Startup, occupazione e nichilismo Meeting tra economia e teologia

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Startup, cultura digitale e occupazione ma anche temi più teologici come verità, esistenza e nichilismo. Il programma della quarta giornata del meeting di Rimini per l’amicizia tra i popoli (giovedì 28 Startup, cultura digitale e occupazione ma anche temi più teologici come verità, esistenza e nichilismo. Il programma della quarta giornata del meeting di Rimini per l’amicizia tra i popoli (giovedì 28 agosto) è denso e articolato. Si comincia con il dialogo tra Antonio Spadaro, Direttore della Rivista La Civiltà Cattolica dialoga con Alberto Savorana, Portavoce di Comunione e Liberazione sul tema “La verotà è un incontro” e, in contemporanea, con il convegno “Creare occupazione. Quali garanzie?” cui partecipa il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Nell’ambito della convention di Rimini, cui partecioano Alessandro Bracci, Amministratore Delegato di Teddy Spa; Roberto De Santis, Presidente di CONAI; Marcello Messori, Presidente di Ferrovie dello Stato Italiane Spa Alessandro Ramazza, Presidente di Obiettivo Lavoro; Andrea Zappia, Amministratore Delegato di Sky Italia. Il convegno è introdotto da Bernhard Scholz, presidente della Compagnia delle Opere. Per un approfondimento tra filosofia e teologia l’appuntamento è alle 11.15 presso l’Eni Caffè Letterario con un incontro dedicato al tema “Alle periferie dell’esistenza nell’epoca del nichilismo” che sarà declinato da Adriano Fabris, Docente di Filosofia Morale all’Università degli Studi di Pisa; Luigi Manconi, Presidente della Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani del Senato della Repubblica italiana; Eugenio Mazzarella, Docente di Filosofia Teoretica all’Università degli Studi Federico II di Napoli. Introduce Costantino Esposito, Docente di Storia della Filosofia all’Università degli Studi di Bari. Si discuterà inoltre di “Sussidiarietà possibile: welfare e finanza per il bene comune” con Letizia Moratti, Co-fondatrice della Fondazione San Patrignano; Marco Morganti, Amministratore Delegato di Banca Prossima – Gruppo Intesa Sanpaolo; Lester Salamon, Direttore del Centro Studi sulla Società Civile alla Johns Hopkins University, USA. Introduce Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Alle 13.45 è in programma un focus presso la Sala Mimosa su “L’uomo al centro: tra imprese e start-up. un caffè con… i nativi digitali”. Partecipano: Jesus Colina, Presidente di Aleteia; Paola Sucato, Consulente Web e Social Media. Introduce Santiago Mazza, CEO di Fotonica Srl.


NEWS DAL MEETING / SEGUI LA DIRETTA 13.47 / Poletti, stop conflitti, 1 maggio unisca lavoro e impresa“Questo paese ha un clamoroso problema che non ha ancora risolto: è il tema della relazione tra lavoro e impresa”, avverte il ministro del Lavoro Giuliano Poletti. “Troppa gente pensa ancora che l’impresa sia il posto dove si sfrutta il lavoro”, e quindi che servono “paletti e filo spinato perché se li lasciamo liberi di fare quello che vogliono chissà che combinano”. Logica da superare, dice il ministro al Meeting di Rimini: “Quando il primo maggio faremo la Festa del Lavoro e dell’impresa avremo capito”. “E’ un Paese abituato a pensare che vincono le rendite e non le opportunità”, continua il ministro al Meeting di Rimini. E sulle riforme per il mercato del Lavoro dice ancora: “Cambiar la testa è un problema complicato, non cambiare le norme”, ma “se non cambiamo testa non cambiano neanche le norme”. Nel mercato del lavoro serve “un cambiamento indispensabile”, avverte quindi il ministro Giuliano Poletti: “Se non lo produrremo faremo molte riflessioni, molte analisi ma non porteremo a casa risultati”. “Fiducia, se tutti insieme faremo questo sforzo e tutti ci prenderemo un pezzetto di responsabilità i risultati non potranno che arrivare”. Art.18, no ad un braccio di ferro“Impiantare un braccio di ferro sull’art.18 senza impiantare un approccio complessivo” di riforma del mercato del lavoro “è un controsenso”, prosegue Giuliano Poletti. “Per questo abbiamo fatto la Legge Delega.Una discussione politica ci sta tutta, ma per il ministro quello è il testo di riferimento, è il testo del Governo”. “Abbiamo scelto la strada del decreto e della legge delega – ha spiegato – perché guardando indietro abbiamo visto che tutte le volte che ci siamo infilati in una scazzottata sull’articolo 18 non abbiamo combinato niente. Invece dobbiamo ottenere qualcosa”. Rispondendo a chi gli chiedeva se non ci potranno essere dei cambiamenti, Poletti ha ricordato che la legge è in discussione nelle commissioni parlamentari competenti e “ci sono già stati degli emendamenti ma l’impianto fondamentale resta quello”. “Mi sento stabilissimo”. Così il ministro del Lavoro ha poi risposto in conferenza stampa al Meeting di Cl a Rimini a chi gli chiedeva se si senta in bilico nel governo Renzi, dopo le indiscrezioni di stampa di oggi che riferiscono di contrasti con il premier sulla rifoma del lavoro. “Gli ho parlato anche ieri” ha continuato, riferendosi al fatto che con Renzi il rapporto non è cambiato. E a chi chi gli chiedeva se si senta sfiduciato ha risposto “assolutamente no”.


