Spazio, Rosetta termina la missione: a bordo industria e “cervelli” made in Italy

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E’ ormai scattato il conto alla rovescia per la fine della missione della sonda europea dell’Esa Rosetta che il 30 chiuderà i contatti atterrando sulla sua cometa 67/P e concludendo così la missione dell’Agenzia Spaziale Europea cui hanno contribuito i suoi stati membri e la Nasa. Una straordinaria avventura che parla molto anche italiano. La sonda Rosetta, grazie al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), è infatti frutto anche della capacità industriale e accademica del nostro Paese. Il colosso aerospaziale Leonardo ha gestito la progettazione e la realizzazione degli strumenti scientifici sviluppati con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, Università Parthenope di Napoli, Politecnico di Milano e l’Università di Padova-Cisas. L’azienda italiana, che ha come azionista di maggioranza il ministero dell’Economia, ha infatti partecipato alla missione Rosetta realizzando numerosi prodotti ad alto contenuto tecnologico, a partire dal sensore di assetto stellare A-Str, che ha consentito alla sonda di orientarsi nello spazio e puntare la sua antenna per inviare i segnali sulla Terra. La telecamera di navigazione (Navcam) di Leonardo ha rilevato immagini ad alta risoluzione durante i passaggi dagli asteroidi Steins e Lutetia e ha guidato Rosetta fino alla cometa, con il compito di continuare a riprenderne immagini della superficie durante i due anni nei quali l’ha accompagnata nel suo volo. Il colosso aerospaziale italiano, che ha come maggiore azionista il Ministero dell’Economia, ha anche realizzato lo strumento Giada (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator), un analizzatore delle polveri e delle particelle nella chioma della cometa che ne ha misurato le proprietà fisiche e dinamiche, la relazione fra gas e materia granulosa e la velocità delle particelle; con lo strumento Virtis (Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer) per l’osservazione e determinazione della composizione delle sostanze che compongono il nucleo della cometa, che ha permesso ai ricercatori impegnati nella missione la scoperta, tra le altre cose, dell’esistenza di un ciclo dell’acqua di cui si ignorava l’esistenza.