Il Ftse Mib segna +0,52%, il Ftse Italia All-Share +0,48%, il Ftse Italia Mid Cap +0,12%, il Ftse Italia Star +0,29%.
Mercati azionari europei in positivi con l’eccezione di Madrid su incerto esito elezioni: DAX +1,2%%, CAC 40 +0,5%, FTSE 100 +0,7%, IBEX 35 -2,3%. Future sugli indici americani attualmente in rialzo dello 0,8 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 -1,78%, Nasdaq Composite -1,59%, Dow Jones Industrial -2,10%. Lieve calo a Tokyo con il Nikkei 225 che chiude a -0,37%.
Positive le borse cinesi: a Shanghai l’indice CSI 300 termina a +2,60%, a Hong Kong l’Hang Seng a +0,17%.
Euro poco mosso contro dollaro. EUR/USD al momento oscilla in area 1,0860.
Avvio debole per l’obbligazionario eurozona, soprattutto per la periferia-euro dopo il risultato incerto delle elezioni spagnole: il rendimento dei Bonos decennali sale di ben 19 bp all’1,89%.
Il rendimento del BTP decennale rispetto alla chiusura precedente è in calo di 6 bp all’1,64%, quello del Bund cede 1 bp allo 0,57%. Lo spread sale di 5 bp a 107.
Mercati asiatici
I mercati dell’Asia hanno v irato in territorio positivo dopo le significative perdite registrate all’avvio degli scambi in scia alla seduta negativa di venerdì per Wall Street (il peggiore dei tre principali indici Usa è stato il Dow Jones Industrial Average, in declino del 2,10%) in parte per il cosiddetto Quadruple Witching (giorno in cui vanno in scadenza tutti i future e le opzioni su indici e azioni), in parte per la deludente lettura flash del Pmi nei servizi, ma ancora una volta su corsi del petrolio in declino (tra l’altro proprio venerdì il Congresso Usa ha cancellato, dopo 40 anni, il divieto all’export di greggio fuori dal Paese).
E per l’oro nero non si può dire certo che la nuova ottava sia partita bene: i future sul Brent con scadenza a febbraio hanno toccato infatti un minimo di 36,17 dollari al barile sull’Ice Futures Europe, livello intraday più basso dal 13 luglio del 2004, dopo avere chiuso venerdì a 36,88 dollari, ai minimi dal dicembre 2008. Alla fine, però, l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha segnato un modesto apprezzamento nell’avvio di un’ottava con il freno tirato in vista delle festività. A Tokyo la seduta si era aperta con un declino dell’1,70% ancora in scia alla decisione a sorpresa della Bank of Japan, che venerdì ha annunciato l’acquisto di Etf per 300 miliardi di yen (2,26 miliardi di euro al cambio attuale) l’anno, in aggiunta alla conferma del piano di espansione della base monetaria, ampiamente prevista dagli economisti, porta to a 80.000 miliardi di yen l’anno (oltre 600 miliardi di euro al cambio attuale) nell’ottobre dello scorso anno.
Sul fronte macro, l’indice delle attività industriali è tornato a crescere in ottobre dopo tre mesi consecutivi di declino. Alla fine della seduta il Nikkei 225 ha limitato i danni, perdendo solo lo 0,37% con la peggiore performance dell’indice segnata da Toshiba. La conglomerata ha perso il 9,81% (da inizio anno il titolo si è deprezzato di oltre il 50%) su indiscrezioni del quotidiano finanziario Nikkei secondo cui sarebbe in arrivo una perdita netta da record nell’anno a quota 500 miliardi di yen (circa 3,8 miliardi di euro al cambio attuale).
A Seoul il Kospi ha segnato invece un progresso dello 0,30% al termine degli scambi.
Nonostante le materie prime continuino a essere in declino (solo l’oro ha proseguito nei guadagni dopo il significativo progresso registrato a fine ottava), a Sydney la seduta si è chiusa in positivo. L’S&P/ASX 200, che pure aveva aperto in territorio negativo, ha terminato la giornata sostanzialmente invariato (il guadagno si è limitato allo 0,05% dopo lo 0,09% d’incremento registrato venerdì). Di tutt’altro tono la giornata per le piazze cinesi, con lo Shanghai Shenzhen Csi 300 che segna la migliore performance, guadagnando quasi il 2,5% avviandosi alla chiusura. Bene, seppure sotto al 2% di progresso, anche Shanghai Composite e Shenzhen Composite (intorno all’1% l’apprezzamento dell’indice cinese che più rappresenta le Pmi).
In territorio positivo anche Hong Kong, ma l’Hang Seng limita intorno allo 0,40% il suo guadagno (decisamente meglio fa invece l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento per la Corporate China sulla piazza dell’ex colonia britannica, in progresso dell’1,40% circa).
Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in forte ribasso. Il Dow Jones ha perso il 2,1%, l’S&P 500 l’1,78% e il Nasdaq Composite l’1,59%.
Calo del petrolio e scadenze tecniche hanno affondato i mercati azionari Usa. Il greggio (Wti) ha lasciato sul terreno altri 22 centesimi a 34,73 dollari al barile. Venerdì è stata la giornata delle “quattro streghe”, giorno in cui vanno in scadenza tutti i futures e opzioni su indici e azioni. Nell’arco della settimana il Dow Jones ha perso lo 0,8%, l’S&P 500 lo 0,3% e il Nasdaq Composite lo 0,2%.
