Soros diventa socio Ferrari

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Il punto. La borsa italiana appare poco sotto la parità, stamane: il Ftse Mib segna -0,36%, il Ftse Italia All-Share -0,29%, il Ftse Italia Mid Cap -0,11%, il Ftse Italia Star +0,31%.
Mercati azionari europei in lieve calo: DAX -0,1%, CAC 40 -0,3%, FTSE 100 -0,7%, IBEX 35 -0,2%.
Future sugli indici azionari americani al momento in ribasso dello 0,2 per cento circa. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +1,65%, Nasdaq Composite +2,21%, Dow Jones Industrial +1,59%.
In rialzo Tokyo con il Nikkei 225 a +2,28%. Borse cinesi complessivamente positive: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -0,31%, a Hong Kong l’indice Hang Seng +2,32%. Euro stabile contro dollaro poco sopra il minimo dall’8 febbraio a 1,1106 toccato ieri pomeriggio. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1135.
Mercati obbligazionari eurozona in rialzo. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente cede 1 bp allo 0,26%, anche quello del BTP scende di 3 bp all’1,58%. Lo spread cede 2 bp a 132 bp.
Deboli i bancari con l’indice FTSE Italia Banche a -1,2%.

Borse asiatiche
Dopo il rally di mercoledì delle Borse europee (i principali mercati del Vecchio Continente hanno sfiorato un progresso del 3%) e la più che positiva seduta di Wall Street (era dall’ottobre 2011 che non venivano registrate tre sessioni consecutive di guadagni), l’Asia ha riaperto in segno più che positivo al traino di Tokyo. Il Nikkei 225 ha chiuso con un incremento del 2,28% (mentre l’indice più ampio Topix ha guadagnato il 2,25%), che è stata la migliore performance della regione. Lo yen ha continuato a recuperare nei confronti del dollaro Usa, ma i titoli dei grandi esportatori, che pure hanno sottoperformato l’indice, hanno segnato significativi guadagni. Sul fronte macroeconomico, gennaio è stato il quarto mese consecutivo di declino per le esportazioni del Sol Levante, scese del 12,9% annuo dopo l’8% di declino registrato in dicembre e contro la flessione dell’11,2% del consensus del Wall Street Journal. Le importazioni sono invece crollate del 18% (performance identica a quella di dicembre), nel 13esimo declino mensile consecutivo. 

Questo non ha però impedito ai colossi del trading (che forniscono al Giappone dai metalli all’energia, dalle granaglie ai tessuti) di registrare performance più che positive: Mitsubishi, Mitsui, Sumitomo, Itochu e Marubeni (i cinque colossi del settore) hanno segnato progressi del 2-5% nella seduta.

Se dai verbali del meeting di 26-27 gennaio del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione che si occupa di politiche monetarie) è emersa scarsa propensione da parte della Federal Reserve a un nuovo rialzo dei tassi d’interesse Usa in marzo (e forse anche oltre), il petrolio ha continuato la sua difficile risalita, dopo che l’Iran ha manifestato il suo sostegno all’accordo raggiunto tra Arabia Saudita e Russia per mettere un tetto alla produzione in modo da stabilizzare i prezzi. Il risultato è stato un incremento dei corsi dell’oro nero di circa il 2% dopo il rally del 7% segnato mercoledì. E a Sydney si è assistito a un generalizzato rally dei titoli delle materie prime: Bhp Billiton ha guadagnato il 6,07% mentre Rio Tinto si è apprezzata del 3,06% ed è stato addirittura del 7,60% il progresso di Santos. Hanno sovraperformanto il listino anche i titoli finanziar i (il migliore è stato Macquarie Group, apprezzatosi del 4%). E l’S&P/ASX 200 ha segnato un guadagno del 2,25% a fine seduta. Più limitato il progresso di Seoul, con l’1,32% di progresso del Kospi.
Il clima di ottimismo non è però riuscito a contagiare Shanghai e Shenzhen. Le piazze cinesi, in positivo per gran parte della seduta, hanno chiuso in perdita. Lo Shanghai Composite ha segnato infatti una flessione dello 0,16% e lo Shanghai Shenzhen Csi 300 si è deprezzato dello 0,31% mentre lo Shenzhen Composite ha registrato un declino dello 0,34% al termine delle contrattazioni.
Sul fronte macro, i prezzi al consumo per gennaio in Cina hanno segnato un incremento dell’1,8% annuo contro l’1,6% registrato in dicembre, in linea con le stime degli economisti. Hong Kong si è invece allineata alla performance generale del Continente. Avvicinandosi alla chiusura, infatti, l’Hang Seng guadagna circa il 2% (performance leggermente migliore per l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, in progresso intorno al 2,5%). 

