Storia diplomatica: Selahattin Ülkümen

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Selahattin Ülkümen, nato ad Antakya il 14 gennaio 1914, è un diplomatico e console turco a Rodi durante la Seconda guerra mondiale, che aiuta molti ebrei locali a sfuggire all’Olocausto. Gli ebrei prosperano a Rodi durante i 390 anni di dominio ottomano fino al 1917 e sotto la successiva occupazione italiana fino al 1943, quando i tedeschi assumono il potere. Negli anni ’40, la comunità ebraica ammonta a circa 2.000 persone, è composta da ebrei provenienti dalla Turchia, dalla Grecia, dall’Italia e da altri Paesi del Mediterraneo, nonché dai nativi dell’isola. Il 19 luglio 1944, la Gestapo ordina a tutta la popolazione ebraica dell’isola di riunirsi nella sua sede: devono registrarsi per “un trasporto temporaneo in una piccola isola vicina”. In realtà vengono raccolti per la deportazione verso le camere a gas di Auschwitz.  Ülkümen si reca dal comandante tedesco, il generale Kleeman, per ricordargli che la Turchia è un Paese neutrale, chiede il rilascio degli ebrei, compresi non solo i cittadini turchi ma anche i loro coniugi e parenti (anche se molti di questi ultimi sono cittadini italiani e greci). All’inizio il comandante rifiuta, affermando che sotto la legge nazista, tutti gli ebrei sono ebrei e devono essere deportati nei campi di concentramento. Ülkümen risponde: “secondo la legge turca tutti i cittadini sono uguali. Non ci sono differenze tra cittadini ebrei, cristiani o musulmani”. Il console minaccia Kleeman affermando che se non li avesse rilasciati sarebbe incorso in un incidente diplomatico internazionale.  Così il comandante accetta e gli ebrei protetti da Ülkümen vengono liberati. Circa 50 persone hanno salva la vita grazie all’azione di quest’uomo Giusto, che ha continuato in seguito a fornire protezione e sostegno morale a coloro che ha strappato alla morte e ad altri ebrei rimasti sull’isola. Poco dopo questo rilascio, i tedeschi deportano in Grecia 1.673 ebrei di Rodi. Da lì, i tedeschi li trasportano nei campi di sterminio; Solo 151 del gruppo sopravvivono. Durante i bombardamenti tedeschi del consolato turco a Rodi vengono uccisi la moglie incinta di Ülkümen, Mihrinissa Ülkümen, e due dipendenti consolari. I tedeschi arrestano e deportano Ülkümen nel Pireo in Grecia continentale, dove deve restare fino alla fine del conflitto. Nei mesi seguenti, i turchi ebrei rimasti a Rodi sono sottoposti a molestie costanti da parte della Gestapo, che li trattiene per lunghi periodi di tempo. Infine, all’inizio del gennaio 1945, il comandante tedesco Kleeman ordina ai restanti ebrei dell’isola di trasferirsi in Turchia.  Dopo la guerra Ülkümen torna nel Paese, muore nel sonno il 7 giugno 2003 a Istanbul, all’età di 89 anni.