Startup e “sindrome della vela”: lettera di un imprenditore

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Lavorando nel Bazar delle Follie, siamo riusciti a portare a termine un progetto che poi abbiamo tradotto in una startup. Lanciata sul mercato, la nuova impresa è decollata raggiungendo la quota di crociera. Il tempo delle perdite è da molto alle nostre spalle L’azienda è, oggi, una macchina da soldi. Per ogni risorsa in più impiegata, dal capitale fisico al capitale umano, la prestazione cresce più che proporzionalmente. Innoviamo senza sosta per fare sempre meglio ciò che già sappiamo fare bene. Con la nostra gamma di prodotti e servizi, siamo ormai un’impresa carica di miti e simboli. Queste le leve che sollevano l’azienda tanto da portarla sempre più in alto nelle graduatorie internazionali nel suo settore.

1. Non c’è futuro senza passato. Ciò che abbiamo fatto, e bene, ci porta a scegliere il sentiero da percorrere. Sempre in avanti, per trovarci al posto giusto al momento giusto.

2. Le mappe della conoscenza in nostro possesso ci assistono durante il processo decisionale. Che bello se esse fossero così precise nei minimi dettagli al pari della“ Mappa dell’Impero” a scala 1:1 di cui scriveva Jorge Luis Borges: ”… In quell’Impero, l’Arte della Cartografia giunse a una tal Perfezione che la Mappa di una sola Provincia occupava tutta una Città, e la mappa dell’impero tutta una Provincia. Col tempo, queste Mappe smisurate non bastarono più. I Collegi dei Cartografi fecero una Mappa dell’Impero che aveva l’Immensità dell’Impero e coincideva perfettamente con esso.”

3. Va da sé che per azionare le leve ci serviamo di esperti, quelli che esaminano le domande dei consumatori, catturano i loro bisogni e ci aiutano nel soddisfare le richieste dei clienti più fedeli.

4. Nelle sedute di brainstorming entriamo nel merito delle nostre competenze esclusive, ci soffermiamo su ciò che sappiamo di non sapere e rivolgiamo l’attenzione alle peculiarità dei nostri rivali.

4. Sappiamo di correre dei rischi, e per questo siamo impegnati nelle misure di probabilità e nell’elaborazione di business plan.

Ieri, il mio socio ed io abbiamo incontrato un non esperto, un tizio che, non conoscendo ciò che facciamo, affronta le questioni sul tappeto da un angolo visuale affatto estraneo al punto di vista degli esperti. Dice costui: non pensate che l’ascensore aziendale possa invertire marcia, prendere la via della discesa? E vi rendete conto di chi potrebbe manovrarlo a vostro discapito? Non uno dei tanti o pochi rivali, ma chi viene da Marte, che nulla sa dei vostri prodotti e servizi, ma che vi attacca sulle funzioni cui essi adempiono. Qualche esempio clamoroso? Dal passato: non più battelli a vela, ma navi a vapore; non più i telegrammi della Western Union, ma i telefoni della Bell Telephone Company. Per venire ai nostri giorni, BlackBerry e Nokia non sono stati sconfitti dai loro tradizionali rivali, ma – giusto un nome – da Apple con l’iPhone. La “sindrome della vela” ha aleggiato su di noi. Sarebbe bene rifletterci su, e presto.

piero.formica@gmail.com