Borsa Usa
Terza seduta consecutiva positiva a Wall Street.Il Dow Jones ha guadagnato l’1,59%, l’S&P 500 l’1,65% e il Nasdaq Composite il 2,21%. L’azionario Usa ha beneficiato del forte recupero del prezzo del petrolio (il Wti ha guadagnato oltre cinque punti percentuali ed è tornato sopra i 30 dollari al barile). Dai verbali dell’ultima riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve, è emersa una certa preoccupazione per un possibile rallentamento in Cina ed altre economie emergenti. Nel meeting di gennaio è stato discusso se modificare o meno la futura politica di incremento dei tassi. Indicazioni miste dai dati macroeconomici pubblicate in giornata.
I nuovi cantieri residenziali sono diminuiti nel mese di gennaio passando da 1143 mila unità a 1099 mila unità. Il dato e’ inferiore alle attese degli analisti che si aspettavano un valore pari a 1170 mila unità. Diminuiscono anche le Licenze edilizie scese a 1202 mila unità da 1204 mila unità (consensus 1200 mila unità). Nel mese di gennaio la Produzione Industriale ha evidenziato un incremento dello 0,9% rispetto al mese precedente. Il dato e’ risultato superiore alle attese, fissate su una crescita dello 0,4%. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva si e’ attestato al 77,1%, superiore alla rilevazione precedente (76,4%). Sul fronte societario bene in particolare gli energetici ed i biotecnologici. Tra i singoli titoli Boeing +3,32%. Il Ceo del colosso aerospaziale, Dennis Muilenburg, ha escluso un rallentamento del settore dell’aviazione civile. 
Garmin +16,55%. Il gruppo dei sistemi di navigazione satellitare ha chiuso il quarto trimestre con un utile di 132,4 milioni di dollari (0,70 dollari per azione), in calo rispetto ai 210,2 milioni di un anno prima. I ricavi sono diminuiti del 2% a 781,4 milioni. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,48 dollari su ricavi per 760 milioni). Priceline +11,24%. L’agenzia di viaggi online ha annunciato una trimestrale superiore alle attese. Nel quarto trimestre l’utile è cresciuto a 504 milioni di dollari da 452 milioni dello stesso periodo di un anno prima. Escluse le poste straordinarie l’utile per azione si è attestato a 12,63 dollari. I ricavi sono aumentati a 2 miliardi da 1,84 miliardi. 
Gli analisti avevano previsto un Eps di 11,81 dollari su ricavi per 1,96 miliardi. T-Mobile US +1,1%. Il gruppo di telefonia ha chiuso il quarto trimestre con un utile di 297 milioni di dollari (0,34 dollari per azione) in crescita rispetto ai 101 milioni dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono aumentati dell’1,1% a 8,25 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 0,15 dollari su ricavi per 8,20 miliardi. Il titolo nel premarket a Wall Street guadagna il 4%. Kinder Morgan +9,86%. Warren Buffett attraverso la holding Berkshire Hathaway ha investito 400 milioni di dollari nell’operatore di gasdotti

Europa
Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna 0,5%, il Cac40 di Parigi lo 0,3%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,6%. Poco mosso il Ftse100 di Londra.

Italia
Ieri Piazza Affari ha chiuso la seduta in rialzo accelerando in particolare nel finale, sulla scorta del buon andamento di Wall Street. L’indice Ftse Mib ha chiuso con un balzo di circa 2,5 punti percentuali sopra 17.350 punti. Gli acquisti hanno premiato ancora il comparto finanziario, nel quale hanno spiccato Anima Holding e Azimut con rialzi rispettivamente dell’8,66% a 6,335 euro e dell’8,16% a 17,35 euro. 
Brillante la galassia Agnelli: FCA ha guadagnato il 5,01% a 5,865 euro, CNH Industrial è avanzata del 4,30% a 5,935 euro e Ferrari ha mostrato un progresso del 10,63% a 34,53 euro. Il titolo del Cavallino Rampante ha sfruttato la notizia dell’ingresso nel capitale di George Soros, attraverso Soros Fund Management, con 850 mila azioni (pari allo 0,45% di Ferrari). Gli analisti di Mediobanca hanno confermato il giudizio outperform sul titolo della casa di Maranello con target price a 50 euro e vedono Ferrari al riparo da ulteriori ribassi sia in termini di multipli sia di stime. 
La buona vena del petrolio si è fatta sentire sul settore oil: Eni ha guadagnato il 2,70% a 12,17 euro, Tenaris il 6,05% a 9,805 euro, Saipem il 9,19% a 0,337 euro. 
Spunti di Poste Italiane (+4,03% a 5,795 euro) in scia alla decisione degli analisti di Equita di iniziare la copertura sul titolo con giudizio buy e target price a 8,30 euro. 
Infine riscatto di Telecom Italia che ha chiuso con un rialzo del 3,59% a 0,849 euro.

I dati macro attesi oggi
Giovedì 18 febbraio 2016

EUR Riunione Consiglio Europeo;
00:50 GIA Bilancia commerciale gen;
02:00 USA Intervento Bullard (Fed);
02:30 CINA Inflazione gen;
02:30 CINA Indice prezzi alla produzione gen;
08:45 FRA Inflazione gen;
10:00 EUR Bilancia partite correnti dic;
13:30 EUR Verbali BCE;
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
14:30 USA Indice Philadelphia Fed feb;
16:00 USA Indice anticipatore (Conference Board) gen;
17:00 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;
21:30 USA Intervento Williams (Fed).