Sophia Loren apre a Firenze il “suo” primo ristorante e riceve le chiavi della città. Domani la diva sull’Arno

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Sophia Loren inaugura a Firenze il nuovo ristorante che porta il suo nome e per l’occasione il sindaco Dario Nardella le consegnerà le Chiavi della Città. La diva, icona del cinema italiano nel mondo, sarà nel capoluogo toscano domani (sabato 5 giugno) quasi per un’intera giornata: “una città bellissima” ma che ha avuto, purtroppo, poche volte occasione di visitare nel corso della sua gloriosa carriera. Il primo appuntamento pubblico sarà alle ore 13 nel Cortile di Michelozzo di Palazzo Vecchio dove riceverà dal Comune l’onorificenza attribuita ai grandi personaggi che danno lustro alle arti. Poco dopo, intorno alle 13,30, l’attrice due volte Premio Oscar presenzierà al taglio del nastro di “Sophia Loren – Original Italian Food”, il primo della catena di ristoranti che nasce, per la prima volta nella storia della ristorazione, con il consenso e la collaborazione dell’attrice napoletana. “Questa nuova avventura è la naturale evoluzione del mio modo di affrontare la vita con curiosità ed entusiasmo – commenta Sophia Loren – Per me vivere vuol dire fare nuove esperienze, appassionarmi, sperimentare, lavorare a nuovi progetti perché tutto questo è un pretesto per rimettermi in gioco, per continuare ad imparare. Quando mi è stato proposto di partecipare a questo progetto non ho avuto dubbi perché questo ristorante racchiude in sè alcune delle cose che più amo: la cucina italiana, i momenti di convivialità ad essa legati e poi diversi dei miei personaggi sono in qualche modo legati alla cucina”.
Per “Sophia Loren – Original Italian Food” è previsto un piano di espansione non solo italiano: Napoli e Milano le prossime tappe ma anche Dubai e Miami, Hong Kong e Shanghai. La partnership siglata tra la società Dream Food, presieduta da Luciano Cimmino, imprenditore già alla guida del gruppo italiano Pianoforte Holding, a cui fanno capo i brand Yamamay e Carpisa e la diva stessa, progetta un vero e proprio piano di sviluppo nonché un accordo di licenza con Sophia Loren per una catena di locali con il suo brand. Il ristorante, sofisticato ed accogliente, progettato dallo Studio di Architettura ed Ingegneria Redaelli e associati, in collaborazione con Costa Group, azienda leader per la creazione di arredi per il settore del food&beverage, è caratterizzato da ampie vetrate che affacciano sul portico a doppio volume prospiciente via de’ Brunelleschi. Il locale si sviluppa su una superficie di oltre 1.500 mq e si estende su 3 livelli, di cui due adibiti a ristorante ed uno alle cucine, al magazzino ed ai locali di servizio. Con i suoi 270 coperti, le 2 cucine professionali e i 2 forni, il ristorante “Sophia Loren – Original Italian Food” offre un servizio di ristorazione, bar, caffetteria, pasticceria e cocktail&wine bar. All’entrata del locale il cliente viene subito attratto dal protagonista indiscusso: la pizza ed i suoi ingredienti primari di eccellenza che la compongono. Frontalmente, l’ampio banco in marmo dedicato alla preparazione della pizza è delimitato dalla quinta prospettica generata dal lievito madre contenuto nelle sue numerose botti e messo in risalto dal rivestimento delle pareti e dei forni: una texture color oro brillante che genera una superficie tridimensionale e che rimanda ad uno scrigno prezioso che custodisce ed esalta la materia prima di qualità superiore marcando il caposaldo della tradizione della pizza napoletana; il celebre “Oro di Napoli”. Questo oro diviene il fil rouge dell’intero concetto architettonico-spaziale.
