Solidarietà, ad Acerra “La porta aperta” sui social per le famiglie bisognose

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Una piattaforma ”sociale e virtuale”, creata solo per formare una catena umana di solidarietà. Ad Acerra (Napoli) chi ha difficoltà economiche può trovare ‘la porta aperta’ sui social network, dove migliaia di cittadini si sono uniti nel nome della solidarietà, e danno una mano fattiva offrendo alimenti, vestiario, seggioloni, sedie a rotelle e quanto può essere utile a chi, in questo momento, non ha la possibilità di acquistarli. “La porta aperta” il nome della pagina facebook creata da Pina Russo, cittadina originaria di Napoli, trasferitasi ad Acerra qualche anno fa. “Abbiamo notato che sono molte le famiglie bisognose – ha spiegato – e quindi insieme con alcune amiche abbiamo deciso di dar vita a una piattaforma virtuale. In pochi mesi ci ritroviamo con oltre tremila iscritti, una vera e propria famiglia che si da una mano a vicenda, senza chiedere nulla in cambio”. Gli iscritti rispondono di volta in volta alle richieste girate all’amministratrice della pagina, che ha deciso di pubblicare foto degli alimenti e degli oggetti sia in “entrata” che in “uscita”, ogni qual volta qualcuno dona e qualche altro riceve. “Spesso chi ha ricevuto ieri donerà domani – aggiunge Russo – nella logica della solidarietà assoluta e priva di secondi fini. Uno degli iscritti ci ha prestato un garage dove poggiamo momentaneamente i pacchi alimentari e gli altri oggetti donati, in attesa di distribuirli in giro per la città, dando priorità a chi ha bambini. Chi ha ricevuto spesso cerca di ‘sdebitarsi’ mettendosi a disposizione per altre cose: chi sa cucire magari si offre per aggiustare vestiti, coperte, oppure per realizzare qualcosa per nascituri. Nei mesi scorsi abbiamo organizzato una festa di battesimo, ed ognuno ha fatto qualcosa. Io che ad Acerra vivo da sola, non sono sposata e non ho figli, posso dire di aver trovato una bellissima grande famiglia, con tanti nipotini e tanti figli cui pensare ogni giorno, ogni attimo della mia esistenza. E’ una ricchezza di cui tutti dovremmo far parte. Il nostro non è assistenzialismo, e non ci sostituiamo alle istituzioni, ma diamo una mano laddove si può”.