Storia diplomatica: Lucio Tarquinio Collatino

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Lucio Tarquinio Collatino fu uno dei primi due consoli romani  nel 509 aC, insieme a Lucio Giulio Bruto  .  I due uomini avevano guidato la rivoluzione che rovescio’ la monarchia . Lucio  fu costretto a dimettersi dal suo incarico e ad andare in esilio a causa dell’odio che aveva contribuito a generare nel popolo contro l’ex casa regnante. Secondo la tradizione romana, Collatino era figlio di Arruns Tarquinio, meglio noto come Egerio , nipote di Lucio Tarquinio Prisco, quinto Re di Roma. Per caso, Arruns era nato in povertà, ma quando suo zio sottomise la città latina  di Collatia, fu posto al comando della guarnigione romana lì. Da questo paese deriva il cognome Collatinus . Collatino sposò Lucrezia , figlia di Spurio Lucrezio Tricipitino.  Secondo la leggenda, mentre Collatino era fuori casa, suo cugino, Sesto Tarquinio , figlio del Re, Lucio Tarquinio Superbo, venne a casa sua di notte. Costringendosi a Lucrezia, Sesto minacciò di ucciderla, insieme a uno schiavo, e di dire al marito che l’aveva colta in flagrante adulterio con lo schiavo, a meno che non avesse acconsentito al suo desiderio. Dopo la sua partenza, Lucrezia mandò a chiamare suo marito e suo padre e raccontò loro gli eventi. Nonostante le loro suppliche e proteste contro la sua innocenza, Lucrezia le conficcò un pugnale nel petto in espiazione della sua vergogna. Infuriato per l’atto del cugino, Collatino e suo suocero portarono la notizia del crimine davanti al popolo. Furono sostenuti da Bruto, nipote del Re, e da altri che avevano subito varie crudeltà per mano del re e dei suoi figli. Mentre il re era via per una campagna, i congiurati sbarrarono le porte di Roma e stabilirono un governo repubblicano, guidato da due consoli, affinché un solo uomo non fosse padrone di Roma. Bruto e Collatino furono i primi consoli e si diedero alla difesa della città. L’ascesa di Collatino fu di breve durata; sebbene egli stesso avesse sofferto per mano del re, e avesse inaugurato la Repubblica, divenne presto oggetto di repulsione da parte di coloro che non avrebbero sopportato nessuno dei Tarquini al potere a Roma. Collatino rimase sbalordito quando Bruto, suo collega e cugino, lo invitò a dimettersi, ma resistette finché suo suocero, Lucrezio, non aggiunse la sua voce al coro. Temendo cosa sarebbe potuto succedere di lui se avesse rifiutato la richiesta popolare, Collatino depose il consolato e andò in esilio a Lanuvio . Bruto, che come nipote del re era ancora più vicino alla casa reale, fu risparmiato la stessa umiliazione, come parte della junia gena;  ; ma cadde in battaglia lo stesso anno contro le forze del re. Publio Valerio Poplicola  fu nominato console suffectus al posto di Collatino, e l’anziano Spurio Lucrezio al posto di Bruto; ma morì poco dopo, e al suo posto divenne console Marco Orazio Pulvillo, quinto ed ultimo console del primo anno della Repubblica.