Spazio, basi lunari con stampe in 3D: materie prime “locali” per il progetto Glam

322

Geopolimeri per Additive Manufacturing e Monitoraggio Lunare (Glam) e’ il nome del progetto biennale dell’Universita’ di Padova finanziato con oltre 400.000 euro dall’Agenzia Spaziale Italiana ed e’ risultato vincitore del bando “Giornate della ricerca accademica spaziale”, classificandosi al primo posto nell’area tematica “Materiali Avanzati”. Si pone la finalita’ di realizzare elementi strutturali per la costruzione di basi lunari, mediante un approccio di stampa 3D che utilizza leganti cementizi formulati a partire da suoli lunari (regoliti), secondo il principio dello sfruttamento di materie prime disponibili in loco. Tale principio consentirà di minimizzare i costi e l’impatto ambientale dovuti al trasporto di materie prime dal pianeta Terra alla Luna. Glams – coordinato dal Centro di Ateneo di Studi e Attivita’ Spaziali “Giuseppe Colombo” (Cisas) – in partnership con l’Istituto di Chimica della Materia Condensata e di Tecnologie per l’Energia del Cnr (Icmate) con sede a Genova e WASP, azienda italiana leader nel settore della stampa 3D – vede come responsabile scientifico il professor Luca Valentini del Dipartimento di Geoscienze, mentre Carlo Bettanini e Giorgia Franchin del Dipartimento di Ingegneria Industriale sono i leader di specifici work package. Il team di ricerca intende ottimizzare il “cemento lunare” formulato a partire dalla regolite, tenendo conto delle specificita’ delle condizioni ambientali del satellite, tra cui le elevate escursioni termiche, le condizioni di ridotta gravita’ e pressione atmosferica e l’impatto di micro-meteoriti.