Spesso sono scricchiolii appena udibili quelli che precedono il boato generato dalla lesione di un edificio

Dopo la Fed, anche la Bce ha alzato il costo della valuta che gestisce, l’euro, dello 0,25 %. È successo ieri, in coincidenza di altri eventi locali che sicuramente non daranno aiuto nella lotta contro l’ inflazione. A causa della scadenza dell’ operatività del provvedimento governativo emanato per contenere gli aumenti del prezzo del gas ricadenti sull’ utenza finale, quindi sulle aziende e le famiglie italiane, la prossima bolletta del gas che esse riceveranno, conterrà un incremento del prezzo di un buon 22%. Esso corisponde a poco meno di 1/4 della quotazione precedente. Due sono le considerazioni che scaturiscono senza indugio da una operazione del genere. La prima è quella che quando è stato comunicato che per il Paese si cominciavano a intravedere segnali di ripresa, era tornata in auge la consuetudine di enfatizzare i segnali positivi e minimizzare quelli negativi emessi dal sistema. La seconda è che l’inflazione, che già prima che il tasso dell’ euro avesse ripreso a correre in salita, era tornata a aumentare, accelererà ancora il passo e quindi si dovrà ripartire daccapo per contrastarla. Come si combineranno gli effetti a seguito del deliberato della Bce, e del non rinnovato alleggerimento del prelievo fiscale da parte dell’Esecutivo lo si riscontrerà a stretto giro. Non è affatto gradevole per gli italiani ascoltare una forma di proclama un giorno si e quello successivo anche, proveniente dalla stessa fonte o da un’ altra di pari autorevolezza, il secondo in contrasto con il primo. Se i loro autori fossero in buona fede, ricorrerebbero i presupposti che offrivano agli antichi romani che assistevano alle attività dei tribunali, l’occasione per esclamare: “ab oscura cogitatione, obscurus sermo”, da un pensiero contorto (viene fuori) un ragionamento altrettanto incomprensibile. Se invece tale modo di agire non fosse accompagnato da quella tara, allora l’episodio sarebbe ancor più grave. Tanto perchè tutto quanto riferito finirebbe per essere considerato un indicatore della mancata conoscenza da parte di diversi rappresentanti del popolo di come funziona la macchina dello stato. Non è affare di poco conto perché è certo che ciò disorienta gli italiani impegnati nel tentativo di uscire da un ginepraio che sta pericolosamente avviluppando la loro stessa esistenza. È quello che sta portando altri frutti, si legga segnali quanto meno destabilizzanti, per la normale routine degli italiani. È vero che de minimis non curat praetor, ma se tali minimi sono più che diffusi nel tessuto sociale italiano, il riferimento è da fare con un altro fenomeno, non più nell’ambito giuridico, bensì in quello agricolo. Un detto in uso nelle masseria riporta il triste episodio di un asino che stramazzò sotto il peso di tante “sparre”, al mondo urbano tovagliette da cucina, appoggiate sulla sua groppa una alla volta dai contadini. In effetti si assiste sempre più spesso al rifiuto dell’ accettare in pagamento da parte dei preposti alle casse dei negozi che effettuano le vendite al dettaglio, molte volte giornaliere, delle frazioni di euro espresse dalle monetine dal valore al di sotto dei 10 centesimi. Difficile che qualcuno dei clienti ne faccia oggetto di diatriba, ma al momento non esiste in Italia nessuna disposizione che limiti il potere liberatorio di quelle monetine. È altrettanto vero che fa comodo alle autorità non prendere per ora in considerazione l’argomento, perché una situazione del genere favorisce la diffusione del pagamento con carta di credito, Non si può altresì negare che il fatto costituisce un segnale di mal funzionamento della circolazione monetaria. Mezzo secolo fa un episodio dai connotati esattamente opposti, la rarefazione delle monete espresse in lire, quella da 50 e quella da 100, fecero si che le banche in genere cominciassero a emettere assegni circolari di quegli importi, aventi un gradimento, da parte di chi li accettava in pagamento, pressochè incondizionato. La Banca d’ Italia non prese alcuna posizione in merito alla vicenda, così tutto durò per qualche anno e poi finì. Uno dei motivi che ne resero effimera la loro circolazione fu perché la qualità della carta su cui erano stampati quei mini titoli era scadente. Tale particolare ne determinava un’ elevata
caducità che ne fece finire nel cestino della carta straccia una grande quantitá. Sarebbe curioso conoscere quanto del denaro a corso legale versato in contropartita sia rimasto nelle casse delle banche emittenti. Ciò in quanto molti tra coloro che avevano detenuto quei pezzi di carta colorata, non potettero presentare materialmente i titoli all’incasso perchè danneggiati pesantemente.. Qualcosa del genere era già accaduta alla fine dell’ ultima guerra mondiale con le AM lire che gli alleati immisero senza riguardo o quasi per le economie dei paesi dove i loro eserciti combattevano. Era talmente approssimato e effimero il loro corso che alla fine venivano scambiate a sacchi pieni. Ritornando al giorno d’oggi, è facile legare quanto sta accadendo al fenomeno inflattivo.Tentando di escludere quelle monetine dal circuito ordinario perché ormai il loro potere liberatorio si è quasi azzerato a causa della più che onerosa loro gestione, gli esercenti stanno spostando sempre più la prezzatura dei loro articoli arrotondando i valori ai dieci centesimi. Una condotta del genere non è certo compatibile con le manovre rivolte al contenimento dell’ inflazione. Solo per completare il quadro, tale problema non è nuovo, soprattutto nei paesi dell’ Europa del Nord. Esso fu anticipato all’allora Presidente della BCE Duesenberg da parte di diversi presidenti di banche centrali. Per una descrizione più completa della vicenda è doveroso aggiungere che gli stessi proposero più volte ai vertici della BCE di introdurre la banconota da due euro. La Presidente La Garde farebbe ancora in tempo a compiere un passo in tal senso, perchè negli USA una scelta simile fatta da tempo, continua a incontrare gradimento. Restano comunque misure transitorie in quanto, continuando a diffondersi l’ utilizzo della moneta di plastica, non a lungo mancherá l’oggetto del contendere. Da domani tutti a mani basse sul pezzo. Giugno è vicino e con esso diversi cancelli che aspettano con ansia di essere riaperti, senza che le parti sociali si arrocchino su posizioni di intransigenza. La sfida in corso tra l’umanitá e le avversitá si vince tutti insieme. Altrettanto succederebbe se malauguratamente, si dovesse perdere. Piacciano o meno, le cose stanno così.