Accedendo alla ‘navata’, adibita a sala ristorante, si è come trasportati in un’altra dimensione dove ogni area personalizzata si caratterizza per la cura del dettaglio. Le sedute si alternano tra divani e poltroncine circolari ed avvolgenti con tessuti in velluto e dalle tonalità tipicamente mediterranee. Le pareti, decorate artigianalmente con texture appositamente disegnate e talvolta impreziosite da inserti in vero oro zecchino e da boiserie cangianti generate con texture geometriche raffinate, diventano l’elemento di transizione tra le ampie lastre mono-materiche del pavimento ed il soffitto dove predomina il blu/verde nelle più peculiari sfumature ricordando l’atmosfera dei colori partenopei. Alcuni elementi d’arredo, come i tavoli in pietra lavica e le vetrate nelle tonalità cangianti e sgargianti, evocano la solarità e l’energia che solo l’atmosfera mediterranea e la sua natura può donare. “La precisa geometria della disposizione planimetrica crea una serie di spazi sensuali ed accoglienti dove i visitatori sono abbracciati e stimolati attraverso il cambiamento di dimensioni e forme: si genera una sequenza di spazi, ciascuno definito, ma che contemporaneamente scorre l’uno nell’altro per guidare piacevolmente l’ospite – spiegano dal ristorante – Gli spazi sono visibili gli uni dagli altri, eppure ognuno di essi si riserva di far sentire a proprio agio il fruitore. La divisione delle aree è discreta consentendo di frazionare gli ambienti per creare spazi più intimi e conviviali collocati al livello superiore”.

Le bottiglie stesse, opportunamente illuminate e collocate nelle partizioni ad arco-parete, diventano protagoniste e completano, con altri preziosi elementi di autentica oggettistica ed alcune opere di grande valore, l’attenzione posta alle pareti. Prima tra tutti è l’installazione di Luigi Masecchia, artista italiano conosciuto nel mondo per la sua capacità di trasmettere arte con un numero infinto tappi metallici che, come dei pixel, ricostruiscono il volto sinuoso di Sophia. Il poliedrico artista napoletano Ernesto Tatafiore si è invece occupato di disegnare le illustrazioni dei sottopiatti che riportano il volto di Sophia. Il verde delle piante ed i fiori adornano con eleganza l’intero impianto architettonico alternandosi tra le lampade preziose e le immagini iconografiche di Sophia LOREN accuratamente scelte tra migliaia di possibilità. Ogni minimo dettaglio è stato ponderato e cucito su misura dalle stoviglie, ai sottopiatti ed ai bicchieri. L’intento è stato quello di creare un contesto unico a cui vengono consegnate le chiavi all’abilità ed alla magia degli chef.ì E le sorprese non finiscono qui: le pizze nel menù sono state firmate da Francesco Martucci, miglior pizzaiolo d’Italia 2020 con il locale “I Masanielli” a Caserta, due dei primi piatti lo “Spaghetto al Pomodoro” e il “Mezzo Pacchero Provola e Pancetta” da Gennarino Esposito, chef con due stelle Michelin patron del ristorante “Torre del Saracino”, a Vico Equense e la pasticceria da Carmine di Donna già guida della pasticceria del ristorante pluristellato “Torre del Saracino”. Il format garantisce una spiccata tipicità dell’offerta proponendo un menu italiano tradizionale ma esclusivo e ricercato, per un pubblico attento ed esigente, in un ambiente elegante e confortevole. Particolare cura è stata dedicata alla scelta del caffè che più autenticamente rappresentasse l’ineguagliabile espresso servito a Napoli. Dopo una lunga selezione, che ha incluso anche piccole torrefazioni con esperienze pluridecennali, la scelta è caduta su Caffè Vesuvio, “cuore napoletano”.
“Un sogno ambizioso e innovativo iniziato nel 2014 che siamo ora riusciti a coronare nonostante le difficoltà legate a quest’ultimo periodo: questo progetto nasce dal desiderio di intraprendere una nuova sfida imprenditoriale che ha l’ambizione di offrire un’esperienza singolare, tutta italiana, nel settore della ristorazione – dichiara Luciano Cimmino, presidente di Dream Food e Pianoforte Holding – Da sempre ammaliati dalla sua calcata mediterraneità, dal carisma che oltrepassa qualsiasi confine geografico e generazionale, abbiamo scelto Sophia come musa ispiratrice del progetto perché abbiamo pensato che potesse essere perfetta per dare la connotazione, fortemente italiana, che ci eravamo immaginati per questo progetto”. “L’intenzione del progetto era quella di creare uno spazio moderno, sofisticato e raffinato dove l’eleganza ed il calore dei materiali accuratamente scelti generassero un’installazione contemporanea, un’estetica leggera e luminosa che sfruttasse le generose doppie altezze e le dimensioni dello spazio esistente”, sottolinea l’architetto Ivo Redaelli.