Nel cuore di Napoli un centro di prima accoglienza in grado di ospitare circa 80 immigrati extracomunitari. Solidarietà nel segno della Curia, che mette Nel cuore di Napoli un centro di prima accoglienza in grado di ospitare circa 80 immigrati extracomunitari. Solidarietà nel segno della Curia, che mette a disposizione la struttura in disuso delle suore Veroline in via dei Tribunali (nel centro storico) e il Movimento cristiano lavoratori (Mcl), attraverso l’associazione Virtus Italia onlus, che si è aggiudicata la gara pubblica bandita dalla Prefettura e che ha già attivato percorsi simili in altre regioni italiane. Cure mediche, sostegno psicologico e molto altro ancora dopo il lungo viaggio della speranza, un’azione concreta, perché “di immigrazione non si può solo parlare, bisogna costruire opere”, come ricorda il presidente nazionale di Mcl, Carlo Costalli, parlando di questo nuovo centro, adattato al nuovo utilizzo nel giro di un mese. “Io per primo non credevo che ce l’avremmo fatta in così poco tempo – dichiara il cardinale Crescenzio Sepe – abbiamo dovuto cambiare tutto. I bagni, la cucina, i letti, e tutto il resto. Abbiamo lavorato in sinergia, insieme, e oggi la struttura è quasi a pieno regime. Questo è un miracolo che dipende dal Signore e dalla buona volontà di noi uomini che crediamo nel valore sociale di queste cose. E se noi siamo i primi a crederci, allora si realizza tutto presto e bene”. Una volta a regime il centro potrà ospitare anche 100 persone, tra queste molte famiglie bisognose. I migranti saranno accompagnati al centro subito dopo lo sbarco e verranno sottoposti alle prime visite. Avranno poi a disposizione uno psicologo, un interprete e un mediatore culturale. Riceveranno inoltre pasti caldi, vestiario, il denaro per le prime spese e una scheda telefonica per contattare i parenti. Successivamente saranno trasferiti nelle strutture di secondo livello presenti sul territorio nazionale. La questione è ancora più centrale a Napoli se si pensa che durante l’anno in corso la città ha accolto circa mille immigrati, che fanno seguito ai milleduecento del biennio 2012-13. “Napoli è una città di confine – dice ancora Costalli – è una grande città e ha una chiesa che è disponibile, viva e attiva. Da questo connubio tra difficoltà dell’immigrazione e disponibilità della chiesa napoletana, che ha messo a disposizione gli immobili, è nato questo progetto”. Un importante primo passo, mentre in altre zone d’Italia, come a Marsala, si lavora già col Governo per poter andare oltre la prima accoglienza: “la questione – prosegue il presidente di Mcl – dell’inserimento è molto importante. Stiamo cercando di lavorare, grazie anche alla disponibilità del ministero del Lavoro, ad un inserimento nel mondo dell’agricoltura. Qui siamo al primo passo, ma è già importante esserci. Napoli è una grande città con un grande cuore. Qui abbiamo un ottimo movimento che già costruisce servizi alla persona, previdenziali, fiscali. E’ chiaro che questo è un salto di qualità importante. Entriamo in un terreno nuovo, molto delicato e con professionalità nuove. Io l’ho detto proprio qui a Napoli un anno fa col monsignor Twal: dobbiamo cercare, entro i limiti di ognuno, di portare un contributo a creare anche opere concrete. Intorno a questo centro ci sono circa 50 tra posti diretti e indiretti, in questo momento direi proprio che non è poco”, conclude Costalli.