12.06 / Kyenge: Renzi ha tolto ministero, ma su integrazione lavoraMatteo Renzi ha tolto il ministero all’Integrazione, ma su questo tema si continua a lavorare e la delega è stata affidata al ministero del Lavoro. Lo ha ricordato l’ex ministro Cécile Kyenge interpellata dai cronisti al Meeting di Cl a Rimini. “Non è una mia scelta – ha precisato Kyenge -. L’integrazione è comunque un tema che va sempre portato avanti. In questo momento non è stato eliminato, è stato eliminato il ministero ma la delega è presso il ministero del Lavoro”. Per l’europarlamentare del Pd “l’importante è poter lavorare sull’emergenza, sull’oggi, ma anche sul domani, su come gestire la società di domani che è sempre più multietnica”. Elezione Tavecchio è mancanza coraggio – L’elezioni a presidente della Figc di Carlo Tavecchio, che aveva definito i calciatori extra comunitari dei “mangiabanane”, è una “mancanza di coraggio da parte della Figc e del nostro Paese di poter fare un passo avanti”. Lo ha detto l’ex ministro dell’Integrazione, Cécile Kyenge. “Tavecchio oggi è presidente – ha ricordato Kyenge dal Meeting di Cl – ma la vittoria arriverà quando culturalmente sapremo condannare senza eccezioni, da destra e da sinistra, quella mancanza di consapevolezza del proprio ruolo”. Infatti questo viene dimostrato “tutte le volte che qualcuno si alza e non ha rispetto del proprio ruolo cercando di portare avanti discorsi a sfondo razzista o che comunque offendono la cittadinanza”. E questo, secondo l’europarlamentare del Pd “non riguarda un solo partito”. Se si riuscirà a condannare questi atteggiamenti, secondo l’ex ministro “quel giorno lì sarà la mia vittoria. Parlo per Tavecchio, per Alfano quando parla di ‘vu compra’, parlo anche di Calderoli e di tutti quelli che in questi anni non hanno tenuto ben presente il loro ruolo”. Immigrazione, per me Alfano può ripetere l’annoAngelino Alfano “può anche ripetere l’anno” perché il tema dell’immigrazione non va affrontato sono su questioni legate la sicurezza e non va affidato a un ministro dell’Interno. Lo ha detto l’ex ministro Cécile Kyenge, dal Meeting di Cl a Rimini. “Per quanto mi riguarda – ha spiegato a margine di un incontro Kyenge – non camminiamo sulla stessa strada per cui può anche ripetere l’anno. Non condividiamo lo stesso pensiero, magari l’unico punto che posso concedergli è di essere partito a stimolare la Ue a mettere in atto un Frontex Plus, per il resto non condivido assolutamente”. “Non abbiamo la stessa politica – ha aggiunto l’ex ministro – la mia non è una politica di controllo del territorio, di sicurezza, è una politica più ampia che guarda a 360 gradi il fenomeno dell’immigrazione per tutti i suoi lati e non credo che sia il compito di in ministro dell’Interno”. Per l’europarlamentare del Pd “serve piuttosto una cabina di regia che deve mettere insieme tutti questi temi per guardare il fenomeno per quello che è e non solo sulle questioni legate la sicurezza”. Calderoli vada a fare un viaggio in luoghi della makumba “Chiedo di fare personalmente un viaggio nei luoghi della Makumba, magari vede con i proprio occhi e torna cambiato. Non sarebbe una cattiva idea”. Così l’ex ministro dell’Integrazione, Cécile Kyenge, ha risposto al senatore della Lega Nord Roberto Calderoli secondo il quale è stato colpito da una ‘makumba’ fatta dal padre della europarlamentare del Pd. “Io non credo alla makumba, ma se lui è così convinto… – ha detto Kyenge dal Meeting di Cl a Rimini –. Comunque solidarietà per tutti i guai che ha avuto, ma che questi possano essere associati alla makumba mi sembra di vivere un film di Totò, un film comico. Non so come ci vedano all’estero con tutto questo. La commedia all’italiana sarebbe veramente un film da non perdere”. Frontex Plus non mi soddisfa completamente – L’operazione “Frontex Plus” a partire da Novembre decisa da Bruxelles, con l’obiettivo di sostenere e sostituire almeno in parte “Mare Nostrum”, “politicamente è un punto di partenza”, ma “non mi soddisfa completamente”. Lo ha detto l’ex ministro all’Integrazione, Cécile Kyenge, a margine di un incontro al Meeting di Cl. “Politicamente è un punto di partenza quindi può essere il punto da cui noi andiamo a concretizzare l’articolo 80 cioè la solidarietà e l’equa ripartizione delle responsabilità ma riguarda semplicemente un settore, un tema – ha spiegato Kyenge –. Ecco perché dico che non mi soddisfa completamente”. “L’immigrazione – ha aggiunto l’europarlamentare del Pd – è un fenomeno naturale, bisogna parlare di una politica a lungo termine che non sia semplicemente emergenza. Il salto di qualità si farà in questo momento. Parlare di ‘Frontex Plus’ che viene presentato come un controllo di sicurezza per fronteggiare la criminalità organizzata degli scafisti e dei terroristi, non è sufficiente per una politica dell’integrazione che deve tenere in considerazione il post emergenza”.


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