Strano ma vero

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Quanto sta accadendo alle navi che percorrono le rotte sul Mar Rosso fornisce l’ennesima prova che le guerre in generale siano state combattute, fin dalla preistoria, prevalentemente per questioni economiche. Ciò avveniva già prima che questi due termini, guerra e economia, fossero stati creati e fosse stato dato loro il significato che, di questi tempi, ancora vale. Altre cause, come le religioni, i rapporti e i comportamenti, insieme a altre motivazioni, hanno fatto e ancora fanno da contorno. È difficile credere che, nel terzo millennio, siano state quelle stesse, da sole, a mettere l’una contro l’altra quelle popolazioni. Così, nel giro di poche ore, Il mondo si è venuto a trovare arricchito, (si fa per dire),di un altro conflitto, seppur derivato da quello in Medio Oriente. Esso ha per palcoscenico lo stato dello Yemen e il cielo sopra il mar Rosso. I fatti. Dall’inizio del 2024 si sono verificati diversi episodi di vera e propria pirateria con l’aggressione da parte di aerei pilotati da militari Houthi di navi da trasporto civile che incrociavano al largo del Mar Rosso. All’inizio il loro obiettivi erano solo le navi da guerra di Israele. Ben presto hanno iniziato a non tener conto di quale fosse la bandiera che quelle navi battevano. Gli Houthi sono una minoranza etnico religiosa dello Yemen che gode del sostegno e della protezione dell’Iran. Così la Persia, questo era il nome dell’Iran prima dell’arrivo al potere degli Ayatollah, si conferma la regista di quanto sta accadendo in quella parte del mondo lontana dalla civiltà, anche se relativamente. Pertanto, per alcuni versi inaspettato, il fuoco di fila americano e inglese, nelle ultime 48 ore, si è concentrato sullo Yemen. Ancora una volta le ragioni scatenanti sono state quelle economiche. Partendo da più lontano nel tempo, gli attacchi di quegli aerei da caccia avevano cominciato già dal tardo autunno scorso a essere rivolti alle navi militari che prendevano ordini, direttamente o in via mediata, da Tel Aviv. Stando così la situazione, già allora sarebbe stato corretto che non solo il governo di Netanyahu, ma anche quelli che si sono schierati al fianco di esso, avessero messo in conto una levata di scudi del nemico. Volendo essere più precisi, un lancio di bombe e altro su Israele, come quelli in atto ora. Il motivo dell’inasprimento del conflitto è presto spiegato. Fino a qualche giorno fa, le navi mercantili che navigavano in quel mare, lo facevano in prevalenza per arrivare al canale di Suez. Attraversandolo, le stesse si trovavano presto in Occidente, in quanto è quella che passa per quel canale la rotta più breve. Usando la dovuta prudenza, gli armatori di quelle navi hanno dato disposizione ai capitani delle stesse di compiere il periplo dell’Africa per arrivare in prossimità di Gibilterra. Quindi di proseguire riprendendo le normali rotte commerciali per raggiungere gli scali portuali dei paesi occidentali di destinazione. Succede che, a causa dei tempi di navigazione che, non transitando per quel canale, risultano allungati minimo 20 giorni, nonché il numero di miglia marine decisamente alto da percorrere seguendo l’antica rotta, il costo dei noli delle navi è arrivato alle stelle. L’incidenza sul petrolio si è fatta sentire subito, tant’è che al distributore i prezzi sono già saliti, pur se questa volta l’OPEC non si è mossa. C’è dell’altro: oltre al petrolio, il cui prezzo di per sé influisce non poco su tutti i processi produttivi e quindi sui prezzi al consumo, bisogna tener presente che da quella parte del mondo, in particolare da Israele, partono molte derrate alimentari fresche e quindi già di per sé a rischio di avaria. Stante come presentata la realtà logistica di quella parte del mondo, i prodotti appena indicati dovranno essere spediti in container condizionati. Da qui un altro colpo al rialzo dei prezzi al consumo sarà inevitabile. Arrivati a questo punto è già abbastanza semplice concludere che sono i soldi i veri protagonisti del dramma che si sta consumando in Medioriente come negli altri scenari di guerra. Senza tali necessarie considerazioni, è evidente, non si potrebbe capire come una cassetta di ortaggi al mercato aumenti di prezzo da un giorno all’altro. In tal modo l’attentato non riguarda solo il portafogli, quanto quel poco di pace che, un po’ dovunque, resiste. Il passo successivo sarebbero le agitazioni popolari e è facile immaginare dove finiscano per esplodere