L’inno nazionale giapponese è considerato uno dei più belli al mondo. Venne suonato per la prima volta a corte nel 1880 in occasione del compleanno dell’Imperatore Mejii e recava il testo di una poesia del Kokinshu, un testo antico di mille anni. Con questo inno si ricorda
il compleanno dell’Imperatore (天皇誕生日 Tennō tanjōbi). Oggi i celebra il 23 febbraio ed è festa nazionale. La ricorrenza è determinata in base alla data di nascita dell’imperatore reggente, in quanto l’Imperatore Naruhito è nato in quel giorno del 1960.
Il testo
KIMI GA YO WA POSSA TU AVERE MILLE ANNI DI REGNO FELICE
CHIYO NI YACHIYO NI O MIO IMPERATORE, OTTOMILA GENERAZIONI
SAZARE ISHI NO QUANTO SERVE A QUESTI PICCOLI SASSI
IWAO TO NARI TE PER FARSI MASSIMO POSSENTE
KOKE NO MUSU MADE AI FIANCHI COPERTI DI MUSCHIO
Banzai o (Mansai) (diecimila anni) per l’Imperatore
Anche la bandiera enfatizza l’identità della nazione Nipponica. Quella giapponese, con il cerchio rosso su un campo bianco si chiama Hinomaru (sole tondo ) perché rappresenta il Sol nascente.
Un simbolo esistente dal 1400. Nariaka Shimazu (Signore si Satsuma ) propose la Hinomaru con una proclamazione ufficiale che ebbe luogo nel Gennaio del 1870 e la prima uscita fu l’inaugurazione della ferrovia a Yokohama nel 1872.
I giapponesi sono un popolo molto riservato ma questo non significa essere introversi, ma piuttosto d un atteggiamento legato al concetto sociale di Honne e Tatemae o meglio il dentro ed il fuori più comunemente parlando una certa forma e sostanza.
Questi concetti si riferiscono ai sentimenti veritieri e ai desideri profondi di una persona. Questi possono essere contrari al ruolo sociale o alle aspettative della società o della famiglia in base alla propria posizione e alle circostanze, e spesso sono tenuti nascosti a tutti, tranne ai propri amici più intimi.
Tatemae (建前), letteralmente “facciata”, indica il comportamento e le opinioni che una persona mostra in pubblico. Tatemae è quello che la società si aspetta, ciò che è richiesto in base alla propria posizione e alle circostanze, e queste possono o no corrispondere al proprio hon’ne.
In Giappone non si mostrano ne i sentimenti ne le proprie intenzioni, non si pecca di protagonismo e non si inganna l’interlocutore come pure non si brilla di luce riflessa ( con riflettori e luci ) ma di luce propria.
Al contrario succede da noi e per questo a volte il nostro essere schietti può invadere l’indole del popolo del Sol Levante ed indurlo a chiudersi evitando molti contatti.
In Giappone nulla si improvvisa nulla si mostra.
Nel mondo nipponico la forma trionfa sulla sostanza.
In Giappone non esiste un senso individuale della verità e della giustizia esiste invece una cultura basata sull’onore e l’opinion della community.
Questo viene chiamato Giri (ObbligoGi) verso il proprio buon nome ed il decoro della forma è un impegno quotidiano per ogni cittadino del Sol Levante.
È normale l’abitudine a nascondere emozioni in questo caso cito il “Zannen desu ne” ( che peccato) quando a volte si parla di scomparse anche di una persona amata, questo non significa dimostrare di non avere cuore ma al contrario si cerca il self control per non affliggere ancora di più la persona che ha subito un dolore cosi immenso per la perdita di una persona cara.
Fin dall’infanzia i bambini sanno come comportarsi in pubblico.
Fin da piccoli il chiodo che sporge va battuto ai bambini si insegna cosa fare e cosa non fare cosa dire e cosa non dire ed agire con un certo comportamento per compiacere gli altri. il Fuori è un valore assoluto.
I Giapponesi sono un popolo a parte e tra i popoli più belli e meravigliosi in un mondo tanto misterioso.
Banzai