ironia. Anche perché risulterebbe impropriamente utilizzata, vale la pena di spendere comunque qualche parola sulla trasferta nella Capitale del Presidente della Regione Campania De Luca. Un solo commento potrebbe evitare l’uso di qualifiche offensive da abbinare all’episodio. Esso è stato completamente Inutile, si commenta da solo, ma anche portatore di una buona quantità di lievito che gli autori di satira politica, molto probabilmente, useranno per fate pizze e altri generi di conforto da servire agli italiani e agli altri europei. Anche perché Castigat ridendo mores, pur essendo un’ espressione in lingua latina fu coniata da un autore teatrale francese, De Santeuil, a metà del diciottesimo secolo.