Stare bene è meglio. La leadership nella complessità

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In foto un quadro di Paolo Righi

Non tutto quello che può essere contato conta
e non tutto quello che conta può essere contato
Albert Einstein

di Ugo Righi

Lo stato d’animo è un capitale.
I risultati dipendono dal capitale, dal patrimonio.
Aumentare il benessere significa aumentare il patrimonio.
C’è una stretta relazione tra cosa ma soprattutto come un soggetto o un gruppo agisce e come si sente.
Se si sente, è meglio, anche perché fa meglio.
Il capitale rappresentato dalle cose è dipendente dai comportamenti delle persone, non produce risultati indipendentemente.
Preoccuparsi di far star meglio chi sta peggio è fondamentale per i sistemi sociali, perché, normalmente, chi sta peggio (se  non starà meglio) si darà da fare per far star peggio chi sta meglio.
Quindi, ad esempio in un’impresa, preoccuparsi di migliorare le condizioni di vita di chi ci lavora, è fondamentale per avviare e mantenere qualsiasi altro tipo di miglioramento.
Allora occorre interrogarsi su cosa fa star bene le persone in termini specifici ma anche generali.
Credo che, in generale, le persone stiano meglio quando sono buone le relazioni e ovunque possano determinare, o almeno influenzare attraverso la propria soggettività, i contesti oggettivi.
Ad esempio un ruolo può essere una armatura che blocca o una tuta da ginnastica che permette salite sugli alberi.
Voglio dire che si sta bene ovunque si possa essere titolari del proprio benessere sostituendo logiche di repressività (dover fare) a espressività (voler e saper fare)  non velleitaria fecondata da conoscenza e abilità.
Quindi lo sviluppo del soggetto, in altre parole delle sue competenze, e la qualità dell’espressività sono interdipendenti.
Ecco, a questo punto, il ruolo della formazione come strumento in grado di supportare processi d’apprendimento applicativi, utili al soggetto e ovviamente al sistema.
La formazione non serve a niente se non si trasforma in apprendimento. L’apprendimento avviene agendo.
L’azione è il vero grande momento della verità, e chi ha il potere, dovrebbe usarlo per generarne  aumento diffuso in chi vive e opera nei sistemi, ragionando e agendo in modo tale che sia lievitativo e non invece a somma zero.
Gestire senza guidare e guidare senza benessere non funziona.