Storia diplomatica: Kajetan Mérey von Kapos-Mére

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Kajetan Mérey von Kapos-Mére (Vienna, 16 gennaio 1861 – Vienna, 2 febbraio 1931) è stato un diplomatico austro-ungarico, e ambasciatorea Roma allo scoppio della prima guerramondiale. Diplomatico austriaco plenipotenziario imperiale alla conferenza dell’Aia nel 1907, fu Ambasciatore a Roma dal 1910 al 1914 e segui molto da vicino la politica italiana soprattutto durante la crisi di Tripoli e le guerre balcaniche . Tento’ invano di impedire l’intervento dell’Italia a fianco dell’Intesa. Le promesse disattese ed i malumori prima dell’ inizio delle guerre balcaniche furono causati dal mancato completamento del processo di emancipazione delle terre balcaniche da quel che rimaneva dell’Impero ottomano durante il XIX secolo. I serbi, durante la guerra russo turca del 1877-78, avevano infatti conquistato molti territori; mentre la Grecia si era annessa la Tessaglia nel 1881 (anche se poi ne dovette restituire una piccola parte agli Ottomani nel 1897) e la Bulgaria (principato autonomo dal 1878) la provincia della Rumelia orientale nel 1885. Questi tre stati, insieme al Montenegro, nutrivano mire espansionistiche verso quei territori, ancora sotto il dominio ottomano, noti con il nome di “Rumelia” e che comprendevano la Rumelia orientale, la Macedonia e la Tracia. Del resto, già a metà Ottocento, le tensioni fra gli stati balcanici desiderosi di sottrarre terre in Macedonia e Tracia all’Impero Ottomano avevano spinto le grandi potenze a far sì che lo status quo fosse mantenuto e che le autorità ottomane garantissero l’incolumità delle popolazioni cristiane a loro sottomesse, già coinvolte nella lotta per la liberazione dal dominio ottomano. Queste questioni, tuttavia, si ripresentarono quando nel luglio del 1908 i Giovani Turchi costrinsero il Sultano a ripristinare la Costituzione ottomana da lui stesso sospesa. Fu così che l’Austria-Ungheriaapprofittò dell’instabilità politica dell’Impero Ottomano per annettersi la provincia della Bosnia ed Erzegovina (già occupata, in realtà, nel 1878). A sua volta, la Bulgaria si proclamò un regno completamente indipendente (ottobre 1908), mentre i greci procedettero con l’annessione dell’isola di Creta (le Grandi Potenze, tuttavia, bloccarono quest’ultima operazione). Deluso dall’annessione all’Austria-Ungheria della Bosnia (dove vivevano 825.000 serbi di fede ortodossa e abitavano molti altri sostenitori della causa serba) e costretto a riconoscere tale annessione nel marzo 1909 mettendo così un freno alle agitazioni dei nazionalisti serbi, il governo serbo rivolse le sue mire espansionistiche verso sud, in quella che era la “Vecchia Serbia” (il Sangiaccato di Novi Pazar e la provincia del Kosovo). Alle mire serbe si aggiunsero quelle bulgare: dopo aver ottenuto l’appoggio della Russia nell’aprile 1909, la Bulgaria desiderava infatti annettere i territori ottomani in Tracia e Macedonia. Nel frattempo, il 28 agosto 1909 in Grecia, un gruppo di ufficiali (Stratiotikos Syndesmos) chiesero una riforma costituzionale, la rimozione della famiglia reale dalla guida delle forze armate e una politica estera più decisa e nazionalista con cui poter risolvere la questione cretese e ribaltare l’esito della sconfitta del 1897. A questi avvenimenti si aggiunse l’insurrezione del marzo 1910 della popolazione albanese in Kosovo (appoggiata dai Giovani Turchi) e, nell’agosto 1910, il Montenegro diventò a sua volta un regno. Nel 1911, l’occupazione italiana della Tripolitania, regione appartenente nominalmente all’Impero ottomano, ne indebolì la posizione internazionale stimolando ulteriormente le mire dei piccoli stati balcanici.