Storia diplomatica: Emilio Barbarani

109

Emilio Barbarani nasce a Verona nel 1940. Laureato in Legge e Scienze politiche, nel 1967 intraprende la carriera diplomatica. Dopo aver prestato servizio a Madrid e Buenos Aires, nel 1974, in seguito al colpo di stato militare in Cile, viene inviato a Santiago del Cile, dove la sua azione contribuirà a salvare moltissime vite. Insieme a Tommaso de Vergottini, guida la sede diplomatica italiana a Santiago del Cile negli anni ’70. Mentre in tutto il mondo centinaia di migliaia di persone manifestano contro il golpe di Pinochet, che da un anno ha precipitato il Cile nel buio di una dittatura sanguinaria, a Santiago il giovane diplomatico Emilio Barbarani tiene in scacco la DINA, la polizia segreta, proteggendo e salvando centinaia di rifugiati politici.  Barbarani, a suo grave rischio personale, organizza la fuga all’estero di circa 750 persone, tra militanti politici di sinistra, sostenitori del governo Allende, uomini, donne e bambini che volevano solo allontanarsi dal clima di terrore instauratosi in Cile. Li fa uscire dall’Ambasciata a gruppi di 40 per volta per portarli all’aeroporto, da dove li imbarca per l’Italia. È scortato dagli altri ambasciatori europei presenti a Santiago, cosicché, in caso di aggressione, sarebbero tutti testimoni. Tra mille difficoltà e spesso a rischio della propria vita, Barbarani si trova inoltre a gestire contemporaneamente la difficile situazione dei rifugiati bloccati in Ambasciata e l’inchiesta giudiziaria della morte di Lumi Videla, militante del Mir, movimento rivoluzionario di sinistra, il cui corpo martoriato viene trovato nel giardino dell’Ambasciata. Per fare tutto questo, dovrà ricorrere a tutta la sua intelligenza e a una buona dose di audacia e furbizia.  Barbarani, tornato a Santiago del Cile come ambasciatore nel 1998, ha concluso la sua carriera diplomatica da ambasciatore a Lisbona. Nel 2019 ha ricevuto il Premio speciale Flaiano di narrativa per il suo libro Chi ha ucciso Lumi Videla? (Mursia).