Spazio, permafrost e climate change: nuova missione Esa-Nasa

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(foto da Pixabay)

Una nuova ricerca ha permesso di approfondire la comprensione delle complessità del disgelo del permafrost e di come il carbonio viene rilasciato nel tempo, grazie ad una iniziativa condotta in collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (Esa) e la Nasa. Sottolineando l’importanza del permafrost nel sistema climatico, la rivista Nature Reviews Earth & Environment ha recentemente presentato una vasta gamma di articoli di ricerca in una raccolta che esamina i cambiamenti fisici, biogeochimici ed ecosistemici legati al disgelo del permafrost e gli speciali impatti associati.
Il permafrost svolge un ruolo fondamentale nell’impedire al nostro pianeta di perdere la sua temperatura globale, ma l’aumento delle temperature globali, particolarmente evidente nell’Artico, sta provocando il disgelo del suolo sotterraneo e il rilascio di carbonio di lunga data nell’ atmosfera. Lo scongelamento improvviso e il termocarsimo, che è un rapido processo di degradazione del permafrost, possono emettere quantita’ sostanziali di carbonio nell’atmosfera molto rapidamente, anche nel giro di pochi giorni. Questi processi rischiano di mobilitare il carbonio profondo contenuto nello jedoma (o yedoma). Lo jedoma e’ un tipo di permafrost formatosi tra 1,8 milioni e 10.000 anni fa che e’ particolarmente ricco di materiale organico, quindi una fonte significativa di metano atmosferico. Gli incendi sempre più frequenti nell’Artico porteranno anche un flusso di carbonio notevole e imprevedibile.