Soldi ai Comuni, Sud penalizzato
Coperto metà del fabbisogno

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In Italia il sistema dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni delle regioni a statuto ordinario non riduce ma accresce il divario tra ricchi e poveri: in base a simulazioni Svimez sugli schemi In Italia il sistema dei trasferimenti dallo Stato ai Comuni delle regioni a statuto ordinario non riduce ma accresce il divario tra ricchi e poveri: in base a simulazioni Svimez sugli schemi proposti da Luca Antonini e Piero Giarda, nel 2013 ai comuni del Centro-Nord e’ stato trasferito rispettivamente il 25% e quasi il 300% in piu’ del fabbisogno teorico standard, mentre ai comuni meridionali e’ arrivato soltanto il 53,5% di quanto ipotizzato. E’ quanto emerge dallo studio “La finanza dei Comuni nel disegno di legge di stabilita’ 2015 e i principi della Costituzione” di Federico Pica e Fabrizio Greggi pubblicato sulla “Rivista economica del Mezzogiorno”, trimestrale della SVIMEZ diretto da Riccardo Padovani. Condotto su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo studio analizza l’andamento dei trasferimenti dallo Stato ai comuni delle varie regioni italiane a statuto ordinario nel 2013 verificando se i trasferimenti effettivi corrispondano o meno agli “standard” elaborati negli schemi proposti dal Presidente della Copaff Luca Antonini (schema applicato gia’ attualmente nel settore sanitario) e dall’ex Ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda. Fondo di solidarieta’ comunale tagliato del 25,5% ma pressione fiscale piu’ alta al Sud del 46,7% rispetto al resto del Paese – Nella Legge di stabilita’ 2015 il Fondo di solidarieta’ comunale, istituito dal D.Lgs 23/2011 in attuazione della legge delega sul federalismo fiscale con l’obiettivo di prelevare dai Comuni risorse prestabilite in base ai fabbisogni standard e ridistribuirle soprattutto ai territori con minore capacita’ fiscale, e’ stato tagliato del 25,5% rispetto all’anno precedente, passando da 4,6 miliardi di euro a 3,4. A fronte di questi ennesimi tagli, in base agli ultimi dati disponibili relativi al 2013, per fare cassa, i Comuni del Mezzogiorno hanno aumentato ancora la pressione fiscale (intesa come rapporto tra imposte e reddito), arrivata al 2,48% nel Sud contro l’1,69% del Centro-Nord, pari al 46,7% in piu’. In altri termini, ad esempio, due famiglie italiane con un reddito di 20mila euro annui, ma residenti una al Sud e l’altra al Centro-Nord, pagheranno importi decisamente diversi di imposte comunali: 496 euro la prima, 338 euro la seconda. Trasferimenti “sperequativi”: con lo “schema Antonini” ai comuni del Sud solo il 54% del fabbisogno standard, al Centro-Nord +25% – In base allo “schema Antonini”, nel 2013, per garantire un livello standard di servizi in tutti i comuni italiani, avendo come benchmark i comuni veneti, occorrerebbero 591 euro pro capite. Nel 2013 pero’ ogni cittadino del Centro-Nord ha versato nelle casse del suo comune di residenza 428 euro e ogni cittadino del Mezzogiorno 184 euro in meno, cioe’ 244 euro. Di conseguenza, in base allo “schema Antonini”, per raggiungere i 591 euro pro capite lo Stato avrebbe dovuto trasferire per ogni cittadino 163 euro al Centro-Nord e 347 euro al Sud. In realta’, nel Centro-Nord nel 2013 sono stati erogati 203 euro pro capite, il 25% in piu’ del dovuto, mentre al Sud solo 187, cioe’ soltanto il 54% di quanto ipotizzato. Tutto questo con forti differenze regionali: in Emilia Romagna, ad esempio, anziche’ 141 euro pro capite ne sono arrivati 228, il 62% in piu’ del fabbisogno standard, e lo stesso nel Lazio (269 euro invece dei 168 dovuti, +60%). Fra le altre regioni del Centro-Nord, mentre