Progetto iKen, Giffoni, Accademia Belle Arti per case accoglienza Lgbt+
Milano, 29 nov. (askanews) – Un cortometraggio per lavare via il pregiudizio. Si chiama “Soap Power” la prima campagna in animazione per la diffusione delle case accoglienza e dei centri LGBT+ finanziati dal Governo italiano, un progetto ideato da iKen Onlus e realizzato in collaborazione con Giffoni Experience e l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, finanziato dall’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni razziali) nell’ambito del Pon Inclusione.Il progetto ha tanti obiettivi: dalla promozione delle case di accoglienza LGBT+ fino alla sensibilizzazione sulle tematiche e sui diritti delle persone LGBT+ e alla valorizzazione di una cultura della non violenza e della non discriminazione. E’ un terreno su cui molto è stato certamente fatto, ma tanto ancora c’è da fare.Tutto in linea con l’attività che da quasi venti anni porta avanti l’associazione iKen onlus. Tra queste la gestione della Casa accoglienza “Questa casa non è un albergo” di Napoli, nata nel 2017, la prima in Italia e nel mondo che mette al servizio della comunità LGBT+ un bene confiscato alla mafia e che unisce al servizio di accoglienza arcobaleno la battaglia contro tutte le mafie.”Questa casa non è un albergo” è il centro del progetto “Soap power” che vuole proprio valorizzarne la funzione che svolge, diffonderne la conoscenza, evidenziarne l’utilità come presidio territoriale in termini di accoglienza e di sensibilizzazione.Il progetto vede la collaborazione con Giffoni Experience che da oltre mezzo secolo parla alle giovani generazioni di tutto il mondo attraverso il linguaggio del cinema e dell’arte in genere e con l’Accademia delle Belle Arti di Napoli, istituzione ma anche hub della creatività e delle espressioni artistiche più interessanti, innovative e culturalmente valide.”L’obiettivo di questo progetto – dichiara Carlo Cremona, presidente di iKen Onlus – è quello di utilizzare l’audiovisivo per parlare di inclusione, di contrasto alla discriminazione e di uguaglianza ai più piccoli. Ecco perché abbiamo scelto di utilizzare il linguaggio del disegno animato. La storia che presentiamo è fortemente calata sulla realtà territoriale su cui insiste la nostra casa accoglienza. Ma per noi questo non è altro che un inizio. Perché la nostra idea è di farne una serie televisiva ad episodi nel corso della quale il nostro supereroe può affrontare i vari ostacoli che gli si pongono di fronte, contrastare le negatività che sono rappresentate dall’oppressione di tutte le vulnerabilità presenti nella nostra società. Per raggiungere questo obiettivo è strategica la sinergia attivata con l’Accademia delle Belle Arti e con quello che è il festival de cinema per ragazzi più importante al mondo, Giffoni Film Festival”.Il video sarà presentato ad una folta rappresentanza di studenti delle scuole superiori della Campania a Giffoni, presso la Multimedia Valley i prossimi 5 e 12 dicembre. Il cortometraggio sarà, poi, presentato in occasione della giornata inaugurale di Omovies Film Festival, concorso internazionale di cinema omosessuale, transgender e questioning promosso dall’Associazione iKen Onlus con la direzione artistica di Carlo Cremona il prossimo 11 dicembre alle ore 10.00 presso la sede del progetto “Questa casa non è un albergo” (via Genovesi, 36) a Napoli. All’evento, in memoria di Giulia Cecchettin, e di tutte le vittime innocenti, parteciperanno i ragazzi delle scuole del territorio, accolti dai residenti ospiti della casa accoglienza.La sceneggiatura del cortometraggio è di Innocenzo Mulieri. L’animazione a cura di 206Lab, giovane società di produzione di Aversa. La voce è dell’attore Orazio Cerino.La storia vede come protagonisti gli ortaggi, intesi quali elementi naturali presenti in tutte le famiglie e su tutte le “tavole”. Un tema naturale che abbraccia anche i diritti dell’ambiente e del futuro sostenibile. Il protagonista è il giovane Finocchio che scappa dal fetore delle cipolle, che portano la puzza del pregiudizio e della discriminazione. Sono un gruppo di bulli che agiscono in branco e seminano violenza. Finocchio, dopo il suo coming out, viene cacciato di casa dai genitori che non accettano di avere un figlio verdurosessuale. Il riscatto del giovane Finocchio può esserci solo se la sua storia diventerà vicenda collettiva, di comunità. Entra in una casa di accoglienza. Qui non si sente più solo e trova la forza per affrontare il mondo, contrastare i pregiudizi, sradicare le discriminazioni.