di Angela Cerritello
La lentezza non è un approccio, ma uno stile di vita. Il buon cibo, la buona arte, quella vera che sa dire e raccontare qualcosa, non sono una moda di tempi cannibali, ma un punto di partenza per nuovi palcoscenici culturali.
Martedì 14 gennaio 2018 il Palazzo Angelini, nel cuore del centro storico di Buonalbergo (BN), ospiterà l’evento Slow is Good, manifestazione che si propone di coniugare alle eccellenze territoriali l’idea di un tempo lento di produzione e saperi. Il Fortore ed il Sannio sono terre di tradizioni. Ogni borgo ha sviluppato le sue specificità all’interno di un paradigma di saperi antichi dove si accarezza l’idea del “giusto tempo” e del “saper fare”, al di là delle logistiche di una produzione intensa e approssimativa. La tradizione quindi come punto di partenza di prodotti qualitativamente altissimi che sfruttano la lentezza della preparazione a proprio vantaggio. Lo “slow mood”, allora, diventa lo scrigno di eccellenze che si propongono sul mercato, non più unicamente locale, non solo come prodotto gastronomico, ma come essenza culturale, come modalità di ammiccamento al gusto e alla vita: assaporare e produrre nei giusti tempi e, perché no, saper aspettare. E’ questa la formula con cui Slow is Good guarda al futuro, nei termini di sostenibilità e tutela del territorio di appartenenza. Il tema, che rievoca saperi lontani applicati alla contemporaneità, sarà il filo conduttore dell’intera rappresentazione che saprà coinvolgere le diversificate e variegate produzioni fortorine nel rispetto dell’identità di ognuna. Nello specifico, ogni comune presterà la propria esperienza per raccontarsi e raccontare la storia del Fortore, un territorio fortemente rurale e che ha saputo, forse proprio per questo suo abbandonarsi ai ritmi delle stagioni, alle noti dolci scandite dalla terra, fare di quella peculiare lentezza una leva di sviluppo. Nella sede di Palazzo Angelini (prossimamente ribattezzato “Palazzetto delle arti Fortore e Sannio”), l’evento si declinerà in un percorso narrato che ben si snoda e prende forma negli ambienti della casa nobiliare. L’approccio scelto è quello dell’installazione artistica, una modalità già collaudata, proprio in quel riuscito e prolifico binomio arte/cibo, dal Maestro Giuseppe Leone presso Expo Milano 2015. In quell’occasione, con la performance “L’Arte del Gusto – Il Gusto dell’Arte” assieme allo Chef Pietro Parisi, Leone sottolineò come l’arte perda di forza e autenticità se banalizzata e ricacciata nel cantuccio della commercialità. Essa deve invece insistere sul contenuto e sulla sua capacità di modularsi trasversalmente, inglobando in sé linguaggi differenti e inediti. Esattamente come accadrà a Buonalbergo con Slow is Good ma non solo. In anteprima, mercoledì 3 gennaio 2018 a Buonalbergo, nella cornice di Piazza Garibaldi, si terrà l’evento performativo Tutto Astratto – Astratto di tutti , una “call” alla cittadinanza per la realizzazione estemporanea di un dipinto su sei grandi tele. L’opera darà la possibilità ad ogni cittadino di lasciare una traccia di partecipazione e fungerà da elemento centrale per la presentazione dei prodotti del territorio durante l’evento Slow is Good del 14 Gennaio. L’intento è quello di portare il concetto di produzione artistica in territori più ampi, dove a fare da protagonisti sono lo spirito comunitario ed un nuovo modo di intendere un patrimonio culturale da reinventare e condividere in termini sociali. E’ inoltre allusivo di certi modi di intendere la pittura astratta. La possibilità di lasciare, assieme ad altri, il proprio segno su una tela, casuale o meno, cosciente o meno, va a sfondare certi confini forzatamente intellettuali, facendo del discorso arte un racconto più spontaneo, ma non per questo meno interessante o intellegibile. Qui si esplorano nuovi percorsi dell’immagine, nuovi alfabeti del sentire, nuovi scenari estetici. L’arte è trasversale, un organismo in trasformazione e Buonalbergo con gli appuntamenti Tutto Astratto – Astratto di tutti del 3 gennaio e Slow is Good del 14 ce ne offre un esempio chiaro e forte. Save the date, allora. Quando l’arte si fa lenta, si tinge dei colori della tradizione e delle eccellenze gastronomiche di un territorio capace di non smarrire le proprie peculiarità, non si può non fermarsi ad assaporarla.