Piemonte e Veneto ottengono all’incirca quanto dovuto, Liguria e Toscana incassano il 10% in piu’ (rispettivamente 220 euro anziche’ 200 e 199 euro invece di 181) e la Lombardia il 48% in piu’ (171 euro invece di 115). Non raggiungerebbero la quota standard soltanto Umbria (211 euro su 261) e Marche (156 euro invece di 228, oltre il 30% in meno). Situazione decisamente peggiore nel Mezzogiorno. Tranne infatti l’Abruzzo, che con 305 euro pro capite su 276 ottiene il 10% in piu’ di quanto dovuto, va male per le altre regioni meridionali: con 233 euro trasferiti su 346 la Basilicata incassa solo il 67% di quanto dovuto, seguita dal Molise (185 euro su 309, pari a -40%). Trasferimenti dimezzati anche per la Calabria (184 euro trasferiti su 361) e la Puglia (179 euro su 353). La Campania, con soli 162 euro pro capite trasferiti ottiene il 65% in meno di quanto sarebbe necessario per coprire il fabbisogno, cioe’ 356 euro. Trasferimenti “sperequativi”: con il “modello Giarda” ai comuni del Sud -47% del livello standard ipotizzato, al Centro-Nord + 278% – Numeri e risultati molto simili anche nell’altra simulazione basata sul “modello Giarda”. In base infatti a questo calcolo nel 2013, per garantire un livello standard di servizi in tutti i comuni italiani, avendo come benchmark questa volta i comuni della regione Lombardia, il fabbisogno pro capite per cittadino dovrebbe essere pari a 727 euro. In base a questi calcoli i trasferimenti dallo Stato ai comuni del Centro-Nord avrebbero dovuto essere pari a 73 euro pro capite e nel Sud a 354 euro. In realta’, come ricordato, a ogni cittadino del Centro-Nord sono stati trasferiti 203 euro, un importo quasi tre volte maggiore dei 73 euro ipotizzati; al Sud, invece, sono arrivati nel 2013 187 euro pro capite, cioe’ soltanto il 53% di quanto dovuto. Il “modello Giarda” conferma completamente le dinamiche emerse dall’applicazione dello “schema Antonini”: a essere particolarmente avvantaggiati sono anche in questo caso i comuni del Lazio (269 euro pro capite contro gli 81 dovuti, +334% rispetto al fabbisogno standard) e dell’Emilia Romagna, che addirittura ottiene un importo quasi sei volte superiore (228 euro invece di 40, +575%). Ai comuni del Piemonte sono stati erogati 203 euro pro capite invece di 129 (+158%), alla Liguria + 169%, al Veneto + 189% e quasi il doppio del dovuto anche per la Toscana (199 euro invece di 100). In Umbria e nelle Marche cifre di poco inferiori a quanto previsto (211 euro su 223 e 156 su 173). Anche in questo caso nel Sud la situazione e’ decisamente diversa. Eccezione fatta per l’Abruzzo, che ha ottenuto 305 euro invece dei 246 dovuti, con una maggiorazione del +124%, la Basilicata ha incassato soltanto 233 euro su 353 (-44%), il Molise 185 euro su 296 (-48%). Praticamente dimezzati i trasferimenti per la Puglia e la Calabria (-51%), mentre anche in questo caso alla Campania sono andati soltanto 162 euro pro capite dei 369 dovuti, con uno scarto del 66%. La SVIMEZ: ritrovare il significato effettivo dell’articolo 119 della Costituzione – Come recita l’articolo 119 comma 3 della Costituzione, lo Stato istituisce un Fondo perequativo per i territori con minore capacita’ fiscale per abitante, con la funzione di compensare, con i trasferimenti, la minor capacita’ fiscale delle aree piu’ svantaggiate del Paese, sia al Nord che al Sud. Nella realta’, si legge nello studio, come i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze relativi al 2013, gli ultimi disponibili, dimostrano, i trasferimenti effettivi contraddicono l’impianto costituzionale, in quanto non correggono la distorsione del sistema e sono “sperequativi”: chi ha bisogno di piu’ continua a ricevere di meno e viceversa.