Stacco dividendi, Borsa italiana in pesante calo (-2,99)

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Il punto. Il Ftse Mib segna -2,99%, il Ftse Italia All-Share -2,69%, il Ftse Italia Mid Cap -0,87%, il Ftse Italia Star -0,43%. Sugli indici italiani pesano i molti stacchi di dividendo: l’impatto su Ftse Mib è stimato in un -2,17%. 

Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta della settimana in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,95%, il Cac40 di Parigi lo 0,9%, il Ftse100 di Londra lo 0,5%.
Euro in recupero dai minimi da fine marzo contro dollaro a 1,1180 toccati giovedì scorso. EUR/USD al momento segna 1,1230 circa.
Mercati obbligazionari eurozona in rialzo. Il rendimento del Bund decennale scende di 4 bp allo 0,14%, quello del BTP scende di 1 bp all’1,54%. Lo spread sale di 3 bp a 140.
Tokyo in rosso con l’indice Nikkei 225 che chiude a -0,49%. Borse cinesi incerte: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +0,29%, l’indice Hang Seng di Hong Kong segna -0,5% circa.

Future sugli indici azionari americani in ribasso dello 0,2 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,60%, Nasdaq Composite +1,21%, Dow Jones Industrial +0,38%.


Borse asiatiche
Seduta contrastata per i mercati dall’Asia che vengono complessivamente sostenuti, però, dal moderato indebolimento del dollaro Usa su aspettative in crescita per un rialzo dei tassi in giugno da parte della Federal Reserve, anche se sulla decisione aleggiano ancora gli spettri del rallentamento della Cina e del referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. 

L’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, guadagna oltre mezzo punto percentuale in scia alla positiva chiusura di ottava per Wall Street (venerdì il migliore dei tre principali indici Usa è stato il Nasdaq, in progresso dell’1,21%) e soprattutto grazie alle piazze dei mercati emergenti.

Discorso diverso per quelli “maturi”, a partire dal Giappone che soffre per l’apprezzamento dello yen sul dollaro Usa (il Bloomberg Dollar Spot Index perde circa lo 0,20% dopo tre ottave consecutive di guadagni) ma anche per dati macroeconomici tutt’altro che esaltanti. In particolare l’export cala del 10,1% in aprile (settimo mese consecutivo di declino). 
A deprimere il mercato anche indicazioni della stampa locale, secondo cui il ministro delle Finanze nipponico Taro Aso avrebbe detto allo U.S. Treasury Secretary Jack Lew che il rincaro dall’8% al 10% dell’imposta sui consumi verrà introdotto come previsto nell’aprile 2017. Il primo aumento in 17 anni, dal 5% all’8% nell’aprile 2014, era stato considerato come principale responsabile dello scivolamento del Giappone in recessione e gli osservatori erano convinti che quello del prossimo anno sarebbe stato rinviato (sarebbe il terzo posticipo per la misura). Il risultato è stato un declino superiore all’1% in intraday per il Nikkei 225 che ha poi limitato allo 0,49% le sue perdite in chiusura (performance simile per l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,44%). 

Sydney perde terreno come Tokyo. La seduta sulla piazza australiana è condizionata in negativo soprattutto dai titoli minerari (Rio Tinto e Bhp Billiton perdono oltre il 2%) e petroliferi. I future sul minerale di ferro in consegna nel porto cinese di Qingdao hanno segnato un crollo dell’6% ai minimi degli ultimi tre mesi, mentre il petrolio ha aperto la seduta sui mercati asiatici con una perdita di circa mezzo punto percentuale (modesto progresso invece per l’oro in scia al deprezzamento della divisa Usa). Il risultato è stato il deprezzamento dello 0,55% per l’S&P/ASX 200 al termine degli scambi. 
Positiva invece la seduta di Seoul (il Kospi chiude in progresso dello 0,39%), come pure per i mercati cinesi. A circa un’ora dalla chiusura lo Shanghai Composite è in crescita di circa lo 0,30% mentre lo Shanghai Shenzhen Csi 300 ha eroso gran parte dei suoi guadagni e si muove intorno alla parità.

In progresso di circa lo 0,70% è invece lo Shenzhen Composite. Anche l’Hang Seng di Hong Kong si muove intorno alla parità, restando in positivo (fa decisamente meglio l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, che guadagna circa lo 0,30%).

 

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso l’ultima seduta della settimana scorsa in rialzo grazie al balzo del settore tecnologico. 

Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,38%, l’S&P 500 lo 0,6% e il Nasdaq Composite l’1,21%.
Le vendite di abitazioni in corso sono cresciute ad aprile dell’1,7%, a 5,45 milioni, rispetto al dato di marzo pari a 5,36 milioni. Il dato è risultato superiore al consensus fissato su un incremento dell’1,3% ma in calo dal +5,1% della rilevazione precedente.

I dati macro attesi oggi
Lunedì 23 Maggio 2016

01:50 GIA Bilancia commerciale apr;

04:00 GIA Indice PMI manifatturiero (prelim.) mag;

09:00 FRA Indice PMI manifatturiero (prelim.) mag;

09:00 FRA Indice PMI servizi (prelim.) mag;

09:30 GER Indice PMI manifatturiero (prelim.) mag;

09:30 GER Indice PMI servizi (prelim.) mag;

10:00 EUR Indice PMI composito (prelim.) mag;

10:00 EUR Indice PMI manifatturiero (prelim.) mag;

10:00 EUR Indice PMI servizi (prelim.) mag;

12:15 USA Intervento Bullard (Fed);

14:00 USA Intervento Williams (Fed);

15:45 USA Indice Markit PMI manifatturiero (prelim.) mag;

16:00 EUR Indice fiducia consumatori (flash) mag.