Deludente il dato macroeconomico pubblicato in giornata. Markit Economics ha comunicato la stima flash di dicembre dell’indice PMI dei Servizi: la lettura si e’ attestata a 53 ,7 punti in calo rispetto a quella del mese precedente, pari a 56,1 punti, indicando un rallentamento della crescita, sui livelli minimi da 12 mesi. Sul fronte societario male in particolare il comparto finanziario.
Tra i singoli titoli BlackBerry +10,38%. Il produttore di smartphone ha annunciato una trimestrale migliore del previsto. Nel terzo trimestre la perdita è calata a 89 milioni di dollari da 148 milioni di un anno prima.
Escluse le poste straordinarie la perdita per azione si è attestata a 0,03 dollari, nettamente meglio rispetto al rosso di 15 centesimi indicato dal consensus. I ricavi sono diminuiti a 548 milioni da 793 milioni risultando tuttavia superiori alle attese (consensus 489 milioni).
Darden Restaurants +7,06%. La catena di ristoranti ha alzato le stime di utile per l’esercizio in corso a 3,25-3,35 dollari da 3,15-3,30 dollari della precedente guidance. La società ha anche aumentato il dividendo trimestrale a 0,50 dollari da 0,4375 dollari e annunciato un nuovo programma di acquisto di azioni proprie da 500 milioni di dollari. Nel secondo trimestre l’utile per azione adjusted si è attestato a 0,54 dollari, 2 centesimi in più delle attese.
Boeing -4,16%. Wells Fargo ha tagliato il rating sul titolo del colosso aerospaziale a market perform da outperform.
CarMax -6,4%. Il rivenditore di auto usate ha pubblicato una trimestrale deludente. L’utile è calato a 128,2 milioni di dollari (0,63 dollari per azione) da 130 milioni dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono cresciuti del 4,1% a 3,54 miliardi mentre le vendite a parità di negozi sono calate dello 0,8%. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,68 dollari su ricavi per 3,61 miliardi e vendite in crescita dell’1,9%.
Fossil Group -2,75%. Goldman Sachs ha tagliato il rating sul titolo del produttore di orologi a sell da neutral.
Red Hat +3,22%. Il produttore del sistema Linux ha pubblicato una trimestrale superiore alle attese ed ha rivisto al rialzo le stime per l’intero esercizio. Nel terzo trimestre l’utile per azione adjusted si è attestato a 0,48 dollari su ricavi per 523,6 milioni. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,46 dollari su ricavi per 521 milioni. Per l’intero esercizio i ricavi sono attesi a 2,044-2,048 miliardi da 2,034-2,044 della precedente guidance.
Walt Disney -3,98%. BTIG ha tagliato il rating sul titolo del colosso dell’intrattenimento il rating a sell da neutral.
Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta poco mosse. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,25%, il Ftse100 di Londra lo 0,1%. Deciso ribasso invece per l’Ibex35 di Madrid (-2,3%) dopo l’esito delle elezioni politiche. Nelle ultime elezioni politiche nessun partito ha ricevuto abbastanza voti per governare da solo.
In Germania l’Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che nel mese di novembre l’Indice dei Prezzi alla Produzione e’ diminuito dello 0,2% su base mensile a fronte di un calo dello 0,4% della rilevazione precedente. Su base annuale il PPI è diminuito del 2,5%.
Male i titoli spagnoli. Endesa perde il 4%, Santander, Telefonica e Iberdrola lasciano sul terreno oltre tre punti percentuali.
Italia
Piazza Affari ha chiuso in ribasso (Ftse Mib –1,31% a 21.241,93 punti), venerdì scorso, dopo due sedute più che positive innescate dalla storica svolta della Federal Reserve.
Sono tornati sotto pressione i titoli del settore del lusso: Luxottica ha ceduto il 2,24% a 59,05 euro, Moncler ha lasciato sul parterre il 3,25% a 13,11 euro e Salvatore Ferragamo è arretrata del 2,63% a 21,49 euro.
Male FCA (-0,93% a 12,76 euro) che ha deciso di richiamare volontariamente 32.784 Suv negli Stati Uniti per installare dispositivi migliorati che offrano una maggiore protezione all’umidità, una condizione che può portare a un corto circuito, creando un pericolo di incendio.
La maglia nera sul Ftse Mib è stata indossata da Mediaset che ha mostrato un tonfo del 3,34% a 3,766 euro.
Tra le banche sono finite in negativo i due colossi italiani: Intesa SanPaolo e Unicredit hanno perso rispettivamente l’1,03% a 3,088 euro e l’1,83% a 5,11 euro. In controtendenza la Popolare di Milano che ha chiuso con un progresso dello 0,60% a 0,919 euro. Snam (invariata a 4,80 euro) ha resistito alle vendite in scia alla promozione da parte di Deutsche Bank che ha alzato il giudizio sulla società del gas a buy dal precedente hold.
I dati macro attesi oggi
Lunedì 21 dicembre 2015
05:30 GIA Indice attività industriale ott;
06:00 GIA Bollettino mensile BoJ;
08:00 GER Indice prezzi alla produzione nov;
12:00 GB Indice CBI vendite distribuzione dic;
16:00 EUR Indice fiducia consumatori (flash) dic.